Università, Messa: dal Pnrr a disposizione 250 milioni di euro per l’orientamento
Il ministro ha parlato a Montecitorio: «L'obiettivo finale è raggiungere almeno un milione di studenti». Cifre e criteri di assegnazione per la ricerca
di Redazione Scuola
3' di lettura
È di 250 milioni la cifra stanziata dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per l'orientamento universitario e si somma ai 50 milioni stanziati nel 2021 con un decreto del ministero per l'Università e la Ricerca. Lo ha detto il ministro Maria Cristina Messa, rispondendo nel Question time ad Alessandro Fusacchia (Maie-Psi-Facciamo Eco). In funzione dell'orientamento, ha rilevato il ministro, è «ammissibile una pluralità di iniziative», purché finalizzare a risultati concreti e misurabili, e si prevede inoltre «una specifica linea di azione per il supporto psicologico». Sono previste azioni per l'orientamento «con l'offerta di corsi a partire dal terzo anno delle scuole superiori», allo scopo di facilitare la preparazione degli studenti sia da parte di docenti universitari, sia con iniziative per la formazione degli insegnanti delle scuole superiori.
Un milione di studenti
«L'obiettivo finale è raggiungere almeno un milione di studenti - ha concluso il ministro - e aumentare gli indicatori di successo», vale a dire minori abbandoni dei corsi universitari, livelli apprendimento più alti, un maggior numero di ammessi all'anno successo, riduzione delle disparita e un maggior numero di ingressi nel mondo del lavoro.
Ricerca: a Sud 220 milioni da progetti di rilievo nazionale
Per finanziare la ricerca nel Sud non ci sono soltanto i circa 220 milioni, pari al 40% dei 550 milioni stanziati per i Programmi di di rilevante interesse nazionale (Prin) dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), ma esistono «più fonti di finanziamento» diverse fra loro, anche se in nessuna di esse è applicato un vincolo territoriale per regioni meridionali. Lo ha detto ancora il ministro dell'Università e la Ricerca durante il Question time a Federico Conte (LeU) in merito alla quota dei progetti Prin destinata al Mezzogiorno nel 2022.
Risorse e vincoli
Il bando Prin 2022 ha risorse complessive per 741,8 milioni di euro: «Un intervento di proporzioni mai viste» per la ricerca pubblica italiana, ha detto il ministro, e che «deriva da più fonti di finanziamento, diverse per natura, per provenienze e per caratteristiche, tutte comunque finalizzate a promuovere la ricerca di base». A nessuna di esse, ha precisato Messa, «risulta applicabile il vincolo di destinazione territoriale delle regioni del Sud». A queste ultime «deve essere assicurata la quota parte delle risorse del Bando Prin del Pnrr, pari a 550 milioni». Quindi dei 741,8 milioni totali del bando Prin, 550 provengono dalle risorse del Pnrr. «Per esse - ha precisato il ministro - il vincolo di destinazione non è fissato dalla quota demografica delle regioni interessate, ma è stabilito direttamente nel 40% del totale. In ragione di tale vincolo, quindi, 220 milioni di questo bando Prin, a differenza del passato, saranno riservati al finanziamento dei progetti localizzati nelle regioni del Mezzogiorno».
Valutazione e qualità dei progetti
Messa ha infine precisato che la quota restante del bando Prin «non ha un'allocazione territoriale predefinita e non sussistono vincoli territoriali a beneficio delle regioni del Nord» e che «la loro assegnazione è dunque ordinariamente rimessa alla valutazione della qualità dei progetti, com'è proprio di un sistema della ricerca di eccellenza». E' inoltre possibile, ha proseguito il ministro, che «ulteriori progetti presentati da istituzioni situate nelle regioni del Mezzogiorno o in partenariato con le regioni del Mezzogiorno possano aggiudicarsi uno di questi finanziamenti e superare la quota di 220 milioni» e sono possibili, infine, anche «partnership interregionali».
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