Università: oltre i ranking, la bussola per scegliere master e Mba
La scelta si gioca su più variabili, che si legano al percorso professionale del candidato e impattano su quel delicato equilibrio noto come worklife balance
di Giampaolo Colletti
3' di lettura
«Formarsi sempre per non fermarsi mai». Lo ripete come un mantra Eilert Hanoa, fondatore e CEO di Kahoot. Questa startup norvegese nata col pallino della formazione continua basata sul gioco grazie all'intuizione di Alf Inge Wang, docente di tecnologia dei giochi all'Università della Norvegia, è riuscita a scalare negli ultimi due anni le classifiche degli app store. Inizialmente scaricata da milioni di studenti, oggi è scelta da neo-laureati, professionisti e manager.
Nell'autunno 2020, in piena emergenza pandemica, Kahoot ha raccolto 215 milioni di dollari e oggi registra 1,3 miliardi di studenti. «Anche nella formazione post-laurea l’arma vincente resta quella di catturare l’attenzione di chi fruisce di contenuti», ha dichiarato Hanoa su Bloomberg. Per alcuni analisti la sua visione è profetica perché sempre più spesso Mba e master di primo o secondo livello delle varie business school nel mondo si stanno orientando sulla necessità di attrarre – e quindi di coinvolgere – i nuovi studenti in una formazione senza soluzione di continuità rispetto ai corsi del passato, ibrida nell'adozione delle piattaforme e personale rispetto alle esigenze individuali.
Classifiche che orientano
Questo cambio di prospettiva impatta nelle classifiche che misurano le performance. Oggi per orientarsi nella scelta di Mba e master ci si affida soprattutto agli indici di tre realtà, sintetizzati nella classifica elaborata dal Financial Times. C'è l’Academic Ranking of World Universities, nota con l'acronimo di ARWU, pubblicata per la prima volta nel giugno 2003 dal Center for World-Class Universities e aggiornata su base annua. A promuoverla è l'organizzazione asiatica indipendente Shanghai Ranking Consultancy.
ARWU adotta sei indicatori per classificare le università mondiali, incluso il numero di ex studenti e personale che ha vinto premi Nobel. Più di 1800 università sono classificate e le migliori 1000 vengono poi pubblicate. C'è poi la classifica QS World University, che include quasi 1.500 istituzioni di tutto il mondo. L'analisi va dalla reputazione al numero di studenti internazionali iscritti.
E ancora c'è Times Higher Education, nota come THE. Fornisce dati sulle prestazioni delle università dal 2004 e copre soprattutto tre aree: ricerca, impatto e insegnamento, utilizzando tredici indicatori di performance.
«Queste classifiche certamente orientano, ma in una logica di prestigio autoreferenziale perché i vantaggi sociali – come quello di entrare in una certa cerchia – sono più importanti di quelli formativi. È forte il rischio di misurare più il contesto generale che il valore della formazione», afferma Giuseppe De Nicolao, docente dell’Università di Pavia ed esperto di ranking.
Per De Nicolao ancora oggi i fattori che fanno la differenza sono i finanziamenti. «C'è una correlazione tra spese operative e punteggio che determina il rank. MIT, Cambridge, Stanford e Harvard messe assieme spendono più di tutte le università statali italiane, anche se producono meno della metà delle pubblicazioni. Se si facesse un ranking dell'efficienza con un riferimento alle pubblicazioni, le gerarchie sarebbero sconvolte», precisa De Nicolao.
Oltre i ranking, come scegliere
Ma la scelta di un Mba deve tenere conto anche di altri elementi, oltre le mere classifiche. «La differenza principale è l'esperienza lavorativa che è essenziale per richiedere di entrare in un Mba. La maggior parte dei candidati ha circa 27 anni e possiede almeno cinque anni di esperienza professionale, il che consente loro di concentrarsi sulle competenze pratiche che desiderano sviluppare sul posto di lavoro», scrive Indeed nella guida annuale.
Tutto passa dall'ammissione, che prevede una dura selezione. «I candidati devono passare da esami scritti come il test standardizzato e scritto GMAT ai colloqui e alla valutazione del cv accademico e professionale. Bisogna prestare attenzione ai tempi: in generale il master dura due anni, tuttavia ci sono anche corsi full-time che durano 18 mesi, oppure ancora quelli più dilatati nel tempo che hanno durata di 28 mesi. C'è poi un aspetto da non sottovalutare, ossia i costi da sostenere che vanno dai 15.000 ai 60.000 euro.
Ma è stimato un successivo aumento salariale dopo il titolo», precisano da Indeed. Ancora una volta la scelta si gioca su più variabili, che si legano al percorso professionale del candidato e impattano su quel delicato equilibrio noto come worklife balance.
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