Università Statale, posata a MIND la prima pietra del campus pronto nel 2026
La posa è avvenuta nel corso dell’inaugurazione del nuovo anno accademico. Il progetto della nuova sede delle facoltà scientifiche è firmato da Carlo Ratti e prevede cinque corti, circondate da cinque palazzi: 18.300 metri quadri di aule, quasi 50mila metri quadri tra laboratori didattici e dipartimentali, oltre 8mila metri quadrati di biblioteca. Ma sono solo alcuni dei numeri del campus scientifico che sorgerà al Mind
di Laura Cavestri
I punti chiave
4' di lettura
Un tributo alla tradizione architettonica di Milano, in particolare alla Ca’ Granda, la sede antica dell’Università Statale di Milano. Si presenta così il campus che sorgerà al Mind, Milano innovation district, di cui oggi è stata posata la prima pietra, in occasione dell’apertura dell’anno accademico. Cinque corti, circondate da cinque palazzi: 18.300 metri quadri di aule, quasi 50mila metri quadri tra laboratori didattici e dipartimentali, oltre 8mila metri quadrati di biblioteca. Ma sono solo alcuni dei numero del campus scientifico che sorgerà al Mind.
L’inaugurazione
Inaugurazione con protesta, anche. Un gruppo di studenti ha esposto uno striscione mentre il rettore Elio Franzini scopriva la targa del campus. Gli studenti contestano il fatto che nel nuovo campus della Statale su 1100 posti letto «solo 400 sono per il diritto allo studio – ha spiegato un loro portavoce – e gli altri sono a prezzi di mercato. Sono investimenti per centinaia di milioni di euro che negano però il diritto allo studio, perché i soldi non sono spesi per le borse di studio o per residenze a prezzi accessibili». Gli studenti che hanno protestano appartengono alle sigle Studenti indipendenti Link, Udu, Unisi, sinistra universitaria.
Una volta realizzato – entro il 2026 – il Campus MIND ospiterà una comunità di oltre 23mila persone tra studenti, ricercatori, docenti e personale di staff, con 18.376 mq per l’area didattica e 35.525 mq di laboratori e renderà più complessa la fisionomia dell’Università degli Studi di Milano. «Regione Lombardia metterà 130 milioni di euro – ha spiegato l’assessore regionale all’Università, Alessandro Fermi – che è una scommessa sull’attrattività del sistema accademico lombardo, capace di formare il futuro dell’Italia e dell’Europa».
Quello di oggi, nelle parole del sindaco di Milano, Beppe Sala , è «l’avvio e la fine del lavoro del rettore Franzini che in questi anni è stato molto capace. “A volte i tempi non sono quelli che desideriamo, poteva essere più rapido? Chi lo sa, ma rimane il fatto che Franzini ha attraversato anche un momento difficile perché trovare i fondi per essere sicuri di arrivare alla fine non è semplice – ha affermato Sala –. A questo punto è certamente qualcosa di molto importante e sono grato a quelli che ci hanno lavorato».
Il campus Mind, come ha spiegato il rettore Elio Franzini (alla sua ultima inaugurazione di anno accademico) è nato «dall’intuizione del mio predecessore Luca Vago e proseguirà con chi verrà dopo di me, godendo delle possibilità che visoni diverse possono offrire». Franzini parla anche di quelli che restano problemi aperti per il sistema universitario italiano: la carenza delle risorse - insufficienti in primis per il diritto allo studio - la permanenza di procedure che rendono «ingessato e impaurito il comparto pubblico», il precariato della ricerca, sul quale spende parole piuttosto nette: «l’incertezza non aguzza l’ingegno, lo consuma, e bisogna tener conto dei diritti dei nostri ricercatori e soprattutto delle nostre giovani ricercatrici».
«La realizzazione del Nuovo Campus scientifico dell’Università Statale in MIND – ha detto Andrea Ruckstuhl, ceo di Lendlease Europe – è un caso esemplare di collaborazione pubblico privata per lo sviluppo nel Paese di infrastrutture per l’istruzione. Nel contempo è una pietra miliare nella rigenerazione urbana di quest’area. Questo genere di collaborazione potrebbe trovare sviluppi virtuosi se i programmi Pnrr per la rigenerazione e quello per la formazione dialogassero, completando anche l’offerta formativa con gli ITS, che ha ancora a disposizione un miliardo di euro circa non spesi, ma soprattutto ancora non assegnati nel metodo».
«La presenza di Unimi a MIND – ha dichiarato l’amministratore delegato di Arexpo Igor De Biasio – conferma il grande valore strategico del distretto dell’innovazione che Arexpo sta sviluppando insieme a tutti i soggetti coinvolti. Si tratta anche di un importante segnale di ripresa del nostro Paese, gli investimenti a MIND superano infatti complessivamente i 4 miliardi di euro e sono in grande parte destinati a ricerca e innovazione».
Visione architettonica e campus
I terreni su cui verrà edificato il campus derivano da un contratto di compravendita siglato definitivamente con Arexpo a giugno, a seguito della delibera del consiglio di amministrazione della Statale. Il nuovo polo universitario si troverà nel cuore del quartiere MIND e la porta di accesso al Campus sarà il Learning Center, una biblioteca con 1.700 posti, aperta agli studenti e ai cittadini, e lungo il Decumano si svilupperà un grande parco pubblico, di cui la piazza dell’Università green diverrà un punto di riferimento per l’area.
La visione architettonica, firmata dallo studio di design e innovazione CRA-Carlo Ratti Associati, si basa sulla rivisitazione di cinque corti ispirate alle università italiane ed europee, un tributo e un linguaggio di continuità con la tradizione milanese e, in particolare, un omaggio alla Ca’ Granda, la storica sede centrale dell’Università degli Studi di Milano.
Il Campus, inoltre, oltre a prevedere numerosi spazi verdi di differente tipo di vegetazione per ogni corte, è stato progettato per essere misurato con la più alta certificazione energetico-ambientale internazionale Leed Gold. Particolare interesse sarà rivolto ai 18 pozzi di presa d’acqua di falda presenti nel sito, di cui 4 pozzi destinati al nuovo Campus, per il recupero energetico mediante scambio termico.
A completare il progetto del Campus MIND, inoltre, uno studio di servizi e infrastrutture a misura di studente, con la pianificazione di strutture da realizzare al di fuori degli spazi dedicati al Campus universitario, funzionali alla sostenibilità del progetto. Tra le cosiddette opere “ancillari”, oltre a 5.500 mq di area verde da destinare all’orto botanico, gli impianti sportivi, i nidi aziendali e le residenze. La Statale intende, infatti, potenziare i servizi legati al diritto allo studio, disponendo, in loco, di 1.100 posti letto in strutture residenziali, 400 dei quali da destinare agli studenti beneficiari di borse per il diritto allo studio, 600 destinati a studenti e 100 ad uso foresteria.
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