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Università Usa nella bufera: 50 incriminati per scandalo tangenti milionarie nelle ammissioni

di Marco Valsania

(REUTERS)

2' di lettura

NEW YORK - Un vasto scandalo di corruzione scuote nel profondo il mondo universitario americano, con ramificazioni anche nello sport, nello spettacolo e nel mondo aziendale americano. Procuratori federali hanno incriminato decine di persone, quasi 50 in tutto tra le quali allenatori di prestigiosi centri accademici, attori di Hollywood e leader di business, in una vasta truffa che vedeva di fatto la compravendita dell’ammissione degli studenti in cambio di ingenti bustarelle e tangenti, per un totale di svariati milioni di dollari. Gli studenti venivano accettati quali “atleti” sotto mentite spoglie, cioè senza avere alcun reale merito sportivo o accademico.

I nomi delle università nella bufera sono da shock: ci sono Yale, Stanford e la University of Southern California. Vale a dire la “crema” dell’accademia. Di rilevo anche i nomi degli attori coinvolti: tra questi Felicity Huffman e Lori Loughlin (entrambe arrestate), che avrebbero pagato le tangenti per ottenere in cambio l’ammissione dei propri figli. Nel mirino anche un noto avvocato e uno stilista di moda. Allenatori e dipendenti delle università in questione hanno intascato milioni di dollari in cambio della falsificazione del sistema di ammissioni.

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A far esplodere lo scandalo è stata la procura federale di Boston. Il suo responsabile Andrew Lelling ha definito la vicenda come il più grave e ampio scandalo nell’ammissione universitaria mai indagato e perseguito dal Dipartimento della Giustizia. Al cuore del caso è una società privata di gestione delle procedure e pratiche di ammissione con sede a Newport Beach in California. Genitori abbienti pagavano forti somme affinchè i loro “pargoli” potessero truccare i test di ammissione e inventare credenziali sportive. Il proprietario dell'azienda, William Rick Singer, è stato incriminato di una lunga serie di reati, da associazione a delinquere a riciclaggio di denaro, da ostruzione della giustizia a truffa ai danni degli Stati Uniti. L'impresa era nata nel 2007 e si chiama “The Edge College and Career Network”. Con un soprannome, però, forse rivelatore: “The Key”, la Chiave. Di ingresso nelle università, si intendeva, ma questa volta forse in prigione.

Il sistema universitario americano è oltretutto già attraversato da forti polemiche e crisi di credibilità che lo vedono accusato di perpetuare e rafforzare un clima sociale di elitismo e discriminazione, rischiando di minare alla radice la vantata meritocrazia americana. In discussione sono aspetti quali i costi sempre più elevati delle rette universitarie - oltre 50-60.000 dollari l’anno per gli istituti privati di maggior prestigio, parte della cosiddetta Ivy League e non solo. Sotto accusa è anche il fatto che gli studenti di fasce sociali meno abbienti, anche quando ammessi, spesso si trovano poi oppressi da impossibili ammontari di debito. Le università americane, uniche al mondo, mantengono oltretutto in vita una pratica di cosiddetta “legacy”, che favorisce apertamente i figli di chi già ha frequentato quelle istituzioni, e che rimane in vigore nonostante sia stata denunciata da più studi e libri.

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