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Uno sforzo globale per rendere più sostenibili le Pmi

Questa fase di straordinaria complessità, in cui si sta materializzando un radicale cambiamento nella geografia dei rischi globali ci dimostra come le variabili geopolitiche incidano sulla vita sociale e sulla continuità aziendale in maniera sempre più diretta e repentina.

di Elbano de Nuccio, Alan Johnson e Mark Vaessen

(athitat - stock.adobe.com)

3' di lettura

Questa fase di straordinaria complessità, in cui si sta materializzando un radicale cambiamento nella geografia dei rischi globali ci dimostra come le variabili geopolitiche incidano sulla vita sociale e sulla continuità aziendale in maniera sempre più diretta e repentina. La sostenibilità che abbiamo scelto è quella dei Sustainable development goals (Sdgs) e muove dalla necessità di promuovere processi di transizione nei settori economico-produttivi “insostenibili”. In molte giurisdizioni del mondo il legislatore sta implementando iniziative per ridurre le esternalità negative ambientali e sociali, tramite la promozione degli investimenti sostenibili e l’adeguamento dei processi di reporting e controllo aziendale a livelli di maggiore efficacia e trasparenza. Il governo di questi fenomeni non può però prescindere da un’azione politica ampia, congiunta e coordinata a livello internazionale, che trascenda l’ambito delle singole giurisdizioni.

Come professionisti economici, il primo contributo che possiamo fornire al benessere collettivo deriva dal possesso di specifiche competenze e conoscenze, nella consapevolezza della necessità di un cambiamento culturale nei comportamenti sociali e di uno sviluppo sistemico nei modelli produttivi. Sulla trasparenza dei comportamenti, dobbiamo perfezionare una sustainability and financial disclosure evitando il rischio di realizzare iniziative individuali e disomogenee: l’adozione di framework e standard tra loro incoerenti o non complementari può generare diversi riflessi sui processi di rendicontazione e di controllo. Dobbiamo essere in grado di trovare un punto d’incontro tra i diversi approcci al sustainability reporting. È interesse di imprese e cittadini trovare una sintesi nell’ottica della semplificazione, un equilibrio affinché princìpi e criteri di rendicontazione e controllo, tra loro analoghi o succedanei, possano essere applicati nei diversi contesti territoriali o economici del pianeta.

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Altro aspetto essenziale è la centralità delle Pmi nelle nostre iniziative e negli specifici interventi regolamentari e operativi nella costruzione di un ordine economico più adeguato agli attuali bisogni sociali e vincoli produttivi. Le Pmi sono il cuore pulsante della maggior parte delle economie nei vari Paesi del mondo. Il nostro apporto allo sviluppo del sistema passa quindi anche e soprattutto attraverso l’adozione della disclosure non finanziaria e di processi di controllo nella realtà di non grandi dimensioni.

Anche il percorso di ampliamento nell’adozione della informativa di sostenibilità non può che giovarsi di un’articolazione su un percorso di scalabilità, calibrato su richieste informative ad hoc su base dimensionale e settoriale.

Sul fronte del controllo, salutiamo con favore la proposta dell’International auditing and assurance standard board (Iaasb) di sviluppare uno standard internazionale “generale”, la cui applicazione possa prescindere dai diversi contesti giurisdizionali, allo scopo di consentire incarichi di sustainability assurance che forniscano una base comune per tutti i professionisti dove gli essenziali requisiti di efficacia e qualità dell’asseverazione siano soddisfatti, uno standard funzionale e applicabile nei vari contesti, ma anche perciò formalmente riconosciuto nelle diverse giurisdizioni.

In entrambi gli ambiti (reporting e assurance), infine, la diffusione delle tecnologie digitali può rappresentare un elemento importante, non più ai soli fini del miglioramento dell’efficienza aziendale, ma anche della misurazione degli impatti delle politiche di sostenibilità.

Nella realtà aziendale la sostenibilità ha un’influenza trasversale alle varie primarie funzioni, rispetto alle quali la disclosure costituisce un elemento di connessione determinante. L’idoneità dei professionisti a fungere da principale agente di cambiamento culturale e di alfabetizzazione operativa si concretizza, quindi, nella loro capacità di “gestire” insieme due tipologie di comunicazione un tempo autonome e distinte, integrando la sustainability disclosure formalmente ed effettivamente con la financial disclosure.

Dobbiamo promuovere, di più e meglio, l’idea della necessità di un cambiamento di approccio, specie, appunto, tra le Pmi. È chiaro che in Europa e nel mondo vi siano diverse anime e differenti posizioni, talvolta anche alquanto distanti, rispetto alla possibile “migliore” evoluzione del sistema economico; e, tuttavia, v’è piena consapevolezza del fatto che tale cambiamento costituisce il cardine per la transizione verso economie più sostenibili, verso “una” economia sostenibile.

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