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Uno sguardo ai trend Hr per il 2023: la parola chiave è flessibilità

Le imprese devono muoversi più rapidamente e distribuire in modo modulare talenti, processi di lavoro e interazioni tra dipendenti

di Gianni Rusconi

(vege - Fotolia)

3' di lettura

Flessibilità, accelerazione digitale, investimenti in tecnologie intelligenti, benessere finanziario dei dipendenti e gestione dei talenti: concetti se vogliamo noti, ma non per questo meno importanti nell’economia delle risorse umane anche per i prossimi mesi. Lo dice un’analisi condotta da Sd Worx, uno dei principali provider in Europa nel campo delle soluzioni Hr, secondo cui alla base di tutte le azioni che vedrà direttamente coinvolto il management aziendale deve esserci un cambio di mentalità cruciale, focalizzato sulla volontà di trasformare il cambiamento in opportunità.

La velocità dell’evoluzione che sta interessando trasversalmente il mondo delle risorse umane - fra nuovi modelli di business, il consolidamento dei mercati, l’accelerazione della digitalizzazione e la crescita esponenziale della domanda di figure professionali flessibili - impone necessariamente un approccio diverso rispetto al recente passato. Tutte le aziende, a prescindere da dimensioni e settore di competenza, sono quindi chiamate ad organizzarsi in modo flessibile (per potersi muovere più rapidamente) e a distribuire in modo modulare talenti, processi di lavoro e interazioni tra dipendenti anche con l'ausilio di strumenti tecnologici dedicati.

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La flessibilità e la fluidità delle risorse umane, questo l’assunto dell'analisi, saranno i concetti chiave del 2023 perché i confini fra i diversi reparti dell’organizzazione stanno scomparendo, la consapevolezza di un approccio altamente personalizzato nei confronti dei dipendenti si sta facendo strada e la priorità di tutti è capire come i talenti (anche quelli assunti a tempo determinato) possano completarsi a vicenda nel miglior modo possibile.

La flessibilità, secondo gli esperti di Sd Worx, è anche il motore che alimenta la digitalizzazione del comparto HR: se lo scoppio della pandemia di Covid-19 ha sancito l’accelerazione del processo di trasformazione legato alle nuove tecnologie, per la maggior parte delle organizzazioni la maturità digitale è ancora un traguardo da conquistare. E di conseguenza questo aspetto, e in particolare la necessità di superare la frammentazione delle applicazioni e di passare a soluzioni integrate all’interno di un’unica piattaforma, rimane al centro dell’attenzione per i responsabili delle risorse umane anche per il 2023 e oltre.

Un’altra voce da cerchiare in rosso nelle agende di chi guida le imprese è quindi lo “Smart Spend Management”. Cosa significa? Nel post pandemia, le aziende stanno valutando in modo più misurato i loro investimenti e selezionando in modo più attento gli strumenti per supportare i dipendenti in modo più integrato. Se portare all’esterno i processi di payroll sarà una delle priorità per meglio concentrare le risorse disponibili sul core business, il benessere finanziario dei lavoratori sarà oggetto di maggiore considerazione attraverso l’inclusione di premi “intelligenti” nelle politiche retributive, con opzioni personalizzate basate sul modello “pay on demand” o premi flessibili in cui i dipendenti determinano parzialmente la composizione del loro compenso.

Il 2023, come si diceva in precedenza, vedrà la corsa per accaparrarsi i talenti diventare ancora più serrata. A caratterizzare questa sfida sarà in particolare un cambiamento di potere: i dipendenti, forti della convinzione di ciò che è più importante per loro, si aspetteranno di essere maggiormente ascoltati e di avere più voce in capitolo sulle decisioni strategiche, e chiederanno inoltre regole flessibili per quanto riguarda contratti, orari e luoghi di lavoro e modalità di impiego (a tempo pieno o part time, in presenza o in smart working).

Questo cambiamento di scenario richiederà agli Hr manager uno sforzo aggiuntivo, che si proietta nel futuro. Ricorrere a strumenti di analytics per raccogliere informazioni data-driven sui talenti e sulle competenze di cui dispongono è infatti il primo passo per arrivare a mappare in modo proattivo i punti di forza dei dipendenti e creare le condizioni necessarie per aumentarne la massima occupabilità e per massimizzarne il percorso di sviluppo e di pianificazione della carriera. E così facendo, le aziende rafforzeranno la spinta interna dei talenti e il loro legame con l’organizzazione, valore che in tempi di cambiamento è tutt’altro che trascurabile.

“L’esercizio che le aziende faranno nel 2023 - ha commentato in proposito Laura Moncada, Sales Manager di SD Worx per Italia - è soprattutto quello dell’agilità, in quanto il contesto attuale non richiede solo di riconoscere le opportunità, ma anche di sfruttarle al massimo del loro potenziale per ottenere un impatto positivo per l’intera organizzazione”.


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