ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùConvegno a Pescara

Urgente riconquistare l’autonomia energetica

Il Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Chieti Pescara e Confindustria Chieti Pescara: necessario riavviare al più presto le filiere dell’industria estrattiva in Adriatico

di Michele Romano

3' di lettura

La crisi energetica del nostro Paese, che è anche una crisi europea, va affrontata in via prioritaria con soluzioni di breve termine: la ricerca di fonti alternative alla Russia per quanto riguarda la fornitura di gas, il mantenimento della nostra capacità a carbone, prevedendo nell’immediato anche la riapertura di alcune centrali che potrebbero essere successivamente richiuse, e anche con qualche forma di controllo del consumo del gas, compatibilmente con quello che si riuscirà a trovare sul mercato come alternativa alla fornitura russa, in modo da soddisfare tutti i segmenti della domanda proveniente dai settori di uso finale.

Approvazione delle iniziative del governo

Da Pescara, con la regia del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Chieti Pescara e Confindustria Chieti Pescara, arriva una sostanziale approvazione alle prime iniziative del governo, in attesa di conoscere anche le scelte di medio-lungo periodo che dovranno consentire all’Italia di soddisfare la sfida epocale “emissioni zero” entro il 2050, e il piano di sicurezza energetica nazionale, sollecitato dal presidente del Copasir, Adolfo Urso, che affranchi l’Italia dalla dipendenza estera, «in un quadro europeo e atlantico», perché sicurezza energetica «significa in primo luogo sicurezza dell'approvvigionamento e sua diversificazione».

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Ruolo attivo delle imprese

Tutti obiettivi per i quali anche le imprese hanno un ruolo attivo: nel decreto che il governo ha in gestazione per rilanciare le fonti rinnovabili si punta sia su impianti allestiti sui tetti di edifici pubblici e privati, obiettivo che per Angelo Maria Taraborrelli, docente di politiche energetiche e ambientali alla Luiss, «flirta perfettamente anche con la piccola impresa», sia su impianti più strutturati e di grandi dimensioni, «per i quali è necessario che scendano in campo i grandi operatori». Per il docente, la vera promozione di questi investimenti, tenuto conto della competitività che ha raggiunto il comparto della produzione di energia da fonti rinnovabili, la si fa «rivedendo l’assetto istituzionale del settore, così da accelerare i tempi utilizzativi».

La fascia Adriatica

Del resto, i tempi lunghi hanno allontanato gli investimenti privati da questo settore. È quanto è successo, ad esempio, lungo l’intera fascia adriatica, che ha perso negli anni la sua capacità estrattiva e gasifera, per le lungaggini burocratiche «figlie di politiche populiste, che hanno soddisfatto i comitati no-trivelle senza tenere conto della maggioranza dei cittadini e delle necessità delle imprese, e di politiche di disincentivazione e di normative regionali, che hanno mitigato in maniera importante lo sviluppo di campi fotovoltaici e di centrali eoliche, in un’area che si invece si presta particolarmente bene al loro sviluppo», sottolinea Cristiano D’Ortenzio, vicepresidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Chieti-Pescara, parlando di «una vera e propria migrazione delle aziende dell’Oil&Gas dall'Abruzzo verso altri lidi», con il conseguente azzeramento della filiera collegata e «capace di supportare quel che era un modello di business efficiente». Decine di aziende che producono componenti e macchine, che si occupano di engineering e progettazione, della gestione, del trasporto, della distribuzione e dell’utilizzo delle risorse energetiche e quelle dei servizi B2B e di consulenze in materia di sicurezza e ICT: «Una filiera che può essere velocemente riattivata».

In palio l’autosufficienza energetica

Nella partita dove in palio c’è l'autosufficienza energetica dell’Italia e una strategia di medio-lungo periodo e l’abbattimento delle emissioni di gas serra, il convegno di Pescara ha riportato al centro anche il nucleare, tema condizionato nel nostro Paese dall’esito del referendum dell’87 e da una resistenza ancora forte dell’opinione pubblica, che può essere superata – parole di Taraborelli – «solo con una larga intesa tra le forze politiche, capace di guidare l’opinione pubblica in direzione della ripresa del nucleare», direzione presa anche a Bruxelles, che ha incluso la tassonomia verde tra le fonti energetiche a zero emissioni, ma i cui tempi di realizzazione sono comunque molto lunghi. «Non arrivare ad occuparci dei problemi quando i segnali sono forti – è l’auspicio del presidente di Confindustria Chieti Pescara Silvano Pagliuca –. Abbiamo attraversato la pandemia, durante la quale abbiamo recuperato il gap della digitalizzazione e oggi la crisi energetica fa emergere quanto pesi la nostra dipendenza: le fonti rinnovabili sono evidentemente la strada da seguire, come già hanno fatto altri Paesi».

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