Usa, Biden lancia stretta sugli investimenti tech in Cina
Il giro di vite nell’ordine esecutivo del Presidente riguarda semiconduttori d’avaguardia, quantum computing e sistemi di intelligenza artificiale
di Marco Valsania
2' di lettura
Joe Biden fa scattare una nuova stretta nei confronti di Pechino: ha firmato un ordine esecutivo presidenziale che intende limitare gli investimenti americani e il trasferimento di know how in Cina in segmenti avanzati del settore hi-tech. L’ordine rappresenta un passo circoscritto, ma evidenzia la strategia adottata dalla Casa Bianca volta ad arginare l’accesso della potenza asiatica, considerata dagli Usa il principale avversario strategico al mondo, a tecnologie considerate di importanza critica e che potrebbero sostenere la sua grande macchina bellica.
La mossa è dettata da motivi “di sicurezza nazionale e non economici”, ha affermato un funzionario dell’amministrazione. Ma l’azione minaccia ugualmente ulteriori escalation nella tensione bilaterale. Un portavoce dell’ambasciata di Pechino negli Usa ha criticato duramente la decisione in una dichiarazione al Washington Post: “Gli Stati Uniti politicizzano la tecnologia e le questioni commerciali e le usano come strumento e arma nel nome della sicurezza nazionale. Difenderemo ii nostri interessi e diritti”.
Le norme non sono ancora definitive: saranno oggetto di un periodo di commenti pubblici che dovrebbero durare alcuni mesi. Prevedono, accanto alle restrizioni, anche una maggior trasparenza e visibilità nei rapporti tra la Corporate America e Pechino, con nuovi obblighi per le finanziarie di riportare al governo i loro investimenti in Cina, compresa la notifica di futuri impegni in società che sviluppano tech nei settori sotto osservazione.
Al Congresso americano si sono levate le voci di falchi che invocano misure più aggressive, soprattutto tra l’opposizione repubblicana. Dal business Usa sono arrivati invece di recente appelli a non eccedere in generale nelle restrizioni contro la Cina, per evitare danni a imprese americane impegnate sul mercato della potenza asiatica
Le nuove iniziative erano ormai attese da tempo, in discussione da due anni, ed erano state anticipate a Pechino stessa dal Segretario al Tesoro Janet Yellen durante un suo recente viaggio nelle capitale cinese. Le restrizioni imposte nell’ordine esecutivo riguardano più in dettaglio i semiconduttori d’avaguardia, il quantum computing e alcuni sistemi di intelligenza artificiale.
Il giro di vite colpisce direttamente investimenti da parte di società Usa di private equity e venture capital oltre a joint ventures in gruppi cinesi impegnati sulle frontiere sopra indicate. Al Segretario al Tesoro viene affidata l’autorità di regolamentare queste operazioni e viene contemplato il blocco totale degli investimenti in specifici sotto-settori, quali sistemi di AI destinati anzitutto a uso militare e di intelligence e software per l’automazione della progettazione di chip per la quantum technology che possano “compromettere crittografia e altri controlli di cybersicurezza e mettere a rischio le comunicazioni militari”.
Più ancora dei flussi di capitale è il trasferimento di conoscenze, che viaggerebbero al loro fianco, il principale obiettivo dell’amministrazione attraverso il nuovo ordine. “In ultima analisi la Cina non ha bisogno dei nostri soldi, è un esportatore netto di capitali. La cosa che occorre prevenire è l’accesso al know-how che non hanno”, ha sottolineato un collaboratore di Biden.
«L’amministrazione Biden è impegnata a mantenere l’America sicura e a difendere la sicurezza nazionale tutelando tecnologie che sono cruciali per la prossima generazione di innovazione militare», ha messo in evidenza la Casa Bianca.
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