Usa, Biden vince in quattro stati su sei e aumenta il vantaggio su Sanders
L’ex vice presidente conquista Michigan, lo stato operaio dell’auto e di Detroit, Mississippi, Missouri e Idaho. Il senatore del Vermont sempre più indietro
dal nostro corrispondente Riccardo Barlaam
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NEW YORK - Con il coronavirus che continua a diffondersi negli Stati Uniti dove ha superato quota mille casi, con oltre 450 nuovi casi solo nelle ultime 24 ore, le primarie democratiche sono diventate qualcosa di lontano, come vedere un vecchio film. Ieri i candidati rimasti in corsa a contendersi la nomination, Bernie Sanders e Joe Biden, hanno annullato due eventi elettorali in Ohio e in Florida per evitare assembramenti.
Mini Super Tuesday
La giornata era importante perché si è votato in altri sei stati, in quello che è chiamato il “mini super martedì”, che ha perso di mordente con l'emergenza del Covid 19. Si è votato in Michigan, lo stato di Detroit, dell'automotive e della classe operaia. Nello stato di Washington, a Nord della California, il più colpito dal virus. In North Dakota, in Missouri, nell'Idaho e in Mississippi. In palio un totale di 352 delegati sui circa 4mila totali. Il Michigan era il più importante con 125 delegati.
Quattro su sei per Biden
Joe Biden ha vinto in quattro dei sei stati, a scrutini ancora in corso. Era prevista la sua vittoria in Mississippi, stato del sud a maggioranza di votanti afroamericani, dove l’ex vice di Obama ha stravinto con oltre l'80% dei voti, in Missouri e nell'Idaho. Ma la sua affermazione più importante è stata in Michigan, un baluardo dei democratici, stato del Midwest, di Detroit dell'industria dell'auto e della classe operaia che metteva in gioco il maggior numero di delegati. Biden ha avuto la meglio sul progressista Sanders, in uno stato nel quale nelle scorse primarie quest’ultimo aveva battuto a sorpresa Hillary Clinton.
In testa nella conta dei delegati
A risultati ancora non definitivi, nella conta dei delegati per la convention del partito di luglio in Wisconsin nella quale verrà nominato il candidato che sfiderà Trump, Biden è sempre più in testa con 820 delegati contro 662. La corsa non è finita, ma la rimonta di Sanders sembra sempre più difficile. La prossima settimana si voterà in Florida, e poi in Ohio, Illinois e soprattutto a New York. Per conquistare la nomination al primo voto del congresso ci vogliono 1991 delegati.
Il sostegno degli ex
Biden può contare anche sui delegati arrivati in dote da Michael Bloomberg (61), Pete Buttigieg (26) e Amy Klobuchar (7) i candidati moderati che si sono ritirati dalla corsa e hanno dato il loro endorsement all'ex vice di Obama che in un paio di settimane ha completamente modificato la corsa democratica. Grazie all'establishment del partito che si è stretto attorno alla sua candidatura contro l'avanzata che sembrava inarrestabile del senatore del Vermont che si definisce socialista democratico, il più progressista, quello con il maggior seguito popolare tra i giovani, le donne e i latinos.
L’attesa per Elizabeth Warren
Alla conta dei delegati da assegnare manca la senatrice Elizabeth Warren che ha abbandonato la corsa elettorale e ne ha 69 in eredità ancora da assegnare. Warren, l'altra candidata progressista, si è ritirata dalle primarie ma non ha sciolto le riserve su chi sosterrà. E'corteggiata da entrambi i candidati. E qualcuno a Washington comincia a ipotizzare un possibile ticket con Biden in cambio della vicepresidenza.
Per approfondire:
● Joe Biden stravince le primarie in South Carolina
● La prova di forza di Sanders in Nevada
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