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Usa: Bloomberg si ritira. Biden vola nel Super Martedì e ferma Sanders

L’ex vice di Obama vince in nove stati mentre al senatore del Vermont va la California. Determinante l’endorsement arrivato dagli altri candidati. In rialzo i future di Wall Street

dal nostro inviato Riccardo Barlaam

Usa 2020, al Super Tuesday tutti (o quasi) con Joe Biden

4' di lettura

AUSTIN (TEXAS) - Il Super Martedì dice tre cose finora, a risultati ancora parziali. È stata la notte di Joe Biden, il candidato moderato che ha vinto in nove stati. In tutti gli stati del Sud, nel Midwest e in New England. Ha vinto in North Carolina, Alabama, Texas, nel Tennessee flagellato dal tornado, Oklahoma, Arkansas, e poi nella sua Virginia, in Minnesota e in Massachussetts (e mercoledì anche nel piccolo stato orientale del Maine).

Sanders insegue a sorpresa
Bernie Sanders è stato sconfitto a sorpresa in molti stati, fino alla vigilia favorito in tutti i sondaggi in 12 stati su 14. Il senatore progressista si trova ora a rincorrere. Ha vinto nel suo Vermont, in Colorado, Utah e soprattutto ha preso in premio la California, lo stato più importante dove dovrebbe avere vinto con un forte vantaggio: il suo staff a Los Angeles ha chiesto con urgenza al comitato elettorale la possibilità di tenere aperti di due ore in più i seggi per consentire il voto alle lunghe code rimaste fuori. Anche a Austin, la città più liberal del “lone star state” ci sono state lunghe file nei seggi fino a tarda sera.

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Il flop di Bloomberg
Michael Bloomberg ha fatto flop. Ha vinto solo nelle Samoa americane. Nonostante il bombardamento mediatico e gli 800 milioni di dollari spesi finora nella campagna elettorale per gli spot televisivi, i social media e tutto il resto, qualche ora dopo questo risultato negativo l’ex sindaco di New York ha deciso di ritirarsi e di appoggiare Joe Biden. Il presidente Donald Trump da parte sua aveva infierito subito sul miliardario, newyorkese come lui, commentando: «Il vero perdente è lui».

Future di Wall Street in rialzo
I future di Wall Street sono in rialzo per la rimonta di Biden sul candidato che vuole tassare gli scambi e regolamentare maggiormente il settore della finanza e delle banche. I future del S&P 500 sono in rialzo di oltre l’1% dopo aver perso circa il 3% ieri nonostante il taglio dei tassi di 50 punti base della Fed sui timori di una frenata dell’economia per il coronavirus.

La rimonta di Biden
La rimonta di Biden in soli 4 giorni, dopo aver stravinto il turno delle primarie in South Carolina sabato scorso con quasi il 50% dei voti, è continuata anche nel turno in cui si è votato in 14 stati americani, un terzo degli elettori democratici. Nel Super Tuesday sono in palio 1.357 delegati per la Convention nazionale del partito democratico. Biden ha conquistato finora 252 delegati, Sanders 183. Biden è passato al primo posto nel contaggio totale con 305 delegati e ha distanziato Sanders che è ora a 243 delegati, Warren 18 e Bloomberg 8. Per vincere la nomination sono necessari 1.991 delegati. La corsa è ancora aperta ma si è ridotta ai due candidati.

L’endorsement dei candidati e dei sindaci
Nel cambio di marcia dell'ex vice presidente di Obama sono stati determinanti gli endorsement arrivati nelle ultime ore dagli altri candidati usciti dalla corsa: Pete Buttigieg, Amy Klobuchar e, in ultimo, il texano Beto O' Rourke, seguiti da tante altre manifestazioni di sostegno arrivate dai sindaci delle maggiori città a guida democratica. I tre candidati dem sono apparsi in un comizio assieme a Biden lunedì sera a poche ore dall’apertura dei seggi e gli hanno tirato la volata con la clamorosa rimonta. Determinanti, ancora, sono stati i voti degli afroamericani degli stati del Sud, che hanno preferito la continuità e le politiche moderate agli scarti riformisti.

Ha vinto l’establishment
La balena blu, l'establishment del partito si è compattato di fronte a quelli che potevano apparire come due corpi estranei, da punti di vista diversi: il progressista Bernie Sanders, e il miliardario filantropo Bloomberg, repubblicano moderato che ha preso la tessera dem solo nel 2018, dopo due anni di presidenza Trump. La direzione sembra essere chiara e ha ribaltato i termini di forza all’interno del partito.

«Siamo più vivi che mai»
Biden che fino all’altro ieri sembrava un morto che cammina, ora potrebbe vincere il maggiore numero di delegati e si ritrova a guidare il treno per la conquista della nomination. Tra le due anime del partito democratico ha vinto quella centrista e moderata.

«Non lo chiamano Super Tuesday per niente» ha detto Biden subito dopo le prime proiezioni. «Siamo più vivi che mai», ha commentato parlando ai suoi supporter in California. Nelle prime tre primarie in Iowa, Nevada e New Hampshire l’ex vice presidente di Obama aveva riportato risultati sotto le aspettative.

Sanders non si dà per vinto
Sanders in ogni caso non alza bandiera bianca. «Vinceremo la nomination democratica e sconfiggeremo il più pericoloso presidente nella storia di questo Paese», ha detto in un discorso in Vermont davanti ai suoi sostenitori dove ha parlato anche di Biden senza nominarlo direttamente, criticando il suo voto per la guerra in Iraq nel 2002 e il sostegno agli accordi sul commercio globale ai quali Sanders si è opposto.
La disfatta di Warren
Il voto è stato particolarmente sfavorevole inoltre per Elizabeth Warren, che è finita sempre dietro Sanders e Biden e non è riuscita a vincere neanche nel suo Massachusetts. Bloomberg dai primi risultati oltre alla vittoria nelle Samoa, ha riportato oltre il 15% dei voti e conquistato qualche candidato in Tennessee, Texas, Colorado e Arkansas.
Il prossimo turno delle primarie si svolgerà martedì 10 marzo, quando si voterà in Idaho, Michigan, Mississippi, Missouri, North Dakota e nello stato di Washington.

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