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Usa-Cina: segnali di distensione sui dazi

Continuano i contatti per mettere a punto la tregua e Pechino concede esenzioni su alcuni prodotti chimici. La Casa Bianca: «Troppo alto il deficit con la Ue»

di Gianluca Di Donfrancesco

Il presidente Usa Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping

2' di lettura

Segnali di distensione sull’asse Cina-Stati Uniti, in attesa della messa a punto della tregua che promette di fermare l’escalation tra le due superpotenze. L’attenzione della Casa Bianca ora rischia di spostarsi di nuovo sull’Europa.

La tregua con la Cina
Pechino fa sapere che le parti sono in contatto, con l’obiettivo di arrivare alla firma della così detta «Fase 1» dell’intesa, nella quale Washington abbasserà parte dei dazi imposti sui beni importati dalla Cina e Pechino si impegnerà ad aumentare gli acquisti di prodotti made in Usa.

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Il portavoce del ministro del Commercio, Gao Feng, ha però detto che al momento non ci sono dettagli da comunicare.

In ogni caso, il Governo cinese ha deciso di esentare, a partire dal 26 dicembre, alcuni prodotti chimici statunitensi dai dazi imposti lo scorso anno: si tratta di sei categorie di prodotti chimici, tra cui la paraffina, derivato del petrolio che si trova nei cosmetici e negli alimentari. L’esenzione varrà per un anno. In un secondo momento, aggiungono le autorità cinesi, sarà pubblicata un’ulteriore lista di prodotti da alleggerire dalle tariffe.

Secondo Kelly Cui, di Wood Mackenzie, le esenzioni concesse andranno a beneficio di società come Dow Chemical, Exxon Mobil e Chevron Phillips Chemical. Il 6 dicembre, la Cina aveva concesso esenzioni su alcune forniture dagli Usa di soia e carne di maiale.

Stando ai negoziatori americani, Pechino si sarebbe impegnata ad accrescere le importazioni dagli Usa di almeno 200 miliardi di dollari per i prossimi due anni. Sempre secondo Washington, la Cina aumenterebbe gli acquisti di prodotti alimentari di 32 miliardi di dollari (sempre nel biennio), portando così la media annua a 40 miliardi, dai 24 del 2017, prima dell’inizio della guerra commerciale.

Venerdì 13, dopo l’annuncio della tregua, Pechino ha assicurato che avrebbe aumentato le proprie importazioni di grano, riso, mais, energia, prodotti farmaceutici e servizi finanziari. Per il resto, non ha offerto molte conferme della versione dell’accordo resa dalla controparte americana.

Resta poi da vedere in che modo sarà articolato il delicato capitolo della tutela della proprietà intellettuale e della lotta alla pirateria industriale.

Il fronte europeo
Se il fronte sino-americano della guerra commerciale sembra indirizzato verso la de-escalation, potrebbe al contrario riaccendersi la tensione su quello tra Stati Uniti e Ue. Mercoledì, il Rappresentante al Commercio Robert Lighthizer è tornato a suonare la carica in una intervista con Fox News: «I nostri rapporti con l’Europa sono molto sbilanciati, con un deficit di 150, forse quest’anno 180 miliardi di dollari (150 nei primi 10 mesi del 2019, ndr). Non può andare avanti così». Nei primi 10 mesi del 2019, il disavanzo Usa nei confronti della Cina è stato di 295 miliardi dollari.

Lo scorso anno gli Stati Uniti hanno imposto dazi sull'import di acciaio e alluminio, ai quali l’Europa ha risposto con contromisure speculari. Un accordo tra il presidente Usa, Donald Trump, e l’ex presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, nel luglio del 2018, ha assicurato una tregua che ha congelato la minaccia di dazi sulle auto europee. Ma il fronte potrebbe tornare ad accendersi nel 2020.

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