Usa-Germania, è accordo per il via libera al gasdotto Nord Stream 2 dalla Russia
Un protocollo in quattro capitoli supera le tensioni fra i due alleati. Per arginare Mosca promessi aiuti energetici e diplomatici all’Ucraina
di Marco Valsania
4' di lettura
Accordo fatto su Nord Stream 2 tra Stati Uniti e Germania. Washington e Berlino hanno raggiunto e annunciato un'intesa che spiana la strada al completamento e al varo del grande gasdotto tra la Russia e il territorio tedesco, disinnescando tensioni transatlantiche nate dalla preoccupazione americana che il progetto possa nutrire le aggressive ambizioni internazionali di Mosca. Il compromesso, in cambio del semaforo verde statunitense, vede la Germania al fianco degli Usa offrire nuovi investimenti e assistenza energetica e diplomatica all'Ucraina, impegnata in un duro confronto con il Cremlino. Eventuali rappresaglie contro Mosca restano in gioco in caso futuri comportamenti aggressivi del Cremlino sul fronte internazionale. Il gasdotto, lungo 764 miglia e costato 11 miliardi, è considerato di vitale importanza dalla Germania per assicurarsi nuove forniture energetiche.
I frutti del disgelo di maggio
L'amministrazione di Joe Biden, in un gesto di disgelo verso Berlino, aveva già sospeso in maggio sanzioni contro il gruppo – russo, con sede in svizzera e guidato da un Ceo tedesco – che dovrebbe completare il gasdotto entro fine 2021. Biden nei giorni scorsi ha inoltre incontrato il cancelliere tedesco Angela Merkel, primo leader europeo in visita alla Casa Bianca, anche se per l'occasione il nodo Nord Stream è rimasto sullo sfondo.
Quattro capitoli d’intesa
L'intesa bilaterale adesso sottoscritta, articolata in quattro capitoli, è imperniata su sforzi comuni volti ad arginare un'eccessiva influenza russa grazie al gasdotto: la Germania ha accettato di creare e gestire un nuovo fondo da un miliardo di dollari per tecnologie verdi in Ucraina, comprese fonti rinnovabili di energia, sostenuto da un investimento iniziale da 150 milioni di euro. Altri 70 di milioni vengono dedicati a iniziative di sicurezza energetica a favore di Kiev. Ancora: Berlino sponsorizzerebbe negoziati in campo energetico nell'ambito dell'Iniziativa dei Tre Mari, forum di paesi dell'Europa centrale e orientale in seno all’Ue.
Berlino tratterà con Mosca a favore di Kiev
Stati Uniti e Germania diventano poi garanti, nonostante il nuovo e alternativo gasdotto sottomarino che attraversa il Mar Baltico, di continui pagamenti stimati in 2-3 miliardi di dollari l'anno versati oggi da Mosca a Kiev quali costi di transito per l'uso della rete energetica del Paese. I versamenti sono previsti da un esistente patto energetico russo-ucraino in scadenza nel 2024. Berlino si è impegnata a negoziare con Mosca per conto di Kiev una estensione di dieci anni di quel contratto.
No di Berlino al “kill switch”
L'obiettivo esplicito di queste misure è promuovere l'indipendenza energetica di Kiev e assicurare che Mosca non sia in grado di utilizzare l'energia quale strumento coercitivo o di ricatto all'estero. Non sono mancate divergenze sui dettagli concreti: Berlino ha respinto una richiesta americana di inserire nell’accordo un vero e proprio “kill switch”, una clausola che permetta ai tedeschi di bloccare rapidamente il gasdotto in risposta ad azioni di Mosca considerate dannose per i paesi limitrofi e le capitali occidentali. I negoziatori della Merkel avrebbero bocciato l'idea come legalmente insostenibile, perché indebita interferenza dello stato nei confronti di un'azienda privata.
Nuove sanzioni davanti a aggressioni russe
La Germania ha però accettato di considerare, se necessario, il ricorso a future sanzioni contro il settore energetico di Mosca. “Se la Russia dovesse tentare di usare l’energia come un’arma per commettere ulteriori atti di aggressione contro l’Ucraina, la Germania interverrà a livello nazionale e premerà per misure efficaci a livello europeo comprese sanzioni per limitare l’export russo in Europa nel settore energetico”, ha asserito un funzionario statunitense nel descrivere l’intesa.
Missioni a Kiev e Varsavia
Washington e Berlino hanno in queste ore anche già lanciato missioni per superare il nervosismo nei paesi geograficamente più esposti a Mosca. Esponenti del Dipartimento di Stato e del governo tedesco sono volati a Kiev per illustrare i punti dell'accordo e una delegazione Usa era attesa a Varsavia in Polonia. Ucraina e Polonia si sono sempre opposti al Nord Stream 2.
Una lunga battaglia
Il compromesso tedesco-americano arriva dopo protratte polemiche tra gli alleati occidentali sul progetto. L'opposizione a Nord Stream era stata netta da parte delle due precedenti amministrazioni statunitensi, guidate dal repubblicano Donald Trump e dal democratico Barack Obama, dove Biden era vicepresidente. Il caso aveva allungato ombre sulle relazioni tra due stretti alleati quali Washington e Berlino. Da presidente Biden ha tuttavia dato priorità ad un risanamento dei rapporti transatlantici, finiti ostaggio di crescenti frizioni economiche e politiche nell'era Trump che andavano oltre Nord Stream. La Casa Bianca, pur rimanendo di principio contraria al gasdotto, avrebbe insomma deciso che il ritiro della sua opposizione al progetto è un prezzo che vale la pena di pagare per rafforzare le alleanze in Europa e, alla fine, per meglio contrastare in questo modo Vladimir Putin, la meta strategica di Washington. Il Dipartimento di Stato ha inoltre sottolineato come il progetto sia ormai ultimato al 90%, rendendo a suo avviso impossibile arrestarlo anche con sanzioni.
Nuove critiche
Ma le critiche all'accordo non sono venute meno, neppure negli Stati Uniti, a cominciare dai banchi dell’opposizione repubblicana. Il senatore conservatore Pat Toomey ha denunciato ogni intesa su Nord Stream 2 come “fallimentare” e domandato sanzioni per “impedire a Mosca di trasformare in un'arma le forniture di gas in Europa”. Di sicuro, stando agli esperti, per la Russia Nord Stream 2 dovrebbe tradursi in un raddoppio dei volumi di gas naturale esportati direttamente in Germania e quindi in Europa.
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