Senato favorevole

Usa, la giudice Jackson prima afroamericana alla Corte suprema

Nomina confermata con 53 voti a favore, tra cui tre repubblicani, e 47 contrari, tutti del Grand Old Party

Il presidente Usa Joe Biden si congratula con la giudice Ketanji Brown Jackson per la nomina alla Corte suprema confermata dal Senato - Afp

2' di lettura

La giudice Ketanji Brown Jackson è stata confermata dal Senato americano alla Corte suprema con 53 voti a favore, tra cui tre repubblicani, e 47 contrari, tutti del Grand Old Party. La candidata del presidente Joe Biden è la prima donna afroamericana a ricoprire l’incarico. La conferma è stata salutata da un fragoroso e lungo applauso dei democratici.

La vice presidente americana Kamala Harris si è comossa quando ha annunciato la conferma. Sorriso e occhi lucidi Harris, a sua volta prima donna di colore alla vicepresidenza, aveva la voce tremante quando ha comunicato all’aula del Senato l’esito del voto.

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«Oggi è un giorno storico per gli Stati Uniti e la realizzazione della promessa del presidente Joe Biden». Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, a proposito della conferma alla Corte Suprema del giudice Ketanji Brown Jackson.

In this image from video from Senate Television, Vice President Kamala Harris prepares to read the final vote count of 53-47 as the U.S. Senate votes to confirm Ketanji Brown Jackson to the Supreme Court at the U.S. Capitol, Thursday, April 7, 2022, in Washington. (Senate Television via AP)

L’identikit della giudice

Cinquantuno anni, due figlie Talia e Leila, laureata ad Harvard, nella sua lunga carriera Brown Jackson ha partecipato anche alla difesa di un detenuto di Guantanamo. Incarico per il quale è stata attaccata dai senatori repubblicani durante le audizioni per la conferma. Biden, che l’ha scelta, ne ha spesso lodato le qualità “straordinarie” sottolineando il bisogno della Corte Suprema di “essere specchio del paese” e riflettere le sue diversità .

Con Jackson gli equilibri interni alla Corte Suprema non sono destinati a cambiare: prenderà il posto di Stephen Breyer, nominato da Bill Clinton. Il suo ingresso fra i saggi comunque è un passo storico perché è la prima donna afroamericana, la terza persona di colore nominata nei 233 anni di storia della Corte Suprema, e fa salire a quattro il numero delle donne che siedono fra i saggi che, per oltre due secoli, sono stati un club solo ed esclusivamente di uomini bianchi.

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