Usa, niente dazi sulle auto Ue e disponibilità a negoziare sul Parmigiano
Usa, niente dazi sulle auto Ue e disponibilità a negoziare sul Parmigiano
Dal nostro inviato Riccardo Barlaam
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WASHINGTON - Nel secondo giorno della sua visita americana Sergio Mattarella ha incontrato i parlamentari di origine italiana e la speaker della Camera Nancy Pelosi al Congresso degli Stati Uniti. Nel luogo che è, come ha ricordato, «il cuore pulsante della democrazia» americana. Mattarella ha reso un tributo ai «milioni di americani di origine italiana che si affermano ogni giorno, contribuendo al successo di questo Paese».
Inevitabilmente al centro della visita ci sono le preoccupazioni per l’entrata in vigore oggi dei 7,5 miliardi di dazi Usa, decisi dal panel Wto sugli aiuti europei ad Airbus. Dazi che colpiscono una lista di prodotti lunga otto pagine, tra cui figurano circa 450 milioni di euro di prodotti agroalimentari italiani, come il Parmigiano Reggiano.
Mattarella, sia alla Casa Bianca nell’incontro con Donald Trump, che ieri al Congresso, ha ripetuto l’importanza di tendere a soluzioni negoziali che tengano conto delle esigenze di entrambi i Paesi. «Le relazioni economiche tra Stati Uniti e Italia, così come tra Usa e Ue, hanno avuto e continuano ad avere un peso ineguagliabile per la reciproca prosperità».
Trump ha assicurato la disponibilità a rivedere il capitolo dei dazi Wto riguardante l’Italia. Disponibilità confermata ieri da Larry Kudlow, il direttore del National Economic Council al Forum organizzato dal Council for the United States and Italy, a margine della visita del capo dello Stato nell'Ambasciata italiana, alla presenza del ministro degli Esteri Luigi Di Maio e della comunità degli imprenditori e degli economisti italiani presenti in questi giorni a Washington.
Kudlow, che era già stato consigliere economico con Reagan, ha spiegato che le politiche economiche di Trump puntano verso tre obiettivi fondamentali: crescita, occupazione e incremento dei dazi per diminuire i disavanzi commerciali. «Non siamo perfetti, ma quello che Trump sta cercando di fare è la nuova versione delle politiche economiche di Reagan che all'epoca ebbero tanto successo». Kudlow si è detto contrario alle tariffe: «Io sono per il free trade, ma quello che Trump sta cercando di fare è riequilibrare i conti in situazioni in cui l'America è penalizzata». Il primo riferimento è alla Cina. Ma anche l'Europa, con la quale da luglio sono cominciati i negoziati bilaterali per scrivere un nuovo accordo commerciale, con i 7,5 miliardi di dazi che entrano in vigore oggi, e i dazi su auto e componentistica Ue che rischiano di essere decisi da Trump a metà novembre.
«Non credo che succederà - ha affermato il consigliere economico del presidente – Trump non vuole imporre i dazi alle auto e alla componentistica. Lo ha già detto nell'incontro con Mattarella». Aperture anche sui dazi contro il Parmigiano e l’agroalimentare italiano: «Ci sono sei mesi di tempo per negoziare un accordo migliore che tenga in considerazione le legittime preoccupazioni dell'Italia. A me piace il Parmigiano. Io non voglio tassarlo».
Quello che però gli Stati Uniti cercheranno di strappare all'Ue nel nuovo accordo è l’eliminazione delle barriere sull’export di prodotti agroalimentari Usa verso l’Europa, dalle “steak” al Parmesan. Lo ha fatto capire ieri al Forum economico del Consiglio Italia-Usa, Philip Reeker, il responsabile del Bureau degli Affari Europei al Dipartimento di Stato. Kudlow - come Trump peraltro - si è augurato che i rapporti economici tra i due Paesi possano crescere ulteriormente dai 72,8 miliardi di dollari di scambi del 2018 (+13,7% sul 2017). «Nel lungo termine – ha detto – l'Italia ha le possibilità per far salire il Pil del 3-4% l'anno, molto più dell'1% attuale con politiche che incentivino le imprese e riducano la tassazione».
La tecnologia è centrale ed è uno dei principali driver della crescita economica. Forse proprio per questo motivo il presidente Mattarella – primo presidente dopo Pertini a volare verso la Costa Ovest - oggi concluderà la sua tre giorni americana in California, tra San Francisco e l'Università di Stanford. Nel cuore della Silicon Valley.
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