Vaccino Johnson & Johnson: slitta il lancio in Europa dopo lo stop Usa per il rischio di rare trombosi
Fda e Cdc sospendono le dosi di J&J nei siti federali e chiedono agli stati americani e ai centri di somministrazione di fare altrettanto
di Marco Valsania
3' di lettura
Stop immediato al vaccino di Johnson & Johnson negli Stati Uniti. Le autorità sanitarie americane hanno raccomandato la sospensione totale e senza indugi dell'utilizzo del vaccino di J&J contro il coronavirus, citando il rischio che possa causare una “rara e severa” forma di trombosi. Ad oggi sei donne sono state colpite in America da simili reazioni al vaccino e una paziente è morta.
L’azienda ha comunicato che, in accordo con le autorità Ue, ha anche deciso di rinviare la messa in commercio in Europa in chiave precauzionale. Proprio oggi è previsto l’arrivo di 184mila dosi in Italia. Nel secondo trimestre J&J dovrebbe distribuire 55 milioni di dosi all’Unione Europea, una quota rilevante dei 360 milioni di fiale previsti in tutto nel periodo. Anche il Sudafrica, dopo lo stop degli Stati Uniti, ha sospeso temporaneamente la somministrazione del vaccino.
L’annuncio delle autorità americane
La decisione è stata annunciata con un comunicato congiunto dalle due agenzie competenti, la Food and Drug Administration, che ha la supervisione dei farmaci, e il Center for Disease Control and Prevention, il Centro per controllo e prevenzione delle malattie infettive. Conferenze stampa e riunioni d'emergenza delle commissioni delle due authority sono previste nelle prossime ore e giorni. Il Cdc ha annunciato in particolare una riunione per mercoledì del suo Comitato di consulenza sulle pratiche di immunizzazione per esaminare i casi riportati e la Fda a sua volta indagherà sulle cause delle reazioni.
Eventi estremamente rari
Nel comunicato, i due organismi indicano che gli “eventi negativi” appaiono “al momento estremamente rari” ma che “la sicurezza dei vaccini è una priorità del governo federale”. La “pausa” viene raccomandata quale “misura di precauzione”. Cdc e Fda avvertono che “persone che hanno ricevuto il vaccino J&J e sviluppano forti emicranie, dolori addominali, dolori alle gambe, o difficoltà a respirare entro tre settimane dalla vaccinazione devono contattare i loro medici”. Il trattamento di questo tipo di trombosi, la cerebral venous sinus thrombosis (CVST), viene oltretutto definito come diverso da “trattamenti tipici”.
Le sei donne finora colpite da trombosi sono tra i 18 e 48 anni di età e hanno sviluppato la reazione tra i sei e i 13 giorni dall'inoculazione; oltre ad un decesso, una seconda paziente è ricoverata in gravi condizioni. Il sospetto, stando agli esperti, e' che il vaccino possa scatenare la trombosi quale eccessiva risposta immunitaria.
Jeff Zients, coordinatore della lotta al Covid-19 della Casa Bianca, ha assicurato che la sospensione del vaccino Johnson & Johnson non “avrà un impatto importante” sulla campagna di vaccinazione negli Stati Uniti. Zients ha spiegato che «il vaccino di Johnson & Johnson rappresenta meno del 5% delle dosi somministrate negli Stati Uniti, al momento», e che «gli Stati Uniti si sono assicurati dosi sufficienti di vaccini Pfizer e Moderna per 300 milioni di americani».
Già 7 milioni di dosi di J&J somministrate negli Usa
Gli Stati Uniti contano infatti soprattutto sugli altri due vaccini sviluppati e autorizzati prima di quello di J&J e ottenuti grazie a una diversa tecnologia da Pfizer e Moderna. Questi altri due vaccini sono usati al ritmo di 23 milioni di dosi la settimana e richiedono ciascuno due dosi; nessuno dei due ha provocato ad oggi simili reazioni. Vengono però distribuite anche centinaia di migliaia di dosi di vaccini Johnson and Johnson, che richiedono una sola iniezione ed e' piu' facile da conservare. Ad oggi quasi sette milioni di persone lo hanno ricevuto nel Paese. La sospensione potrebbe quindi frenare le campagne contro la pandemia, che nonostante i progressi nazionali sta oggi peggiorando in alcuni stati, dal Michigan al Vermont. Un altro vaccino, quello di AstraZeneca che non è stato autorizzato negli Stati Uniti, e' sospettato in Europa di aumentare il pericolo di trombosi.
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