Usa, sussidi disoccupazione record: 3,3 milioni in una settimana
Il precedente massimo di 695.000 richieste risale al 1982. E’ il primo dato a mostrare appieno le ripercussioni del virus sull’economia americana
di Marco Valsania
3' di lettura
New York – Lo tsunami del coronavirus si è abbattuto sul mercato del lavoro americano. Quasi 3,3 milioni di lavoratori hanno fatto richiesta di sussidi di disoccupazione nell'ultima settimana terminata il 21 marzo. Un esercito senza precedenti nella storia moderna degli Stati Uniti, cinque volte tanto il precedente massimo storico di 695.000 che risale all'ottobre del 1982.
Record negativo
È il primo significativo dato governativo, che mostra un'impennata di oltre 3 milioni di domande di benefit nel giro di sette giorni, a riflettere appieno l’impatto sull'economia della pandemia. Un impatto che ha spinto il Congresso e la Casa Bianca a varare ora un piano da duemila miliardi di dollari per soccorrere l'attività economica accanto al sistema sanitario e che, accanto a sostegno a famiglie e aziende in affanno per la paralisi del business, fornirà rafforzati sussidi ai senza lavoro.
Sussidi rafforzati
Saranno aumentati di 600 dollari a settimana per quattro mesi e estesi di altre 13 settimane oltre le tradizionali 26 settimane totali previste. Il Senato ha approvato il cosiddetto CARES Act (Coronavirus Aid, Relief and Economic Security Act) all'unanimità nella notte tra mercoledì e giovedì e la Camera dovrebbe votare a favore entro venerdì per inviarlo alla firma del Presidente Donald Trump.
I numeri non erano imprevisti anche se hanno ugualmente preoccupato: gli analisti avevano ipotizzato da due a quattro milioni di richieste settimanali di sussidi, con Citigroup tra i più pessimisti.
Pennsylvania e California regioni più colpite
Le regioni al cuore della pandemia negli Stati Uniti, in questa prima fotografia, appaiono le più colpite anche sotto il profilo economico e del lavoro. La Pennsylvania guida la classifica con stime statali di 378.908 richieste, rispetto a 15.439 la settimana precedente, seguita dall'Ohio con 187.784 (contro sole 7.046 in precedenza), dalla California con 186.809, dal Texas con 155.657 e dal New Jersey con 155.454. New York ha riportato 80.434 richieste contro 14.272 nell'immediato passato.
I cosiddetti “initial claims”, la somma dei dati statali delle domande presentate da lavoratori rimasti senza impiego, potrebbero essere forieri del terremoto a venire sull'intero mercato del lavoro provocato dal Covid-19.
Venerdì 3 aprile il dato sulla disoccupazione
Il dato ufficiale sulla disoccupazione del mese di marzo è atteso venerdì 3 aprile. Che però non rifletterà ancora appieno i traumi quanto gli attuali dati settimanali sui sussidi: le statistiche sulla disoccupazione sono infatti calcolate sulla base di sondaggi e informazioni riportate da aziende e famiglie fino a metà mese. I dati sulla disoccupazione rispecchieranno davvero le scosse sul mercato del lavoro solo nel comunicato governativo dell'8 maggio relativo ad aprile.
Moody's Analytics ha ipotizzato la scomparsa complessiva di cinque o sei milioni di posti di lavoro solo nel mese di marzo, che a sua volta rappresenterebbe un record.
Nel mese peggior mese della grande recessione anni or sono, il marzo 2009, furono persi circa 800.000 posti di lavoro. In tutta la grande recessione scattata nel 2008 andarono perduti 8,7 milioni di impieghi.
Il tasso di disoccupazione, di fronte a simili numeri, potrebbe salire presto oltre il 10% dai minimi record del 3,5 per cento.
Mickey Levy di Berenberg anticipa che nel corso del secondo trimestre il tasso di senza lavoro negli Usa raggiungerà il 12% e altri economisti hanno indicato che, in assenza di interventi che si rivelino efficaci, nei prossimi mesi potrebbe salire anche oltre il 20 per cento.
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