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Usa, tetto del debito: trovata l’intesa per allontanare uno storico default

Le pressioni della Corporate America sbloccano lo stallo al Congresso degli Stati Uniti: Democratici e Repubblicani si accordano per innalzare il tetto del debito pubblico fino a fine anno

di Marco Valsania

Aggiornato l’8 ottobre 2021 alle ore 06.51

Biden trema, e' incubo default per l'America

3' di lettura

Si sblocca lo stallo al Congresso degli Stati Uniti: è stato infatti raggiunto l'accordo per innalzare il tetto del debito pubblico fino a fine anno ed evitare il drammatico scenario di un default. Lo ha comunicato il leader dei senatori democratici Chuck Schumer, auspicando che la proposta venga approvata nelle prossime ore.

Il Senato americano ha dato infatti il via libera all’accordo per alzare il tetto del debito fino al 3 dicembre ed evitare il default aggiungendo 480 miliardi di dollari. Il provvedimento è stato votato da tutti e 50 i senatori democratici e 48 repubblicani. Solo due senatori repubblicani hanno votato contro. Ora il testo va alla Camera.

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Sembra dunque evitata, almeno per ora, la crisi sul debito americano, che minacciava di far precipitare mercati e economia in una grave crisi nel giro di due settimane. Lo spettro di uno storico e imminente default degli Stati Uniti, già dal 18 ottobre, è stato allontanato da un compromesso che ha preso forma nella notte tra democratici e repubblicani e che intende alzare il tetto del debito a sufficienza per coprire le necessità dei prossimi due mesi.

Un compromesso di breve periodo

Il leader repubblicano al Senato Mitch McConnell ha ammorbidito la sua opposizione, offrendo ai democratici di non bloccare con l'ostruzionismo un voto per sollevare il limite di indebitamento federale ad un nuovo massimo prefissato che consenta all'amministrazione di Joe Biden di far fronte agli obblighi del governo fino a dicembre. Salvo sorprese, i dettagli e un voto al Senato, a maggioranza semplice democratica anziché qualificata di 60 consensi su cento per la decisione repubblicana di rinunciare a ostruzionismi, sono attesi già da oggi.

Il tweet di McConnell

“Permetteremo ai democratici di usare normali procedure per approvare una estensione d'emergenza del tetto del debito ad un ammontare fisso in dollari per coprire il necessario fino a dicembre”, ha comunicato McConnell via Twitter. Numerosi senatori democratici, compreso il leader della sinistra Bernie Sanders, hanno definito la svolta come benvenuta e affermato che gli avversari hanno ceduto.

La pressione dei Ceo

La pressione sui repubblicani era cresciuta con il passare delle ore. Biden si era riunito con numerosi chief executive della Corporate America nel pomeriggio ieri, a cominciare dai dirigenti delle grandi banche quali JP Morgan, Citigroup e Bank of America, per rafforzare il suo appello a non giocare con il debito e il rating del Paese. Jane Fraser, Ceo di Citi, aveva denunciato che “l'economia già risente di danni” per lo spettro di un default. Jamie Dimon di JP Morgan ha sottolineato che “raccomandiamo anche ai bambini di pagare i debiti”. Adena Friedman del Nasdaq aveva denunciato i rischi per “centinaia di milioni di investitori” al mondo, affermando che la reazione dei mercati sarebbe stata “molto, molto negativa”.

Una partita al cardiopalma

La partita sul debito si era fatta sempre più difficile e pericolosa: misure di flessibilità del Tesoro, per evitare di sfondare un tetto massimo prerogativa del Congresso e ormai raggiunto in estate, erano in fase di esaurimento. Il Segretario al Tesoro Janet Yellen aveva ammonito che le risorse avrebbero iniziato a mancare il 18 ottobre e che un default sarebbe stato accompagnato da tracolli finanziari e recessioni. Ma i repubblicani avevano finora bloccato piani per sospendere o alzare il tetto fino a tutto il 2022 in protesta contro i piani di spesa sociale proposti dai democratici. Questo nonostante nuove emissioni obbligazionarie servano in realtà a coprire non nuove spese ma obblighi contratti negli anni precedenti, compresi sgravi fiscali e aiuti anti-Covid voluti dagli stessi conservatori. Il tetto sul debito era stato sospeso di comune accordo dai due partiti per due anni nel 2019, rientrando in vigore a luglio al livello di 28.500 miliardi.

L’impasse irrisolta tra repubblicani e democratici

I repubblicani hanno chiesto ai democratici di innalzare il tetto da soli ricorrendo a procedure straordinarie, con l'idea esplicita di usare poi l'indebitamento eccessivo quale tema di campagna elettorale futura contro di loro. I democratici, da parte loro, hanno invece rifiutato di usare soluzioni parlamentari di cosiddetta “reconciliation” per superare a forza l'opposizione repubblicana, affermando che alzare il tetto è un dovere bipartisan e che azioni speciali richiederebbero comunque troppo tempo e genererebbero troppa incertezza per scongiurare crisi.

Un simile giudizio negativo ha accolto proposte una tantum quali l'ipotesi di coniare una moneta da mille miliardi per rimpinguare le casse del Tesoro.Quelle posizioni contrapposte di fondo oggi restano immutate. Il duello tra democratici e repubblicani sul debito – e lo spettro di un default - potrebbero dunque riproporsi a dicembre, alla scadenza di qualunque accordo temporaneo venga adesso varato. Se nel frattempo non saranno subentrate altre svolte.

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