Lo yacht, lo stipendio di Capello, le donazioni: chi è Usmanov, magnate russo e «cittadino sardo»
È uno degli oligarchi vicini a Putin colpiti dalle sanzioni dell’Ue. Per la sua attività di mecenate in Italia ha ricevuto un’onorificenza dal Quirinale
di Riccardo Ferrazza
I punti chiave
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Magnate vicino a Vladimir Putin, destinatario insieme ad altri oligarchi legati al leader del Cremlino di sanzioni dell’Unione europea in risposta all’invasione russa dell’Ucraina, Alisher Usmanov, 68 anni, origine uzbeke, ha un enorme patrimonio - 19,3 miliardi di dollari secondo Bloomberg Billionaires Index, 14,3 miliardi di dollari per Forbes - e una passione: l’Italia. Dove utilizza l’enorme ricchezza che gli deriva principalmente dalla partecipazione al colosso siderurgico MetalloInvest per la sua attività alternativa: quella di mecenate, benefattore e filantropo. A partire dalla Sardegna, regione dove è proprietario di splendide residenze (tra cui Villa Romazzino, appartenuta ad Antonio Merloni) e che ha sostenuto con una donazione di mezzo milione di euro: «Il mio umile contributo», scrisse nella lettera al presidente Christian Solinas, per combattere il coronavirus.
La cittadinanza di Arzachena rimane
Nel 2018 Usmanov - a lungo considerato l’uomo più ricco della Russia e un esordio negli affari da produttore di buste di plastica - ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Arzachena, centro della Gallura (parte nord-orientale dell'Isola) attorno al quale è nata la Costa Smeralda. Un’onorificenza che il comune non ha intenzione di revocare nonostante le misure punitive adottate dall’Ue: «Auspichiamo che questa misura sia uno stimolo ulteriore e immediato alla ricerca del dialogo e della pace» ha detto il sindaco Roberto Ragnedda (protagonista in passato di una polemica con Flavio Briatore, patron del “Billionaire” di Porto Cervo, il quale aveva detto che senza la Costa Smeralda «Arzachena la conoscono solo il sindaco e due pecore»).
«Le motivazioni alla base della nostra scelta fanno esplicito riferimento all'impegno di Alisher Usmanov nei confronti della comunità arzachenese della quale, dal 1994 ad oggi, entra a far parte per lunghi periodi estivi e autunnali con la famiglia e numerosi collaboratori - spiegava il sindaco in occasione della cerimonia -. Nelle sue proprietà situate nel territorio comunale ospita regolarmente Capi di Stato, mecenati, uomini d’affari e personalità che rivestono ruoli fondamentali nel campo dell'economia, della cultura e della politica a livello mondiale, portando Arzachena e le sue bellezze naturalistiche in primo piano sui media internazionali grazie al riscontro generato da ogni iniziativa o evento da lui organizzati. L’impatto economico diretto per il territorio e di promozione dell’immagine derivanti dalla sua presenza nel nostro paese meritano un concreto riconoscimento».
La festa con Sting, lo yacht (sequestrato) e il jet privato
Metterlo al bando significa non vederlo più sull’isola, dove nel tempo ha organizzato eventi come la festa di compleanno della sorella di Putin con tanto di concerto di Sting (per il cachet dell’ex leader dei Police si parlò di mezzo milione di euro). Era il 2012 e tra gli ospiti (un centinaio) c’era anche Silvio Berlusconi, in vacanza a Villa Certosa. Nell’hangar dell’areoporto di Olbia spuntava la coda di un Airbus A340: è il jet privato di Usmanov, chiamato Bourkhan, come il padre, troppo grande per essere contenuto nello spazi che furono di Meridiana.
Sulle coste sarde erano abituati ad avvistare anche Dilbar, il superyacht (156 metri) al quale Usmanov ha dato il nome della madre: nel 2017 vinse il premio World Superyachts Awards, categoria a motore. È considerato il quarto yacht più grande del mondo: può ospitare 40 persone in 20 cabine e 80 membri dell’equipaggio, ha una piscina coperta con una capacità di 180 m3 e a bordo c’è un elicottero Airbus H175. Costo stimato: 600 milioni di euro.
Un mecenate a Roma
In Italia Usmanov - che con la sua fondazione Art, Science and Sport dichiara di aver donato dal 2006 2,6 miliardi di dollari per attività di assistenza sanitaria ed educazione - non ha destinato le sue risorse solo alla Sardegna. Nel 2017 la sala degli Orazi e Curiazi dei Musei Capitolini (dove nel 1957 furono firmati i Trattati di Roma, istitutivi della Comunità economica europea, e nel 2004 la Costituzione europea) è stata restaurata con una donazione di 300mila euro del magnate russo-uzbeko sanzionato ora dall’Ue. «È grazie anche ai mecenati come Usmanov che possiamo ricominciare a fruire di questi spazi. Il mecenatismo è qualcosa che fa bene a chi lo fa e ai cittadini che ne beneficiano» disse l’allora sindaca di Roma Virginia Raggi. Una donazione di 200mila euro servì invece per finanziare l’intervento di restauro della Fontana dei Dioscuri in piazza del Quirinale, collocata di fronte all’omonimo palazzo, sede della Presidenza della Repubblica.
Il rapporto di Usmanov con la Capitale comincia però sotto la gestione di Ignazio Marino. Fu il sindaco-marziano a dare l’annuncio dei contributi in arrivo dal magnate vicino a Putin durante la presentazione degli Internazionali di scherma nella capitale (Usmanov, ex schermidore, è stato presidente della Federazione internazionale di scherma fino al 1° marzo 2022 quando ha annunciato le dimissioni, effetto delle sanzioni europee definite da lui «ingiuste»). Un «pacchetto» di interventi che ha previsto anche lavori al Foro di Traiano per 1,5 milioni di euro. Il rapporto con Usmanov non portò bene a Marino: quando scoppiò il caso degli scontrini del sindaco, nell’elenco delle spese “non istituzionalmente giustificate” c’era anche una cena da 3.540 euro con il magnate di origine uzbeke.
Lo stipendio di Capello
I fili che legano Usmanov al Belpaese passano indirettamente anche attraverso il calcio. Come altri oligarchi putiniani ha investito anche lui nello sport, entrando nel capitale del club londinese Arsenal nel 2007 prima di vendere le sue azioni. Ha poi reinvestito nell’Everton, controllato al 94% da uno dei suoi soci in affari, l’iraniano-britannico Farhad Moshiri. Fu proprio il magnate uzbeko di passaporto russo a portare avanti i contatti con Carlo Ancelotti che ha guidato la squadra tra il 2019 e il 2021. L’altro episodio risale al 2015 e riguarda il travagliato rapporto di Fabio Capello come allenatore della nazionale russa. In soccorso della Federcalcio russa per il problema del mancato pagamento degli stipendi arretrati del ct (otto milioni di euro) intervenne proprio Usmanov con un credito agevolato da oltre 5 milioni di euro.
Il restauro dell’ambasciata italiana a Mosca
Usmanov si è dimostrato generoso verso l’Italia anche nella sua patria d’adozione, la Russia. Villa Berg - uno dei palazzi nobiliari di tarda epoca zarista più rinomati e sede dell’ambasciata d’Italia a Mosca - è stata restaurata nel 2017 grazie a imponenti lavori di ristrutturazione da quasi sei milioni di euro assicurati dal magnate russo. Un palazzo intriso di storia che - scriveva il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov nell’introduzione del volume sui lavori pubblicato dall’ambasciata italiana - rappresenta «il biglietto da visita degli italiani in Russia».
Commendatore della Repubblica
L’attaccamento all’Italia ha fruttato al miliardario amico dello “zar Putin” («Sono orgoglioso di conoscere Putin e il fatto che a nessuno piaccia Putin non è un problema di Putin. Non penso che il mondo amasse Truman dopo Nagasaki») il riconoscimento delle istituzioni del nostro Paese: nell’ottobre del 2016, su proposta della Presidenza del Consiglio dei ministri - al governo c’era Matteo Renzi - il capo dello Stato Sergio Mattarella ha conferito al «dott. Alisher Burkhanovich Usmanov» l’ordine al merito della Repubblica, col grado di commendatore. Con la guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina e le sanzioni dell’Ue contro gli oligarchi di Putin, la Farnesina ha fatto sapere che è stata avviata la procedura per la revoca delle onorificenze concesse a cittadini russi. Tra i “degradati” ci sarà anche il generoso Usmanov?
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