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Vacanze 2023, la crisi colpisce: 1 su 4 non le ha fatte

Secondo l’Osservatorio Findomestic, il 24% degli italiani non è andato in ferie. Pesa l’inflazione

Estate da record per gli stranieri in Italia

2' di lettura

Secondo le rilevazioni dell’Osservatorio Findomestic di inizio estate il 12% degli italiani aveva dichiarato che non sarebbe andato in vacanza mentre a fine estate la percentuale di chi non si è concesso ferie è raddoppiata al 24%. L’Osservatorio mensile di Findomestic (gruppo Bnp Paribas) registra anche che tra gli oltre 7 italiani su 10 (76%) partiti per le ferie estive (non più di 15 giorni) quasi 3 (28%) hanno speso più di quanto avevano preventivato.

«Archiviata l’estate, quasi la metà degli intervistati dichiara di avere problemi economici di media o grande entità – afferma Gilles Zeitoun, amministratore delegato e direttore generale di Findomestic – e così non sorprende constatare come solo il 24% del campione ritenga che oggi sia un buon momento per fare acquisti». Si tratta del livello più basso delle rilevazioni effettuate nel 2023, non troppo distante dai minimi (20%) raggiunti nell’autunno 2022. «A pesare sulla propensione al consumo nell’immediato – prosegue Zeitoun – è soprattutto l’incremento dei prezzi che rimane la preoccupazione principale da oltre un anno (68% delle preferenze), seguita da quella crescente per il calo del potere d’acquisto (45%)».

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Energia e ristoranti i settori a maggior incremento di prezzi percepito

Secondo le persone coinvolte nell’indagine dell’Osservatorio Findomestic, il settore dell’energia, tra elettricità e gas, è quello con i prezzi che sono aumentati di più nell’ultimo anno (69% delle preferenze) seguito dagli alimentari freschi (68%). Percepiti in continuo rialzo anche i prezzi di ristoranti (57%), combustibili (54%), viaggi (51%) e alimentari conservati (49%). A causa dell’inflazione, il 46% degli italiani sta riducendo la durata delle vacanze (solo l’8% è andato via per più di due settimane questa estate), il 55% va meno al ristorante e il 40% taglia su cinema, teatri e concerti. Al contrario, per gli acquisti di beni durevoli come mobili, auto o tecnologia, più di 3 su 10 non hanno cambiato nulla nella propria strategia di acquisto rispetto a prima dei rincari e, nonostante il difficile momento economico, in pochissimi (meno di 1 su 10) rinuncerebbero alla qualità del prodotto.

Ultimi mesi dell’anno tra sacrifici e rinunce

Il 37% degli intervistati si dichiara pronto a fare più sacrifici di quanto previsto prima dell’estate, il 23% continuerà a farli fino alla fine dell’anno così come faceva già prima di giugno. La restante parte del campione, il 40%, dichiara, invece, di non avere particolari problemi economici e confida di riuscire a gestire serenamente il budget familiare fino alla fine dell’anno.

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