il piano del ministero

Vaccini influenzali, dalla Cina agli Usa caccia italiana a 1 milione di dosi

Si guarda ai mercati esteri per verificare la disponibilità e fornire le farmacie. In pista l'Agenzia del farmaco

di Marzio Bartoloni

Vaccini anti-influenzali, incertezza nelle farmacie

3' di lettura

Inizia la caccia al vaccino influenzale nei mercati esteri. Si guarda alla Cina, agli Usa oltre che alla Germania e alla Svizzera dove si proverà a trovare almeno un milione di dosi. Perché prima dell’atteso vaccino contro il Covid che non arriverà prima del 2021 ora la corsa è per quello influenzale che rischia di essere introvabile in farmacia per tutti gli italiani che non fanno parte delle categorie protette a cui gli spetta gratuitamente (anziani, bimbi fino ai 6 anni e pazienti fragili). Per ora ce ne sono solo 250mila, ma le farmacie stimano un fabbisogno superiore di un ulteriore milione di dosi.

Il ministero: verifichiamo disponibilità dei vaccini

Il ministero della Salute - che nei giorni scorsi ha aperto un tavolo - ha chiesto di verificare la disponibilità di questi vaccini nel mercato estero attraverso gli importatori dopo aver comunque controllato la sicurezza in base agli standard europei (quello cinese a esempio potrebbe non rispettarli). Anche l’Agenzia del farmaco ha incontrato le industrie nei giorni scorsi per conoscere le disponibilità: la domanda di questi vaccini è esplosa in tutto il mondo.

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A dare una mano ci sarà anche il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri che ha appena avuto dal ministro Roberto Speranza questo incarico. E così come già fatto per mascherine e ventilatori per le terapie intensive Arcuri potrebbe nei prossimi giorni lavorare a una gara veloce, magari attraverso una richiesta pubblica di offerta.

La carenza del vaccino in farmacia è dovuta alla maxi-domanda arrivata dalle Regioni per vaccinare le categorie protette. Over 60 (over 65 in alcune Regioni) bimbi sotto i 6 anni e pazienti fragili ne hanno diritto e lo troveranno gratis dal medico di famiglia o nei centri vaccinali delle Asl dove però si segnalano già i primi ritardi: le Regioni hanno prenotato per loro ben 17 milioni di dosi (l’anno scorso erano 12 milioni) ma tra gare partite solo a inizio estate e difficoltà distributive ci sono già i primi ritardi.

La situazione nelle varie regioni

In Lombardia a esempio - dopo che diverse gare sono andate deserte - non si sa ancora quando arriveranno, in Puglia sono ancora introvabili, in Sardegna arriveranno questa settimana, mentre il Friuli Venezia Giulia ne ha acquistati più del solito e nel Lazio invece si è già partiti. Regna dunque la confusione con la campagna vaccinale che rischia addirittura di partire più tardi del solito in alcune regioni anche perché organizzare una vaccinazione così di massa in tempo di Covid, tra studi medici e centri vaccinali, non sarà facile.

Il problema riguarda la programmazione e le gare fatte a livello regionale per l’acquisto dei vaccini. Il ciclo produttivo del vaccino anti-influenzale dura circa 6 mesi. Ma per far arrivare i quantitativi necessari serve una programmazione tempestiva, che in Italia è invece stata più tardiva rispetto ad altri paesi. All’estero le gare si pianificano a «gennaio-febbraio, in Italia quelle regionali vengono programmate a maggio-giugno, alcune volte persino luglio, quando il processo produttivo è già avanti», spiega Mario Merlo, General manager di Sanofi Pasteur Italia.

«La pandemia ha variato il fabbisogno di vaccino, tanto che in media in Europa l’aumento della richiesta quest’anno è stato del 30-35%. In Italia la correzione sulle gare è arrivata tardi». La maggior parte delle regioni si è mossa verso giugno, quindi in leggero anticipo rispetto agli altri anni, «ma il quantitativo chiesto in più è di circa 4 milioni di dosi rispetto agli anni scorsi e vista la situazione - conclude Merlo - abbiamo dovuto dare la priorità alle regioni, che chiedono i vaccini per le categorie fragili, e mettere in secondo piano le richieste per i privati e farmacie».

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