Vaccini, ecco il piano delle Regioni: con Moderna tocca agli over 80, poi insegnanti e forze dell’ordine
Nell’ultimo decreto legge anti-Covid il governo ha predisposto una piattaforma informativa per agevolare la distribuzione del vaccino e per il relativo tracciamento, che supporterà le Regioni nelle operazioni di prenotazione e certificazione. Uno strumento che potrebbe costituire una tappa di avvicinamento al patentino vaccinale invocato anche dalle Regioni
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Condivisione delle informazioni, anche nell’ottica di garantire maggiori libertà a chi si è già vaccinato, e accelerazione sul piano delle dosi somministrate, anche grazie alla disponibilità di più vaccini. Mentre domenica 17 gennaio le persone che sono state vaccinate in occasione dell’inaugurazione della campagna a livello europeo, il 27 dicembre, cominceranno a effettuare il richiamo, l’Italia che ha raggiunto il traguardo del milione di vaccinati si muove su un doppio binario.
Nell’ultimo decreto legge anti-Covid il governo ha predisposto una piattaforma informativa per agevolare la distribuzione del vaccino e per il relativo tracciamento, che supporterà le Regioni nelle operazioni di prenotazione e certificazione. Uno strumento che potrebbe costituire una tappa di avvicinamento al patentino vaccinale, una sorta di piano anagrafico invocato anche dalle Regioni. Il tutto nella prospettiva di una rapido aumento dei vaccinati in Italia (ad oggi è stato raggiunto l’1,5% della popolazione italiana, rispetto all'1% della Germania e allo 0,37% della Francia).
A frenare il piano di vaccinazione il fatto, segnalato dalle strutture nei vari territori, che sono in esaurimento in diverse regioni le dosi a disposizione dei vari ospedali per le prime somministrazioni del vaccino Pfizer e, per i richiami già programmati, attualmente si utilizza la riserva del 30%. Lunedì 18 gennaio Pfizer consegnerà il 29% di dosi in meno perchè dovrà modificare il processo di produzione nell’impianto belga in vista dell’aumento produttivo previsto nei prossimi mesi.
Intanto - dopo l’ultimo confronto tra i ministri Speranza e Boccia, il commissario per l’Emergenza Arcuri e le Regioni - si vanno delineando le tappe della maratona delle vaccinazioni, che dovrebbe giungere a destinazione a fine anno. Dopo la prima fase di immunizzazione dei medici e degli infermieri che lavorano negli ospedali e nelle Rsa, il piano di vaccinazione avanza e in alcuni territori, come Lazio e Val D'Aosta, sono cominciate le somministrazioni agli anziani over 80 (nella prima regione la campagna entrerà a pieno regime il primo di febbraio) .
Rezza, entro fine mese inizio vaccini a over-80
In occasione della conferenza stampa sul monitoraggio settimanale dell’epidemia, il direttore della Prevenzione del ministero della salute Gianni Rezza ha detto che «entro fine mese o inizio febbraio comincerà la fase di vaccinazione degli over-80. Per ora le tabelle di marcia vaccinali sono rispettate e addirittura anticipate. Non mi risulta ufficialmente per ora un ritardo di Pfizer ma non mi sembra che ci siano problemi di approvvigionamento».
«Immunità di gregge non prima di 6-8 mesi»
Secondo Rezza «non potremo raggiungere l'immunità di gregge attraverso le vaccinazioni prima di 6-8 mesi ma il primo obiettivo è abbattere l'epidemia, casi gravi e decessi e rendere gli ospedali Covid-free».
Arcuri: copertura fino a 50 milioni di italiani entro la fine dell'anno
Prima che il colosso farmaceutico Pfizer decidesse di consegnare all’Italia circa il 29 per cento di fiale di vaccino in meno rispetto a quanto pianificato in precedenza, Arcuri aveva spiegato che con il possibile aumento di dosi a disposizione, a cominciare da quelli di Moderna, in attesa che il vaccino Astrazeneca sia approvato dall'Ema a fine gennaio, sarebbe stato «possibile anticipare le somministrazioni anche ad altre categorie». Il commissario aveva annunciato che «ora i criteri di distribuzione (dei vaccini, ndr) alle Regioni cambieranno» in base al target di popolazione da immunizzare e alla velocità di smaltimento delle fiale. Con l'eventuale arrivo di quelle del colosso farmaceutico britannico, l'Italia avrebbe avuto altre 40 milioni di dosi nel 2021 (di cui 8 milioni entro marzo), «per poter vaccinare in tutto fino a 50 milioni di italiani entro la fine dell'anno».
I target successivi: insegnanti e forze dell’ordine
Quanto poi all’ipotesi di vaccinare gli over 60 già a febbraio, Arcuri aveva chiuso: «No, abbiamo prima gli insegnanti (la stessa indicazione è stata data dalla ministra dell’Istruzione Azzolina in occasione di un recente question time alla Camera, ndr), gli operatori del trasporto, le forze dell’ordine, i detenuti, ma penso che succederà nei mesi successivi», aveva spiegato.
D'Amato, da febbraio nel Lazio certificato vaccinale
«Noi da febbraio daremo il certificato vaccinale, dopo la seconda dose, che sarà scaricabile sull'anagrafe vaccinale con accesso attraverso Spid - ha assicurato l'assessore regionale alla Sanità del Lazio, Alessio D'Amato -. E sarà una modalità per dichiarare che si è fatta la vaccinazione, qualora sia necessario. Questa modalità varrà per tutti, non solo per gli “over 80”. Poi sarà il Governo o il Parlamento a decidere se con questo certificato puoi andare al cinema o a teatro». Quanto poi alla tabella di marcia delle vaccinazioni, l’assessore ha chiarito che «se ci saranno consegnati i quantitativi necessari dei vaccini l'obiettivo per la campagna vaccinale sulla fascia degli over 80 anni è di 6 settimane. La campagna sugli over 80 - ha poi aggiunto - partirà a pieno regime il primo di febbraio e ci si potrà prenotare direttamente dal proprio medico di medicina generale». È stata pubblicata sul Burl e sul sito Salutelazio.it - è stato reso noto - la manifestazione di interesse rivolta ai medici di medicina generale per la vaccinazione alle persone over 80 anni che sono circa 470 mila nel Lazio.
Dal 20 gennaio si rafforza la squadra di chi somministra i sieri
Dal 20 gennaio arriveranno 1.500 medici e infermieri, in supporto agli operatori già impegnati e, considerando che nelle fasi più intense della campagna il fabbisogno di personale per le somministrazioni toccherà le 17mila unità, arriveranno nei prossimi mesi complessivamente circa 15mila “inoculatori”. Pronti ad entrare in campo ci sono anche medici di base e pediatri, per i quali saranno previsti contratti e conseguenti remunerazioni. Più in là, invece, saranno coinvolti i farmacisti.
Il punto debole dei centri vaccinali
Rimane ancora il nodo della progressiva attivazione dei 1.500 centri vaccinali, per i quali si sta discutendo su come incrementarli e dove collocarli e se i territori saranno in condizione di far fiorire le “primule” (strutture per la somministrazione nelle piazze).
Nuova incognita: Pfizer rallenta
L’ultimo annuncio di Pfizer non aiuta a essere ottimisti: a cavallo fra gennaio e febbraio rallenteranno le consegne nell'Ue da parte del colosso farmaceutico statunitense che con BioNTech produce uno degli unici due antidoti al Covid finora autorizzati in Europa (in attesa del via libera per AstraZeneca atteso a fine mese). Il governo tedesco ha quantificato il ritardo in 3-4 settimane. Dietro le “fluttuazioni” nella fornitura, ha spiegato Pfizer, c'è la necessità ristrutturare l'impianto belga di Puurs per aumentare il ritmo produttivo. Un nodo che è facile prevedere rischia di rallentare il piano di vaccinazione e, di conseguenza, l’uscita dall’emergenza.
Arcuri, con meno dosi problema proseguire vaccinazioni
«Alle 15,38 di oggi la Pfizer ha comunicato unilateralmente che a partire da lunedì consegnerà al nostro Paese circa il 29 per cento di fiale di vaccino in meno rispetto alla pianificazione che aveva condiviso con gli uffici del Commissario e, suo tramite, con le Regioni italiane - ha fatto sapere la struttura Commissariale per l'emergenza Covid diretta da Arcuri -. Non solo: ha unilateralmente deciso in quali centri di somministrazione del nostro Paese ridurrà le fiale inviate e in quale misura. Analoga comunicazione è pervenuta a tutti i Paesi della Ue. La Pfizer ha altresì annunciato che non può prevedere se queste minori forniture proseguiranno anche nelle prossime settimane, né tantomeno in che misura».Di qui la conclusione: «l’ipotesi di iniziare la somministrazione del vaccino agli “over 80”, di provvedere alla seconda dose per il personale sanitario e socio sanitario e per gli ospiti delle Rsa, senza la totalità delle dosi necessarie porta quindi un grave nocumento al suo proseguimento. E penalizzare l'Italia è assai più grave, considerando lo sforzo sinora profuso da tutte le Regioni per accelerare l'andamento delle somministrazioni».
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