Vaccini, quasi un italiano su due teme effetti collaterali gravi
di Nicola Barone
2' di lettura
Quasi un italiano su due, il 46%, crede che i vaccini possano causare spesso gravi effetti collaterali, circa un terzo pensa che indeboliscano il sistema immunitario (32%) e che possano causare la malattia da cui proteggono (34%).
È quanto emerge dal primo Eurobarometro sull'atteggiamento degli europei sui vaccini, presentato dalla Commissione Ue. Ma l'Italia è in buona compagnia. Il 48% degli europei crede a effetti collaterali gravi e frequenti, percentuale che supera il 50% in ben sedici paesi del Vecchio Continente. Il sondaggio conferma la diffusione di una serie di "falsi miti" sui vaccini. «Queste sono percezioni errate che bisogna affrontare - ha dichiarato all'Ansa il vicepresidente della Commissione europea Jyrki Katainen -, l'Europa è la regione nel mondo con il livello più basso di fiducia sulla sicurezza e efficacia dei vaccini e questo è un rischio per la salute pubblica».
Bruxelles sta organizzando insieme all'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) un vertice globale sulla vaccinazione che si terrà a Bruxelles il 12 settembre. Per Katainen «si tratta di un chiaro messaggio di sostegno politico ai benefici della vaccinazione, all'importanza di proseguire la ricerca per lo sviluppo di vaccini migliori e a garantire parità di accesso ai vaccini», sottolinea Katainen. Secondo Eurobarometro, se l'85% degli europei crede che siano utili a prevenire certe malattie (il 78% in Italia, quintultimo Paese in Ue), il 48% è convinto che possano causare effetti collaterali gravi e frequenti. Circa la metà degli italiani, il 48% contro il 29% in Ue, pensa che solo i bambini dovrebbero vaccinarsi. Per il 18% dei connazionali, secondi solo ai francesi, le vaccinazioni di routine non sono importanti.
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Lo studio ridimensiona il ruolo dei social media come fonte di informazione e mette in evidenza la responsabilità dei medici, primo punto di riferimento per il 79% dei cittadini europei e per il 68% degli italiani, e delle autorità sanitarie. «I quattro paesi in Ue - spiegano fonti della Commissione - che raggiungono la copertura vaccinale del 95% sul morbillo, hanno in comune sistemi sanitari pubblici, gratuiti e organizzati a livello nazionale, un alto livello di alfabetizzazione sanitaria oppure di fiducia nelle istituzioni e, in un caso, un registro elettronico delle vaccinazioni che aiuta le autorità a intervenire in modo mirato».
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