IL PIANO

Vaccini, solo 4 milioni di dosi Pfizer e Moderna a febbraio. A docenti e under55 AstraZeneca

Dopo i tagli sulle consegne programmazione mensile. Aifa raccomanda il nuovo antidoto per gli under 55: l’ipotesi di usarlo subito per le categorie a rischio. La Lombardia chiama Bertolaso

di Marzio Bartoloni

Coronavirus, Arcuri: "Anche Moderna taglia i vaccini"

3' di lettura

Il piano vaccini rallenta ancora e visti i continui tagli alle consegne da parte delle aziende farmaceutiche andrà avanti con una programmazione mese per mese per assicurare innanzitutto le seconde dosi a chi è vaccinato. A febbraio ci saranno infatti solo 4 milioni di dosi da Pfizer e Moderna disponibili e serviranno innanzitutto a completare le vaccinazioni di operatori sanitari e Rsa (in tutto 2 milioni) e iniziare a immunizzare gli over 80 che sono però ben 4,4 milioni. Una fase che giocoforza si concluderà non prima di aprile per mancanza di materia prima. Finora sono state consegnate 2,3 milioni di dosi e a fronte di 1,9 milioni di iniezioni sono ancora solo 500mila gli italiani completamente immunizzati anche con la seconda dose. I nuovi flaconi serviranno dunque a completare prima di tutto queste immunizzazioni per poi procedere con i grandi anziani.

A chi vanno i vaccini

Ma la novità è che il siero di AstraZeneca che ha incassato il via libera dell’Ema - 3,1 milioni le dosi attese entro marzo, 1 milione in arrivo già a febbraio - potrebbe essere impiegato da subito per le categorie di lavoratori più esposti al Covid: a cominciare dai docenti oltre che nella popolazione carceraria e nelle forze dell’ordine. Questo perché ieri la nostra Agenzia del farmaco, l’Aifa, ha approvato il siero dell’azienda per tutte le fasce d’età ma al contrario dell’Ema ha aggiunto delle raccomandazioni che indicano come preferibile impiegare «in attesa di acquisire ulteriori dati» questo vaccino negli under 55 «per i quali sono disponibili evidenze maggiormente solide».

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Il nodo età

L’azienda anglo-svedese ha infatti pubblicato pochi dati sull’efficacia del suo vaccino sulle fasce d’età più anziane. E sempre l’Aifa ieri ha raccomandato l’utilizzo «preferenziale» dei vaccini a RNA messaggero - quelli di Pfizer e Moderna - nei soggetti più anziani o più fragili perché hanno una efficacia superiore al 90% contro il 59% di quella di AstraZeneca.

Se il ministero della Salute insieme alle Regioni deciderà di seguire, come presumibile, le raccomandazioni dell’Aifa si potrebbe dunque aprire già a febbraio la vaccinazione di categorie a rischio come il personale della scuola con il siero AstraZeneca. Anche se un dei nodi da sciogliere sarà la soglia d’età fissata ai 55 anni che potrebbe escludere lavoratori più “anziani” (in Germania l’indicazione sul vaccino Astrazeneca riguarda gli under 65).

Arcuri, le Regioni e le decisioni da prendere

L’ipotesi comincerà ad essere approfondita già da domani in un nuovo summit sui vaccini dopo quello di ieri con le Regioni durante il quale i governatori hanno chiesto ai ministri Boccia e Speranza e al commissario Domenico Arcuri di approfondire alcuni temi per i prossimi mesi, tra cui l’utilizzo degli specializzandi per le iniezioni e l’intesa con i medici di medicina generale e le farmacie per la fase della vaccinazione di massa. Con la Lombardia che si prepara a questa fase richiamando Guido Bertolaso per affidargli l'organizzazione e la logistica della vaccinazione intensiva dei lombardi.

Tra i temi più spinosi sul tavolo anche nuovi criteri di distribuzione dei vaccini per la fase degli over 80: diversi governatori hanno chiesto di seguire non più il criterio in base alla popolazione ma quello calcolato sulla percentuale di grandi anziani presenti. Durante l’incontro il ministro degli Affari regionali ha anche confermato l'impegno sui 32 miliardi per il nuovo decreto ristori: «L'impianto del nuovo decreto è pronto per essere approvato non appena si insedierà il nuovo governo», ha spiegato Boccia.

Italia gialla e arancione

Domani ben 15 Regioni torneranno «gialle» e 5 saranno «arancioni» (con bar e ristoranti chiusi) e cioè Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria e Alto Adige. La guardia resta sempre alta di fronte al Covid - sono 12.715 i nuovi casi con 421 morti e un tasso di positività che scende al 4,3% a fronte di 298mila tamponi - e ieri il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato una ordinanza che proroga il blocco dei voli in partenza dal Brasile e il divieto di ingresso in Italia di chi negli ultimi 14 giorni vi è transitato.

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