Covid

Vaccini, terza dose al via per 3 milioni di italiani fragili: ecco chi ne ha diritto

Al via la nuova iniezione per 10 categorie di pazienti fragili. Saranno spesso Asl e ospedali a convocare direttamente questi pazienti, gli altri procederanno con la prenotazione

di Marzio Bartoloni

I dati dei vaccinati al 19 settembre 2021

3' di lettura

La più grande campagna vaccinale della storia partita neanche 9 mesi fa arriva già alla terza dose: in tutte le Regioni cominciano le iniezioni per chi ha ricevuto già la doppia dose (o il monodose) del vaccino anti-Covid e rientra nella categoria dei cosiddetti «immunocompromessi». Un’ampia platea di italiani stimata in 3 milioni di pazienti fragili e fragilissimi che hanno bisogno della terza dose «addizionale», necessaria per completare il ciclo vaccinale e proteggersi meglio dal virus. Molti di questi italiani saranno chiamati direttamente da Asl e ospedali che li hanno in cura, altri invece dovranno prenotarsi o saranno convocati dal medico di famiglia.

Ecco chi ne ha diritto

Sono 10 le categorie di pazienti che potranno ricevere una terza dose «addizionale» di vaccino anti-Covid. La lista è contenuta in una recente circolare del ministero della Salute che individua le condizioni che danno diritto alla terza iniezione e cioè: trapianto di organo solido in terapia immunosoppressiva; trapianto di cellule staminali ematopoietiche; attesa di trapianto d'organo; terapie a base di cellule T; patologia oncologica; immunodeficienze primitive; immunodeficienze secondarie; dialisi e insufficienza renale cronica grave; pregressa splenectomia; Aids. Come terza dose sarà impiegato uno qualsiasi dei 2 vaccini mRNA autorizzati: Pfizer nei soggetti di età maggiore o uguale di 12 anni e Moderna dai 18 anni in su. La somministrazione dovrà avvenire almeno dopo 28 giorni dall'ultima dose (seconda o monodose).

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Come accedere alla terza dose

Già nei giorni scorsi sono partite le prime telefonate verso i pazienti fragilissimi, come i trapianti e i dializzati. Le Regioni che si dicono tutte pronte a partire convocheranno su iniziativa delle aziende sanitarie le persone che vengono già assistite cominciando da quelli già presenti nelle corsie degli ospedali. In questo caso le vaccinazioni avverranno in ospedale, nelle sedi ambulatoriali o nei centri specialistici. Le persone che appartengono alle categorie target, qualora non venissero contattate potranno richiedere la terza dose, contattando i call center. In alcune Regioni come in Friuli sono direttamente le persone rientranti in questa fascia a dover prenotare l’iniezione: per accedere alla somministrazione dovranno sottoscrivere nel punto vaccinale un'autocertificazione in ordine alla propria condizione di fragilità. Inoltre bisognerà avere con sé il green pass o il certificato vaccinale. Il tipo di vaccino che verrà inoculato (Pfizer o Moderna) dovrà essere preferibilmente lo stesso usato in occasione della seconda dose, ma sono possibili anche vaccinazioni con vaccino, come stabilito dall’Aifa.

Le altre categorie che aspettano la nuova iniezione

Dopo le dosi «addizionali» per i più fragili sarà l’ora delle cosiddette dosi «booster» per chi, a distanza di tempo, o forse per via delle varianti, ha bisogno di una iniezione di rinforzo a fronte del calo di copertura immunitaria. Rientrano in questa categoria gli over-80, i residenti nelle Rsa e i sanitari, i primi a vaccinarsi. Per loro la terza dose potrebbe arrivare a fine autunno e dovrà esse somministrata a 6 mesi dall'ultima dose. Intanto da uno studio condotto in Israele e pubblicato sul New England Journal of Medicine, sulla base dei dati del ministero della Salute israeliano sugli over 60 vaccinati con ciclo completo, emerge che rispetto alla variante Delta, la terza dose Pfizer «porterebbe l'efficacia del vaccino tra i soggetti che hanno ricevuto il richiamo a circa il 95%, un valore simile all'efficacia del vaccino originale riportata contro la variante Alfa». E, dicono i ricercatori, i casi di contagio e di malattia grave calano «sostanzialmente» con un tasso di infezione, almeno 12 giorni dopo il «booster», inferiore di «11,3 volte» rispetto alle due dosi e un tasso di malattia grave «inferiore di 19,5» volte. Resta infine ancora aperta la questione se allargare la somministrazione della terza dose al resto della popolazione.

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