Vaiolo delle scimmie, casi “atipici” in 8 Paesi europei. Come si trasmette e con quali sintomi
Il vaiolo delle scimmie in genere inizia con una malattia simile all’influenza e un gonfiore dei linfonodi, seguiti da un’eruzione cutanea sul viso e sul corpo
di Francesca Cerati
I punti chiave
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Casi sospetti o confermati di vaiolo delle scimmie (monkeyp), una rara infezione virale correlata al vaiolo, sono stati segnalati negli Stati Uniti, in Canada, in Australia e in almeno otto Paesi europei, come segnala l’Oms: Belgio, Francia, Germania, Italia, Portogallo, Spagna, Svezia e Regno Unito. Si tratta di un insolito focolaio internazionale di una malattia tipicamente limitata all’Africa. I casi a oggi sarebbero una cinquantina.
Israele ha registrato venerdì il primo caso sospetto di vaiolo delle scimmie. Lo ha annunciato l’ospedale Ichilov di Tel Aviv aggiungendo che si tratta di un uomo ritornato di recente da un viaggio in Europa occidentale. L’uomo - di circa 30 anni - è stato ricoverato con sintomi della malattia, ma è in buone condizioni ed è attualmente in isolamento.
La segnalazione del primo caso sospetto in Francia è stata annunciata nella serata di giovedì 19 maggio dal ministro francese alla Salute, nella regione di Parigi/Ile-De-France.
Sono saliti a tre i casi confermati in Italia di vaiolo delle scimmie e sono tutti in carico all’Istituto di malattie infettive Spallanzani di Roma. Ma casi analoghi erano già stati segnalati anche in Gran Bretagna, Portogallo, e Spagna e non sono più tutti legati a viaggi in aree a rischio come la Nigeria.
«Dobbiamo fare molto bene il tracciamento e far sì che si fermi un focolaio che è partito -. dice Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, commentando il primo caso italiano isolato allo Spallanzani - Una cosa positiva è che chi è vaccinato per il vaiolo dovrebbe essere coperto, ma questa vaccinazione nel 1977 è stata sospesa (ed è stata definitivamente abrogata nel 1981). Una parte importante della popolazione non ha il vaccino del vaiolo e potrebbe essere scoperta. Non c’è una cura specifica per il vaiolo, in genere queste forme si autolimitano, hanno una durata e poi si risolvono. I rischi sono quelli di un’infezione intra-umana, ovvero che ci possa essere trasmissione a più persone se esce da questi cluster che abbiamo avuto soprattutto tra persone omosessuali, e può diventare un problema».
Cronologia dei casi
Se una spia d’allarme si era accesa il 7 maggio con un primo caso importato segnalato dal Regno Unito, il 13-14 maggio nuova segnalazione sempre dal territorio britannico: altri 2 casi (e un altro probabile, secondo quanto riporta l’Organizzazione mondiale della sanità) sono stati identificati fra persone della stessa famiglia, ma «senza una storia recente di viaggi e nessun contatto con il caso segnalato il 7 maggio», fa il punto anche il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie Ecdc.
«Altri 4 casi sono stati confermati dall’Uk Health Security Agency il 16 maggio, anch’essi senza una storia di viaggi recenti in aree endemiche, e non contatti dei casi segnalati il 7 e 14 maggio. Tutti i casi segnalati il 16 maggio erano uomini che si identificavano come uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (Msm)», riporta l’Ecdc.
Il 18 maggio tocca al Portogallo: 5 casi confermati di vaiolo delle scimmie, più di 20 i sospetti, tutti giovani uomini e tutti a Lisbona e nella valle del Tago. Anche la Spagna ha segnalato 8 casi sospetti. Questa, evidenzia l’Ecdc, «è la prima volta che vengono segnalate catene di trasmissione in Europa senza collegamenti epidemiologici noti con l’Africa occidentale e centrale. Questi sono anche i primi casi al mondo segnalati tra gli Msm». E in Canada, secondo quanto riporta la “Bbc online”, ci sarebbero verifiche in corso su oltre una decina di casi sospetti.
Martedì, il Cdc statunitense ha segnalato di essere preoccupato per lo stato dell’epidemia nel Regno Unito e per il potenziale allargamento del contagi: «Abbiamo la sensazione che potrebbero esserci alcuni metodi insoliti di trasmissione, attraverso il contatto intimo o qualche forma di stretto contatto personale che non abbiamo precedentemente associato al vaiolo delle scimmie».
Oms: casi atipici, no a restrizioni sui viaggi
L’Oms, al momento, «non raccomanda alcuna restrizione per i viaggi e gli scambi commerciali con il Regno Unito sulla base delle informazioni disponibili in questo momento», e ha organizzato una riunione di esperti sul vaiolo delle scimmie e sugli orthopoxvirus, la più ampia famiglia di virus del vaiolo, per l’inizio della prossima settimana. Tra le questioni che gli esperti probabilmente affronteranno c’è un apparente cambiamento nell’epidemiologia della malattia nei paesi in cui il virus è endemico che si è verificato negli ultimi anni. «Stiamo assistendo a un cambiamento nella distribuzione per età dei casi, ma anche a un cambiamento nella distribuzione geografica dei casi,- ha affermato Ichael Ryan, direttore esecutivo del Programma per le emergenze sanitarie dell’Oms -. Dobbiamo capire davvero il comportamento umano in quelle regioni e cercare di impedire che la malattia raggiunga l’uomo».
Hans Kluge, direttore dell’Oms per l’Europa, è tornato sull’argomento nella serata di venerdì, definendo i recenti casi di vaiolo delle scimmie in Europa «atipici per diverse ragioni». «In primo luogo - spiega - perché tutti tranne uno di questi casi non hanno relazioni con viaggi in aree dove il vaiolo delle scimmie è endemico, cioè in Africa Occidentale e Centrale. Secondo, perché molti dei casi iniziali sono stati individuati attraverso i servizi di salute sessuale e riguardano uomini che fanno sesso tra uomini. E terzo, per la natura geograficamente dispersiva dei casi in Europa e fuori, questo suggerisce che la trasmissione potrebbe essere in corso da tempo».
Il vaiolo delle scimmie è «ancora una volta, un risultato del maltrattamento cui stiamo costringendo il nostro pianeta - così il microbiologo dell’Università di Padova Andrea Crisanti, contattato da LaPresse -. Non è una nuova malattia. Esiste da tempo e, in Sud America, è emerso come risultato del disboscamento delle foreste amazzoniche, con conseguente maggiore contatto tra specie animali selvatiche e uomo - spiega - Fortunatamente non è il vaiolo umano».
Cos’ è e come si presenta
Il vaiolo delle scimmie in genere inizia con una malattia simile all’influenza e un gonfiore dei linfonodi, seguiti da un’eruzione cutanea sul viso e sul corpo. Si può trasmettere da uomo a uomo attraverso droplets, contatto con fluidi corporei o con le lesioni cutanee. È possibile che le persone che non sono state vaccinate contro il vaiolo (vaccinazione è abolita in Italia nel 1981) siano a maggior rischio di infezione con il «monkeypox» per l'assenza di anticorpi che, per la similitudine del virus del vaiolo con il monkeypox, possono essere efficaci a contrastare anche questa virosi.
Più casi tra gli omosessuali
In Africa in passato le persone sono state infettate da morsi di roditori o piccoli animali e di solito la malattia non si diffonde facilmente tra le persone. Gli inquirenti in Europa, tuttavia, riferiscono che la maggior parte dei casi riguarda uomini gay o bisessuali e le autorità stanno esaminando la possibilità che alcuni contagi siano avvenuti attraverso uno stretto contatto durante il sesso. Il vaiolo delle scimmie proviene dalla stessa famiglia di virus del vaiolo. La maggior parte delle persone guarisce dal vaiolo delle scimmie in poche settimane, ma secondo l’Organizzazione mondiale della sanità la malattia è fatale per un massimo di 1 persona su 10.
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