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Vaiolo delle scimmie, emergenza a New York e San Francisco. Due morti in Spagna

Sul fronte europeo sono 12.761 i casi di vaiolo delle scimmie. Per l’Italia vengono indicati 426 casi

Aggiornato sabato 30 luglio 2022 alle ore 19:57

Oms sconsiglia vaccinazione di massa per il vaiolo delle scimmie

3' di lettura

Secondo decesso per il vaiolo delle scimmie in Spagna. Dopo la prima vittima venerdì nella regione di Valencia, 24 ore dopo il ministero della Sanità spagnolo conferma un secondo decesso, questa volta in Andalusia. Entrambi i pazienti era stati ricoverati nei giorni precedenti al decesso. Le autorità sanitarie di Valencia hanno reso noto che il paziente - che secondo la stampa locale era un uomo di 40 anni che era in terapia intensiva nell’ospedale di Alicante - è morto a causa di un’encefalite provocata da un’infezione, precisando che si stanno conducendo gli esami autoptici per chiarire maggiormente la causa della morte.

Le autorità sanitarie dell’Andalusia hanno reso noto inoltre che il paziente - ricoverato nella terapie intensiva di Cordoba - aveva 31 anni ed aveva un’infezione tipo meningite. Il ministero spagnolo della Salute ha reso noto ieri che vi sono 4.298 casi di persone infettate nel paese. Su 3.750 ammalati di cui si hanno informazioni disponibili, 20 sono stati ricoverati. Fra gli ammalati si contano 4.081 uomini e 64 donne, mentre di tre non è stato reso noto il sesso.

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Per questa malattia l’Oms ha dichiarato l’emergenza sanitaria internazionale.

Emergenza a New York e San Francisco

Dalla Spagna agli Stati Uniti. Da una costa all’altra: dopo San Francisco, ora New York. Di fronte al progredire dell’epidemia, la governatrice di New York, Kathy Hochul, ha dichiarato lo stato di emergenza. «Oltre un caso su quattro di contagio negli Usa viene registrato nello stato di New York, e noi dobbiamo usare tutti gli strumenti a disposizione per rispondere», ha detto riferendosi all’accelerazione della distribuzione dei vaccini. Con circa 4.600 casi in tutti gli Stati Uniti, nello stato di New York si contano quasi 1.400 casi, la maggior parte dei quali nella città di New York, diventata l’epicentro dell’epidemia negli Usa.

Anche la città di San Francisco, dove si registrano 261 casi su 800 in tutta la California, ha dichiarato nei giorni scorsi lo stato di emergenza per accelerare la vaccinazione. «Abbiamo un bisogno disperato di vaccini a sostegno della popolazione di San Francisco», ha detto il sindaco London Breed. Le autorità federali, che ancora stanno valutando se dichiarare l’emergenza nazionale in modo da sbloccare più risorse, dopo le difficoltà iniziali ora stanno distribuendo decine di migliaia di dosi, 780mila a livello nazionale, di vaccino. Circa 110mila sono state destinate allo stato di New York.

In Europa segnalati 12.761 casi

Sul fronte europeo invece sono 12.761 i casi di vaiolo delle scimmie segnalati al sistema Tessy da 32 paesi Ue/See e dalla regione europea dell’Oms. Il dato è aggiornato al 26 luglio ed è stato riportato dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie.

La situazione in Italia

Per l’Italia vengono indicati 426 casi, in linea con l’ultimo bollettino nazionale. Dei casi registrati su Tessy per i quali era disponibile il sequenziamento, 171 sono stati confermati come appartenenti al ’clade’ Africa occidentale.

Bassetti: non è infezione banale

«Queste sono alcune foto che un mio conoscente mi ha chiesto di pubblicare per sensibilizzare l'opinione pubblica al problema del #vaiolodellescimmie. Si tratta di una infezione tutt'altro che banale come è stata scambiata inizialmente. Provoca lesioni cutanee invalidanti specie a livello dei genitali che possono durare per mesi. Ci sono stati anche i primi decessi in Brasile e in Spagna e probabilmente ne vedremo molti altri». Così Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, su Facebook commentando alcune foto che mostrano pustole cutanea provocate dal vaiolo delle scimmie. «Siamo giunti a oltre 23mila casi diagnosticati in 88 paesi. Si tratta di un grave problema di salute pubblica da affrontarsi globalmente senza perdere più tempo», ammonisce l’infettivologo.

I sintomi più comuni

La maggior parte dei casi riguarda persone di età compresa tra 31 e 40 anni (41%) e maschi (99,4% degli infettati). Fra i contagiati per i quali è noto lo stato Hiv, il 37% è sieropositivo al virus dell’Aids.

L’infezione si è presenta con un’eruzione cutanea (94,7%) e sintomi sistemici come febbre, affaticamento, dolori muscolari, vomito, diarrea, brividi, mal di gola o mal di testa (67%). Nessun decesso è stato segnalato nella regione europea.

Nel 6,2% dei casi c’è stato un ricovero in ospedale. Un caso è stato ricoverato in terapia intensiva per ragioni non correlate all’infezione. Alcune infezioni (34) riguardano operatori sanitari, ma per loro - si precisa nel bollettino Ecdc/Oms - non è stata segnalata esposizione professionale.

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