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Val di Susa, a Mompantero prove di bosco antincendio

Nuovo progetto sul territorio devastato dal fuoco: gli alberi vengono seminati e tagliati
secondo uno schema preciso. Il legno sarà utilizzato per costruire attraverso la creazione di una filiera

di Maria Chiara Voci

Danni pesanti. Nella Bassa Val di Susa, nel 2017, le fiamme hanno cancellato oltre 4mila ettari di alberi e prati, con danni pesanti per l'ecosistema locale

3' di lettura

Nell’ottobre 2017 - terzo anno più caldo nella storia - a Mompantero e nella Bassa Val di Susa le fiamme hanno cancellato oltre 4mila ettari di alberi e prati, con danni pesanti per l’ecosistema locale e forti ricadute sul territorio e sulla qualità dell’aria della stessa Torino. Una cicatrice senza precedenti, ancora oggi visibile. Studiare le condizioni per scongiurare una nuova emergenza è stata una scelta di priorità: spegnere un incendio costa in media 8 volte più che prevenirlo.

«Gestire in modo attivo un bosco con la selvicoltura, disegnandone la composizione attraverso semine e tagli mirati e ragionati – spiega Antonio Brunori, segretario generale di Pefc Italia, organizzazione che promuove un sistema di certificazione forestale nazionale - è la risposta più incisiva per proteggere l’ambiente e generare occasioni di prelievi controllati, ma costanti, utili alla spinta dei processi di filiera per la lavorazione del legno».

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A questi obiettivi risponde l’innovativo piano di intervento PRe-FEu (Prevenzione degli incendi per le Filiere del legno) avviato nel 2020 e finanziato dal Programma di Sviluppo Rurale (PSR) della Regione Piemonte per mettere in sicurezza i circa 26.300 ettari dell’Alta Val Susa. L’iniziativa – che è stata avviata nel 2020 e rappresenta un modello di studio a livello mondiale - è stata sviluppata grazie a una collaborazione su larga scala di diversi attori, fra cui il Consorzio Forestale Alta Val Susa, le Unioni Comuni in Val Susa, la cooperativa La Foresta, il Disafa dell’Università di Torino, il Sistema Anticendi Boschivi della Regione Piemonte, le ditte forestali e le segherie locali e le associazioni di proprietari.

L’idea alla base del piano è semplice, ma efficace: la selvicoltura preventiva, che passa anche dall’abbattimento programmato degli alberi e in alcuni casi dallo stesso uso del fuoco – il cosiddetto fuoco prescritto –, riduce la densità della foresta e minimizza le possibilità di incendi su larga scala. «I boschi uniformi – spiega Roberta Berretti, tecnico della Ricerca presso l’Università di Torino - sono più vulnerabili perché al loro interno il fuoco si comporta in modo uniforme. Al contrario, il bosco a Mompantero non sarà più puro di pino silvestre ma, grazie alle latifoglie, misto. E questo è un bene dal punto di vista ecologico, perché si assume una struttura più resistente». La prima attività concreta è stata l’attivazione di un’area pilota, localizzata nella Bassa Val Susa e estesa circa 1.000 ettari.

L’impatto del piano non riguarda, però, la sola prevenzione del territorio. Il legno tagliato da questi interventi, invece di destinarlo a sola biomassa per energia, servirà per ricavare strutture, mobili, parquet e assi da costruzione attraverso la creazione di una filiera in loco che ne aumenti, così, esponenzialmente il valore, tanto da ripagare gli interventi stessi. E così è già accaduto.

Il legno prelevato dai territori sperimentali (50 mq forniti dalla Società Cooperativa La Foresta di Susa), più altri 350 mq di perline di pino silvestre ricavati dai tagli per i viali tagliafuoco di Oulx-Savoulx, sono stati impiegati dall’Unione Montana Alta Valle Susa e dal Comune di Bardonecchia per la costruzione del nuovo bivacco sul Colle del Sommeiller, a quota 3.009 metri, rifugio per alpinisti e amanti della montagna e sede di un Centro della Cultura d’Alta Quota e di un museo sulla storia dell'omonimo ghiacciaio.

L’edificio, in legno massello locale, è rivestito in lamiera rosso bordeaux e reinterpreta in chiave moderna le forme essenziali del rifugio Ambin, demolito nel 2004. Porta la firma dello studio di CoutanStudio, architetti e paesaggisti di Oulx con il Consorzio Forestale Alta Valle Susa.

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