Valditara: «Facciamo ripartire il dialogo tra scuola e lavoro»
Il ddl la prossima settimana in Consiglio dei ministri. Dal 2024 la sperimentazione: percorsi quadriennali e due anni negli Its
di Claudio Tucci
I punti chiave
3' di lettura
Il primo passo per ricostruire un dialogo tra scuola e lavoro Giuseppe Valditara lo ha realizzato a due mesi scarsi dal suo arrivo al dicastero dell’Istruzione (e del merito): in vista delle iscrizioni al nuovo anno scolastico ha inviato una lettera a famiglie e studenti per ricordare loro le opportunità professionali presenti nei propri territori, e purtroppo non coperte, e gli sbocchi invece offerti dall’istruzione tecnica.
Restyling di tutta la filiera tecnico-professionale
A un anno di incarico di governo si chiude quel cerchio, e dopo il rilancio degli Its Academy, adesso è pronto il restyling più ampio di tutta la filiera tecnico-professionale. Con l’avvio, dal 2024/25, di una sperimentazione in larga scala del modello 4+2, percorsi quadriennali più due ulteriori annualità negli Its Academy (potrà coinvolgere fino a un massimo del 30% di istituti tecnici e professionali del territorio). Insomma, si costruisce, anche in Italia, una nuova filiera formativa “tecnologico-professionale”, destinata a coinvolgere in un’ottica di “campus” istituti tecnici, istituti professionali statali, percorsi Ifts, IeFp regionale e Its Academy. Con un duplice obiettivo, come racconta lo stesso Valditara al nostro giornale, «dare un futuro ai tanti giovani che non ce l’hanno, o che non ce l’hanno adeguato alle loro potenzialità e ai loro talenti. E, al tempo stesso, spingere la competitività del nostro sistema produttivo, che altrimenti rischia una brusca frenata», stretto tra un mismatch ormai dilagante, proprio di “profili tecnici” e Stem, e la necessità di innovare e far crescere il Paese.
Coinvolgimento attivo delle imprese nella didattica tecnica e laboratoriale
Si rompe un tabù: con un coinvolgimento attivo delle imprese nella didattica più tecnica e laboratoriale, e l’ampliamento delle ore di formazione “on the job”, «in sicurezza e con una maggiore qualità», ha ricordato Valditara, dopo le novità introdotte nel decreto Lavoro di maggio, e in vigore da quest’anno; una maggiore apertura alle esperienze all’estero, alle lingue (metodologia Clil), al ricorso all’apprendistato, «che è un buon canale d’ingresso dei giovani nel lavoro».
Inaccettabile avere più di un milione di posti scoperti
Il senso, e al tempo stesso, l’«obiettivo chiaro» della riforma delle scuole tecnico-professionali Valditara lo riassume in un numero: «Abbiamo più di un milione di posti di lavoro scoperti, è inaccettabile. La mia idea di scuola - ha poi aggiunto - è quella costituzionale, ritagliata su misura dei talenti e delle abilità del singolo studente. Anche per questo con la ripresa delle lezioni avremmo 37mila docenti tutor nell’ultimo triennio delle superiori. Questo consentirà di recuperare i ritardi, potenziando la didattica. Quest’anno, peraltro, avremo più docenti assunti e meno precari. Abbiamo realizzato l’80% delle immissioni in ruolo autorizzate, +2,183 cattedre rispetto allo scorso anno. Ci sono 15.920 posti vacanti in meno e faremo un ricorso ai supplenti per coprire l’organico di diritto pari al 10,9%, lo scorso anno è stato del 15%, con un abbattimento di un terzo».
A Frosinone la grande alleanza tra scuola, imprese e parti sociali
Il percorso che ha portato alla stesura del Ddl (che approderà settimana prossima in Cdm) ha avuto una tappa decisiva a Frosinone, agli Stadi generali dell’Education organizzati da Confindustria, dove si è sancita quella «grande alleanza tra scuola, mondo produttivo, parti sociali, che la riforma dell’istruzione tecnico-professionale e l’idea di campus adesso concretizzano».
Sperimentazione dal 2024
Certo, la sperimentazione della nuova filiera formativa partirà nel 2024 (e si dovrà attendere il 2030 per vedere i primi risultati concreti); «ma è fondamentale posare la prima pietra - ha chiosato Valditara -. Regioni e parti sociali avranno un ruolo strategico nel decollo e nell’attuazione di questa sperimentazione. Vogliamo che questo percorso sia d’assoluta eccellenza per i ragazzi. Insomma, il messaggio deve essere chiaro: non possiamo più permetterci una scuola slegata dal mondo del lavoro».
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