Valentino, i cambi di proprietà come una saga che prosegue da 35 anni
Da quando il fondatore Valentino Garavani decise di venderla, la maison ha cambiato più volte il suo proprietario: dalla Hdp dei Romiti al fondo Permira, dal Gruppo Marzotto al fondo del Qatar Mayhoola e (per ora in minoranza) il colosso del lusso Kering
di Chiara Beghelli
3' di lettura
Nella moda la creatività è un flusso inarrestabile, come i cambi di assetto societario delle aziende. E forse nessuno meglio di Valentino lo dimostra. Ancor prima dell’addio del suo fondatore, Valentino Garavani, la maison nata a Roma nel 1960 ha conosciuto numerosi avvicendamenti alla sua proprietà: il più recente, l'entrata nel capitale societario con una quota del 30% del colosso Kering, secondo gruppo del lusso al mondo con un fatturato di 20,4 miliardi nel 2022, e già proprietario di marchi come Gucci, Saint Laurent, Bottega Veneta, Balenciaga, per un controvalore di 1,7 miliardi di euro. La maggioranza resterà per il momento a Mayhoola for Investments, il fondo sovrano legato alla famiglia reale del Qatar che lo aveva rilevato nel 2012 per 700 milioni di euro. Anche se entro il 2028, secondo la nota che ha annunciato l'operazione, Kering potrà salire fino al 100%.
Si tratta solo dell'ultima puntata di una lunga saga: già nel 1998 Valentino Garavani aveva deciso di cedere l'azienda alla Hdp di Maurizio Romiti per un controvalore di 540 miliardi di lire dell'epoca, ma mantenendone la direzione creativa. Quattro anni dopo, è il Gruppo Marzotto, gigante del tessile, a diventare proprietario della maison, per 240 milioni di euro. Tre anni dopo, però, ne cede la maggioranza al fondo di private equity Permira, che paga 5,3 miliardi di euro. Nel gennaio 2008, a Parigi, Valentino Garavani presenta la sua ultima collezione haute couture con una sfilata memorabile. Ne prenderà il posto Alessandra Facchinetti, che però resterà al timone per un solo anno. Al suo posto saliranno Pierpaolo Piccioli e Maria Grazia Chiuri, già designer di accessori per la maison. Ancora quattro anni e nel luglio 2012 l'annuncio dell'ennesimo cambio al vertice: nuovo proprietario di Valentino è il fondo sovrano del Qatar, Mayhoola for Investments, che conferma il duo creativo Chiuri-Piccioli. È il primo investimento “italiano” del fondo, che nel 2016 rileva anche Pal Zileri, marchio (con la sua manifattura, Forall) veneto di menswear formale. Nello stesso anno, peraltro, Pierpaolo Piccioli resta unico direttore creativo di Valentino, poiché Maria Grazia Chiuri è chiamata alla guida di Dior (marchio che fa capo a Lvmh).
Ora, però, Mayhoola sembra voler progressivamente tornare sui suoi passi: prima dell’annuncio relativo a Valentino, infatti, alla fine di giugno ha ceduto Forall alla società italiana Manifatture Venete, che sta puntando al suo rilancio, con la possibilità di cedere anche il marchio Pal Zileri.
Che qualcosa fosse nell'aria, fra le sale di Palazzo Mignanelli, era chiaro per gli addetti ai lavori, dopo l'annuncio, due giorni fa, dell'addio a sorpresa del chief brand officer di Valentino, Alessio Vannetti, dopo due anni dalla sua nomina, e del riassetto con la nomina di due nuovi chief marketing e commercial officer. Kering da parte sua ha confermato la sua fiducia all'ad Jacopo Venturini, che ha portato Valentino a ricavi per 1,4 miliardi di euro, con una rete di 211 negozi di 25 Paesi. E che in gennaio aveva scelto proprio Sabato De Sarno, braccio destro del direttore creativo Piccioli, come nuovo stilista di Gucci, dopo l'addio di Alessandro Michele a novembre. Mentre risale al 17 luglio la notizia dell'addio anche del ceo di Gucci, Marco Bizzarri, contestualmente alla promozione di Francesca Bellettini, ad di Yves Saint Laurent, a vicepresidente di Kering. Non è finita: nella nota che annuncia l'operazione si legge che «la transazione fa parte di una più ampia partnership strategica tra Kering e Mayhoola, che potrebbe portare Mayhoola a diventare azionista di Kering».
Consigli24: idee per lo shopping
Scopri tutte le offerteOgni volta che viene fatto un acquisto attraverso uno dei link, Il Sole 24 Ore riceve una commissione ma per l’utente non c’è alcuna variazione del prezzo finale e tutti i link all’acquisto sono accuratamente vagliati e rimandano a piattaforme sicure di acquisto online
loading...