Valli (M5S) e la falsa laurea: una colpa “umana” che si può perdonare?
di Rosalba Reggio
2' di lettura
Marco Valli, portavoce del Movimento 5 Stelle a Bruxelles, ma soprattutto eurodeputato laureato senza laurea, si autosospende dal suo ruolo e la rete impazzisce. Sulla sua pagina facebook i commenti si moltiplicano in poche ore offrendo la grande varietà dei sentimenti umani: rabbia, sdegno, disprezzo, ma anche solidarietà affetto, comprensione. Emozioni gestite certamente con grande difficoltà da chi, suo malgrado, ha dovuto prendere in carico il compito di moderare le conversazioni di sostenitori e giustizialisti.
La prima novità che salta all'occhio del lettore è la sparizione della foto di copertina scelta da Valli: la manifestante che era salita sul tavolo durante la conferenza stampa di Draghi. La foto raffigurava il presidente della Banca Centrale Europea, visibilmente spaventato e in posizione di difesa. Certamente un'immagine inappropriata, il giorno in cui il grande accusatore e oppositore di Draghi è appena scivolato su una falsa laurea, per nulla coerente rispetto ai ripetuti inviti alla trasparenza presenti nei suoi interventi in Parlamento.
Via la foto, però, i commenti restano. Dai più feroci - che lo invitano a dimettersi, a lasciare l'Europarlamento, a restituire i soldi indebitamente presi - a quelli pieni di solidarietà.
Succede così, che la tardiva ed ermetica autosospensione pubblicata in pagina da Valli – dove capire la colpa è davvero un'impresa da indovino – sia vissuta da taluno come un atto responsabile e coraggioso. Che la falsificazione del titolo di studio sia considerato da altri un dettaglio irrilevante «perché quello che conta è essere laureati all’università della vita», e perché «siccome conta il merito è bene che soggetti con le tue capacità rimangano dove sono».
In definitiva, non basta una falsa laurea a scoraggiare i fan più accaniti del Movimento perché, come scrivono sulla sua pagina facebook, «le bugie sono errori umani e l’unica cosa da odiare è la casta e i suoi fottuti privilegi». E poi, si sa, c’è sempre il dubbio sulle vere motivazioni dei media, perché «è singolare che si siano interessati a te sei mesi prima delle europee». Insomma, quella pericolosa manina che firma condoni, chissà, magari ha anche imparato a falsificare titoli di studio.
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