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Crack Silicon Valley Bank, Yellen: «Escludiamo il salvataggio ma evitare contagio»

Dopo il crack della banca, si vedono le prime conseguenze: la valuta digitale USD Coin perde l’aggancio al dollaro e le startup restano senza stipendi. Joe Biden ha chiamato il governatore della California per discutere del fallimento della Silicon Valley Bank

(articolo aggiornato domenica 12 marzo alle ore 21:12)

Sequestrata la Silicon Valley Bank dopo il fallimento

8' di lettura

Sono passate circa 48 ore dal crack della Silicon Valley Bank, e già si iniziano a intravvedere alcune delle possibili conseguenze nel mondo delle start-up, delle valute digitali e della finanza. Messa in ginocchio dalla fuga di 42 miliardi di dollari di depositi e dal rialzo dei tassi che ha messo ko il suo portafoglio di titoli di Stato, venerdì la banca è stata chiusa e commissariata dalla Federal Deposit Insurance Corporation (Fdic), cioè dall’Autorità che garantisce i depositi bancari fino a 250mila dollari. E ieri gli Stati Uniti, a partire dall’ecosistema di startup, hanno iniziato a fare i conti con quello che è il secondo maggiore fallimento bancario nella storia degli Stati Uniti. Il primo fu quello del 2008 di Washington Mutual.

Come contromisura, la Fed e la Fdic starebbero valutando la possibilità di assicurare tutti i depositi presso Silicon Valley Bank per smorzare i timori di contagio, secondo quanto riporta Cnbc citando alcune fonti.

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Usa cercano un acquirente: asta in corso

Dietro le quinte sarebbe anche stata organizzata un’asta e la scadenza per la presentazione delle offerte sarebbe nella tarda serata italiana, così da concedere tempo per un piano B qualora la vendita non dovesse andare a buon fine.

Secondo quanto riportato dai media americani, le banche regionali potrebbero essere le protagoniste dell’asta, il cui primo round si sarebbe chiuso alle ore 14 locali, ore 19 italiane.

In un Tweet rilanciato poco dopo le 21 italiane, Sky News ha indicato anche il gruppo bancario HSBC tra i potenziali partecipanti all’asta in corso.

Non è comunque escluso che la scadenza possa essere posticipata per consentire a un maggior numero di istituzioni finanziarie di farsi avanti.

La mossa di Biden

Joe Biden ha chiamato il governatore della California per discutere del fallimento della Silicon Valley Bank, il piu’ grande crollo di una banca Usa dalla crisi Lehman Brothers del 2008. Lo riferisce la Casa Bianca in una nota. «Il presidente e il governatore hanno discusso dei modi per affrontare la situazione», si legge nel comunicato.

Joe Biden, del resto, rischia una catastrofica crisi bancaria che potrebbe complicare la sua corsa alla Casa Bianca nel caso in cui il governo non riesca a orchestrare un piano per salvare tutti i depositi presso Silicon Valley Bank prima di lunedì.

Secondo alcuni analisti, il rischio è una corsa a ritirare i depositi assicurati in tutte le banche, mettendo a rischio soprattutto quelle piccole. Le banche infatti non hanno i depositi dei clienti in caveau o cassaforte, ma li prestano a imprese e individui. Quindi in caso di corsa al ritiro, le banche piccole e regionali potrebbero trovarsi in difficoltà.

Secondo il manager di hedge fund Bill Ackman, lunedì potrebbe verificarsi un «tracollo economico», a meno che le autorità americane non agiscano per corregge quello che potrebbe rivelarsi un «errore irreversibile», ovvero far fallire la banca americana.

«Il governo» ha poche ore per correggere un «errore irreversibile».

Yellen, escludiamo salvataggio ma evitare contagio

Il governo federale degli Stati Uniti esclude il salvataggio della Silicon valley bank (Svb). Così la segretaria al Tesoro Janet Yellen, in un’intervista a ’Face the nation’ sulla Cbs, a proposito del fallimento della banca.

Allo stesso tempo Yellen fa presente che si vuole evitare il «contagio» e che si sta lavorando per aiutare i clienti preoccupati per i loro soldi. Yellen mette in evidenza come la situazione sia molto diversa dalla crisi finanziaria di quasi 15 anni fa e cerca di rassicurare gli americani che non ci sarà alcun effetto domino in seguito al crollo della Svb.

«Il sistema bancario americano - dice - è davvero sicuro e ben capitalizzato. È resistente». Tra i problemi, quello principale che ha portato al fallimento della Svb è l’aumento dei tassi di interesse da parte della Federal reserve per combattere l’inflazione, dal momento che molte delle sue attività, come obbligazioni o titoli garantiti, hanno perso valore di mercato. Le possibili soluzioni includono anche l’acquisizione della Svb da parte di un’altra istituzione.

Lunedì riunione straordinaria a porte chiuse della Fed

La Federal Reserve americana terrà lunedì una riunione a porte chiuse del suo consiglio con procedure accelerate. Lo ha annunciato la banca centrale americana specificando che l’incontro si terrà alle 11:30 per esaminare e determinare principalmente i tassi che saranno applicati dalle banche della Federal Reserve. La banca centrale non ha fornito ulteriori dettagli, ma la mossa segue il crollo di venerdì della Silicon Valley Bank.

I prossimi passi

La Fdic ha comunicato che da lunedì i depositi entro la soglia assicurata di 250mila dollari saranno accessibili ai clienti e che i dipendenti della banca - scrive Reuters - avranno 45 giorni lavorativi a uno stipendio di 1,5 volte. Contemporaneamente ha avviato le procedure per vendere gli attivi dell’istituto fallito: le autorità di regolamentazione statunitensi sono infatti in cerca di un acquirente per varie società del gruppo, che oltre alla banca commerciale comprende Svb Securities, Svb Capital e Svb Private. La Federal Deposit Insurance Corp punta ora a trovare acquirenti per le varie attività del gruppo per poi restituire il più possibile i soldi dei clienti. Proprio ieri Sky News ha lanciato la notizia secondo cui la Bank of London ha dichiarato di valutare una possibile offerta per le attività inglesi del gruppo americano fallito.

Le conseguenze: effetto domino?

Ma a preoccupare maggiormente sono le conseguenze che questo crack può causare. Se sul mercato gli analisti sono convinti che difficilmente ci sarà un effetto domino paragonabile a quello che Lehman Brothers causò nel 2008 (questa è una banca molto più piccola e oggi l’intero sistema creditizio è molto più solido e capitalizzato di allora), i timori ci sono. Dato che tante banche sono esposte al mercato dei titoli di Stato, ci si interroga se altri medi istituti non possano soffrire come ha fatto la Silicon Valley Bank. Ma le conseguenze si vedono per ora già chiare nel mondo delle start-up e delle criptovalute.

Royal Group considera acquisizione divisione Gb

Royal Group, società di investimento controllata dal consigliere per la sicurezza nazionale degli Emirati Arabi Uniti, lo sceicco Tahnoon bin Zayed Al Nahyan, sta valutando la possibile acquisizione della divisione britannica di Silicon Valley Bank. Lo riporta l’agenzia Bloomberg citando alcune fonti secondo le quali una decisione definitiva non è ancora stata presa.

Tel Aviv Bank

Domenica le azioni delle banche israeliane hanno aperto in ribasso alla Borsa di Tel Aviv (Tase) . L’indice delle cinque maggiori banche di Tel Aviv è sceso del 2% nelle prime contrattazioni, mentre l’indice blue-chip TA-35 è sceso del 2,1%. Con la settimana di contrattazioni da domenica a giovedì, è stata la prima occasione per gli investitori di Tel Aviv di reagire al fallimento di SVB.

Gb: per Sunak e cancelliere Hunt colloqui in vista

Inoltre, il primo ministro britannico Rishi Sunak e il cancelliere Jeremy Hunt dovrebbero tenere colloqui con il governatore della Banca d’Inghilterra in risposta al crollo della Silicon Valley Bank UK. In una dichiarazione rilasciata nella mattinata del 12 marzo, il Tesoro ha affermato di considerare la questione “come un’alta priorità”. “Il governo sta lavorando a ritmo sostenuto su una soluzione per evitare o ridurre al minimo i danni ad alcune delle nostre società più promettenti nel Regno Unito e presenteremo piani immediati per garantire che le esigenze operative e di flusso di cassa a breve termine dei clienti della Silicon Valley Bank UK siano soddisfatti”, si legge nella nota.

“Il governo e la banca comprendono il livello di preoccupazione che questo solleva per i clienti della Silicon Valley Bank UK, e in particolare come potrebbe avere un impatto sulle posizioni di cash flow a breve termine”.

Nella nota si rileva che il governo riconosce che il fallimento della Silicon Valley Bank UK (SVBUK) “potrebbe avere un impatto significativo sulla liquidità dell’ecosistema tecnologico”.

E non a caso 140 ceo e fondatori di aziende tecnologiche hanno scritto una lettera aperta al cancelliere Jeremy Hunt per chiedere un intervento a supporto del fallimento della SVB UK. Quello che sta accadendo alla SVR - si legge nella lettera - rappresenta una «minaccia esistenziale per il settore tech del Regno Unito».

Hunt, imprese tech britanniche a serio rischio

Le imprese britanniche attive nei settori della tecnologia e delle scienze naturali sono a “serio rischio” dopo la chiusura della Silicon Valley Bank. E’ l’avvertimento lanciato dal cancelliere dello Scacchiere Jeremy Hunt che, in un’intervista al canale televisivo britannico Sky News, ha spiegato come la banca californiana gestisca il denaro di alcune delle aziende più promettenti del Regno Unito. “La maggior parte delle persone non avrà mai sentito parlare della Silicon Valley Bank, - ha detto - ma capita che si occupi dei soldi di alcune delle nostre attività più promettenti ed entusiasmanti”.

La Banca d’Inghilterra ha annunciato venerdì che la Silicon Valley Bank UK sta per entrare in insolvenza, a seguito dell’azione intrapresa dalla sua società madre negli Stati Uniti. Sebbene la Silicon Valley Bank (SVB) abbia una presenza limitata nel Regno Unito e non svolga funzioni fondamentali per il sistema finanziario, la Coalition for a Digital Economy (Coadec) ha avvertito che il suo crollo potrebbe avere un impatto significativo sulle start-up tecnologiche.

Le conseguenze: la stablecoin USDC

Partiamo da questo secondo capitolo. La stablecoin USD Coin (USDC) ha infatti perso il suo ancoraggio al dollaro dopo il crack di Silicon Valley Bank. È accaduto dopo che Circle, la società che sta dietro la valuta digitale, ha rivelato che una parte delle riserve che garantiscono l’ancoraggio della valuta al dollaro erano proprio nei forzieri delal Silicon Valley Bank. Secondo quanto dichiarato, dei 40 miliardi di dollari di riserve, 3,3 miliardi erano nella banca fallita. Così, alla notizia, la valuta ha rotto la sua parità col dollaro di uno a uno ed è scesa a 0,88 dollari, secondo CoinGecko. Poi ha un po’ recuperato terreno, a 0,90. Circle ha comunque dichiarato che la sua attività continuerà ad andare avanti normalmente.

Le conseguenze: l’ecosistema di start up

Altro capitolo è quello delle startup, che la banca finanziava. I fondatori di queste società innovative della Silicon Valley - scrive l’Ansa - si chiedono se saranno in grado di continuare a pagare i loro dipendenti dopo il fallimento della Silicon Valley Bank. Il fornitore di servizi di pagamento Rippling ha comunicato ai clienti venerdì che alcune elaborazioni si sono bloccate perché Svb contribuiva a gestire i pagamenti. La società, anch’essa una startup, si è rivolta a JPMorgan Chase, ma non abbastanza in fretta: «Le buste paga erano in volo in Svb e non sono ancora state pagate. L’azienda sta ancora cercando di capire cosa significherà il crollo della banca venerdì», ha scritto Parker Conrad, amministratore delegato di Rippling, in un post su Twitter.

Secondo quanto riporta Bloomberg, il fondatore di startup Brad Hargreaves,ha dichiarato che alcune aziende potrebbero non essere in grado di pagare gli stipendi la prossima settimana: «Aspettatevi licenziamenti di massa entro oggi, al massimo lunedì», ha avvertito. Sarika Bajaj, amministratore delegato della startup Refiberd, ha dichiarato di essere stata una cliente della Silicon Valley Bank per tre anni e di aver depositato là la maggior parte dei fondi dell’azienda. Bajaj, che si trovava alla filiale di Sand Hill Road della SVB in California venerdì scorso, ha cercato di effettuare dei prelievi: «Sono sicura che qui ci sono molte persone con molti e molti dipendenti», ha detto. «Non è solo la nostra realtà so che sarà la realtà di molte persone». Più della metà delle aziende tecnologiche «tiene la maggior parte della liquidità presso la SVB», ha dichiarato Greg Martin, socio fondatore della società di investimento Liquid Stock. E «tutte devono pagare gli stipendi all’inizio della prossima settimana», ha aggiunto.

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