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Van Gogh: gli ultimi 70 giorni dell’artista in una mostra

L’esposizione ‘‘Van Gogh a Auvers. I suoi ultimi mesi'' è a Amsterdam, Van Gogh Museum, fino al 3 settembre

di Paola Testoni

3' di lettura

In collaborazione con il Musée d’Orsay di Parigi, il Van Gogh Museum di Amsterdam organizza una mostra sugli ultimi settanta giorni di vita di Vincent van Gogh, trascorsi nel villaggio francese di Auvers-sur-Oise (20 maggio – 29 luglio 1890). Un periodo in cui fu estremamente produttivo e realizzò alcuni dei suoi più grandi capolavori, tra cui il famoso Campo di grano con corvi (1890) e il ritratto del Dottor Paul Gachet (1890).
La mostra, ‘‘Van Gogh in Auvers. I suoi ultimi mesi'' è la seconda di questo 2023 ed è stata organizzato nell'ambito delle celebrazioni per il cinquantesimo anniversario del Museo Van Gogh.

Produttività ossessiva

Grazie a numerosi prestiti da musei e collezioni private, offre per la prima volta un’importante panoramica dell’opera di Van Gogh nei suoi due ultimi mesi della sua vita contrassegnati inizialmente da un grande entusiasmo e da una produttività quasi ossessiva (74 quadri in settanta giorni). Con un percorso che alterna opere e descrizioni di vita vissuta, la mostra segue l'artista dal suo arrivo ad Auvers, dove era arrivato con nuove speranze e ambizioni, fino alle sue ultime settimane di vita, quando, assalito nuovamente da sentimenti di fallimento, solitudine e malinconia, continua comunque a creare opere di enorme potenza .Nel periodo passato ad Auvers, Vincent dipinge spesso in maniera veloce e mostra un'ampia varietà di stili: dalle larghe pannellate alle celebri forme involute a onde e spirali, ancora di più che prima si concentra sulla composizione e sul colore e soprattutto vuole rigenerarsi nella natura, catturando l'essenza della vita rurale descritta con colori vivaci e un verde predominante, ed esprimere, nelle sue opere, profondi sentimenti umani.

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Amsterdam, in mostra la produzione di Van Gogh a Auvers

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Auvers

Vincent arriva nel tranquillo paesino di Auvers-sur-Oise, a una trentina di chilometri da Parigi, il 20 maggio 1890 sotto invito del fratello e dopo un anno passato in una clinica per malattie mentali a Saint-Rémy, nel sud della Francia. Il pittoresco villaggio sulle rive del fiume Oise, attirava molti artisti ed era ben collegato alla capitale, dove viveva il fratello Theo, con una linea ferroviaria. La speranza era che un nuovo ambiente e soprattutto la vicinanza del legame familiare, potessero alleviare le sue sofferenze psichiche. La scelta di quel villaggio, non era casuale, lì aveva la sua casa di campagna il dottor Paul Gachet (1828-1909) specializzato in stati melanconici (diremmo oggi depressivi), il medico era amico di molti artisti, tra i quali Renoir, Cézanne e Pissarro, di cui collezionava opere, e lui stesso dipingeva nel suo tempo libero. Van Gogh affitta una piccola stanza all'ultimo piano sopra il Café de la Mairie e in prima istanza questa scelta sembra la soluzione ideale e il pittore inizia subito a dipingere dapprima vedute del villaggio e quindi panorami della zona appena circostante, soprattutto gli estesi campi di grano, in un breve raggio di appena 500 metri dalla sua camera. Ma presto comincia a focalizzarsi sui ritratti in quanto convinto che il ritratto ‘‘con all'interno i pensieri, l'anima del modello'' sarebbe diventato il futuro dell'arte pittorica. E il colore diventa di primaria importanza come nel ritratto del Dottor Gachet, che appare nella tipica posa del malinconico, oppure in quello di Adeline Ravoux, nel quale sottolinea la naturale timidezza della dodicenne. I suoi quadri di giovani, soprattutto donne e bambini, ritratti all'aria aperta , erano una vera ode alla vita paesana. Van Gogh infatti pensava che i piccoli potessero crescere molto meglio in campagna e spingeva spesso il fratello Theo e la cognata Jo perché venissero a Auvers con il piccolissimo Vincent. Un periodo di grande produttività ed entusiasmo che dura purtroppo molto poco: Vincent van Gogh si toglierà la vita il 29 luglio successivo.

La mostra

La mostra espone 50 dipinti e oltre 30 disegni del breve periodo passato ad Auvers, tra cui otto importanti prestiti dal Museo d'Orsay provenienti dall'eredità dei discendenti dello stesso Paul Gachet e mai usciti dal museo parigino, tra cui ‘‘La Chiesa di Auvers-sur-Oise'' (1890) un prestito talmente eccezionale che ha fatto definire la mostra, da parte di Emilie Gordenker, direttrice del Van Gogh Museum, ‘‘da una sola volta nella vita''. Inoltre il già citato ritratto di Adeline Ravoux, figlia del proprietario dell'albergo dove risiedeva Van Gogh, proveniente da una collezione privata e visibile per la prima volta dal 1955.

‘‘Van Gogh a Auvers. I suoi ultimi mesi'', Amsterdam, Van Gogh Museum, fino al 3 settembre

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