Varato un piano da 800 milioni per produrre eco-fuel a Priolo in Sicilia
La raffineria siciliana del gruppo Lukoil perde 28 milioni al mese. Investiti per manutenzione e adeguamento ambientale oltre 168 milioni
di Nino Amadore
3' di lettura
Resistere in questa difficile congiuntura provocata dalla pandemia. Ed essere pronti a rilanciare sul fronte degli investimenti green. È la strategia di Lukoil, il gruppo russo che è proprietario della raffineria Isab che si trova a Priolo, nell’area industriale del siracusano. Sul fronte degli investimenti ambientali il gruppo russo ha concluso nelle scorse settimane la grande fermata della raffineria con un investimento complessivo di 168,5 milioni di cui 93,1 milioni per manutenzione e 75,4 milioni di nuovi lavori con interventi di adeguamento per il rispetto della normativa ambientale. Per un totale di oltre 4.000 persone impiegate e uno sforzo sul fronte della sicurezza e dei piani anti-Covid di non poco conto.
Le dfficoltà derivanti dalla pandemia
Un impegno con annessi investimenti in un momento difficile per la raffineria che, lo ricordiamo, lavora mediamente ogni anno tra i 10 e i 12 milioni di tonnellate di greggio e dà lavoro mediamente a 2.600 persone tra diretto e indotto. «Stiamo lavorando in perdita dall'inizio della pandemia - dice Claudio Geraci, vicedirettore generale di Isab - e stiamo valutando se rimanere in marcia o meno. I margini sono ora positivi ma non tanto da fare utili. Dall’inizio dell’anno continuiamo a lavorare in perdita per circa 28 milioni euro al mese. Se rimanessimo completamente fermi perderemmo 32 milioni. L’anno scorso, per dire, abbiamo perso circa 400 milioni. Questi sono i numeri. E in queste condizioni a noi sembra incomprensibile che si continui a guardare al polo petrolifero solo come un male necessario: siamo uno strumento di stabilità sociale»
Intanto sul tavolo del management siciliano di Isab c’è già un progetto di investimento che vale tra i 600 e gli 800 milioni: il dossier è allo studio e sta per essere perfezionato. L’idea è quella di entrare nel mercato degli eco-fuel grazie a investimenti sulla tecnologia che porterebbero a una trasformazione del complesso industriale di Priolo.
Il progetto di trasformazione
Tecnicamente, senza entrare troppo in dettagli, si tratta di produrre nuovo combustibile da Gas di Sintesi come alternativa al suo utilizzo nelle turbine a gas per la produzione di energia elettrica. «Il progetto produce dei benefici ambientali importanti, riducendo considerevolmente l’impatto ambientale della raffineria grazie alla riduzione significativa delle emissioni clima-alteranti - spiegano dall’azienda -. In particolare, a pari quantità di Syngas utilizzato, la produzione di Co2 derivante dal processo di sintesi è pari a quasi la metà rispetto a quella derivante dall’attuale processo di produzione di energia elettrica nelle macchine turbogas». Non solo: si aggiunge anche la possibilità in futuro «di valutare eventuali tecnologie per potere immagazzinare la quota di Co2 ad alto titolo potenzialmente recuperabile dal processo di rimozione gas acidi». Complessivamente, secondo le previsioni, questo progetto porterebbe a una ulteriore diminuzione delle emissioni del 30 per cento.
Insomma, sembra di capire, il progetto c’è e Isab lo candida a partecipare ai finanziamenti previsti dal Next Generation Eu. «Si sta facendo passare l’idea - dice ancora Geraci - che la transizione possa avvenire in 24 ore ma non è così, ovviamente. È necessario intanto creare un contesto giusto che accompagni il sistema verso la transizione. E poi c’è un ulteriore elemento da considerare. Le aziende sono alle prese con una grande crisi finanziaria, ecco perché noi pensiamo che i governi debbano capire che questa transizione va sostenuta da un punto di vista finanziario».
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