Variante Delta, è nuovo allarme globale per pandemia e rischio non vaccinati
Usa tra gli epicentri, con Biden che conta su obblighi di inoculazione per fermare infezioni, ricoveri e decessi. Spirali da Israele a Nuova Zelanda
di Marco Valsania
I punti chiave
4' di lettura
Cresce l’allarme globale per il Covid. La variante Delta, più contagiosa e grave, allunga ombre sempre più fitte dagli Stati Uniti all’Europa, da Israele all’Australia. Un contagio che scatena nuove emergenze di salute pubblica e mette sotto pressione i sistemi ospedalieri, nelle regioni più povere ancora con inadeguato accesso a vaccini, prevenzione e cure come tra i Paesi più sviluppati e le loro economie in ripresa.
Sono 658mila i casi giornalieri nel mondo, 151mila negli Usa
Le cifre danno la misura della recrudescenza e dell’impatto dei vaccini. I nuovi casi medi quotidiani su scala mondiale nell’ultima settimana hanno raggiunto i 658mila, in aumento ancora del 3% sui 14 giorni, e i decessi superano i diecimila, saliti del 2 per cento. Una delle impennate maggiori da luglio a oggi è negli Stati Uniti: più di 151mila casi al giorno, un aumento medio del 28%, pari a 46 ogni centomila abitanti contro i 18 in Europa. I decessi superano i mille al giorno, in aumento dell’84 per cento. I ricoveri sfiorano l’80% dei picchi invernali. E l’incidenza delle infezioni sui bambini desta particolare preoccupazione: nell’ultima settimana sono state ben 180mila, vicino ai picchi peggiori della pandemia. Anche se, come ripete quasi quotidianamente il Presidente Joe Biden sperando di incoraggiare la prevenzione, questa ora è «una pandemia dei non vaccinati»: il Cdc, il Centro per il controllo e la prevenzione del virus, ricorda che negli Usa, dati parziali al primo scorcio di agosto, il 99,99% delle persone vaccinate completamente non ha avuto casi finiti in ospedalizzazione o morte. Un’analisi della Kaiser Foundation è più prudente, notando l’esistenza di cosiddetti casi breakthrough, cioè tra i vaccinati, ma ha ugualmente trovato nove casi gravi su dieci tra chi non è immunizzato.
Israele, «paziente-zero» della Delta
Il paziente-zero per la nuova crisi è stato forse Israele che ha visto di recente salire le infezioni quotidiane a circa 10mila al giorno. Il successo della sua iniziale campagna di vaccinazione - è stato il primo Paese a inoculare del tutto la maggioranza della popolazione - si è scontrato con una combinazione di rapide riaperture, cali di protezione del vaccino dopo forse sei mesi e l’avvento della variante Delta. Adesso è tra i primissimi Paesi a offrire dosi booster del vaccino, riportando almeno iniziali risultati efficaci.
L’America in affanno
Ma è la nuova crisi statunitense a essere diventata forse la più emblematica dei rischi tuttora presenti. Oltre 90mila pazienti sono ricoverati per Covid su scala nazionale, un numero secondo solo a quello del picco dello scorso inverno. Almeno cinque Stati americani hanno ormai esaurito i posti nei reparti di terapia intensiva. «Se riusciamo a passare l’inverno e a vaccinare la grande maggioranza della popolazione non vaccinata, spero potremo avere un buon controllo della situazione entro la primavera del 2022», ha dichiarato con cautela l’epidemiologo Anthony Fauci, consigliere di Biden. I più recenti studi del Centro federale per le malattie confermano l’epidemia concentrata tra i non vaccinati quando si tratta di malattia acuta: la probabilità di ingresso in ospedale è di 29 volte superiore. Tra giugno e luglio, inoltre, i ricoveri dei non immunizzati sono costati 2,3 miliardi al sistema sanitario Usa, drenando risorse anche per trattare altre patologie.
Vaccinazione obbligatoria
Washington conta adesso sull’approvazione definitiva e non più d’emergenza del vaccino realizzato da Pfizer-BioNTech per far decollare una campagna di vaccinazioni obbligatorie o quantomeno fortemente incentivate: il via libera delle autorità federali della Fda a Pfizer è stato accompagnato da una catena di annunci di istituzioni e aziende su obblighi di immunizzazione, dal Pentagono per i militari alle scuole di New York e a numerose università, dalla catena di farmacie Cvs al gruppo Ford e a Goldman Sachs nell’alta finanza. La compagnia aerea Delta alzerà i contributi sanitari richiesti ai dipendenti non vaccinati. Biden, che aveva già introdotto di fatto un obbligo per i dipendenti e fornitori federali, ha apertamente invitato la Corporate America a esercitare un ruolo di leadership nel richiedere il vaccino a lavoratori e consumatori.
In gioco anche l’outlook del business
Perché in gioco ci sono anche le prospettive di business: Goldman ha tagliato al 5,5% dal 9% la crescita nel terzo trimestre, citando la variante Delta. E sono riapparse, oltre al rinvio dei rientri in ufficio, cancellazioni e ridimensionamenti di fiere, eventi e conferenze, da New York a Las Vegas. Lo stesso simposio internazionale della Federal Reserve a Jackson Hole in Wyoming nel fine settimana, dal quale sono attesi chiarimenti sull’outlook, avrà per il secondo anno consecutivo forma completamente virtuale, rinunciando a tentativi di dar vita a un appuntamento ibrido con una partecipazione in presenza quasi solo domestica.
Le resistenze nel Sud americano
Il peggioramento del dramma negli Stati Uniti - dove mercoledì tra l’altro la neogovernatrice dello Stato di New York, Kathy Hochul, ha ammesso che i morti per Covid a oggi sono stati 12mila in più rispetto a quanti ne aveva certificati il predecessore Andrew Cuomo - ha radici nei limiti di vaccinazioni e precauzioni. Il 51,5% della popolazione – circa il 60% degli aventi diritto - è interamente vaccinato, 171 milioni di persone. La resistenza resta però forte in fasce sociali e Stati più conservatori, sensibili alla politicizzazione dello scontro sui vaccini, oltre che tra comunità disagiate e scettiche nei confronti del Governo, quali gli afroamericani. Un sondaggio sempre della Kaiser Foundation ha mostrato che solo tre su dieci non vaccinati sono ora diventati più propensi alla somministrazione del farmaco, nonostante l’approvazione definitiva delle autorità data a Pfizer. Sacche di no-vax restano anche tra gli anziani, più che in altri Paesi.
La battaglia sul dress code in Texas
Grandi Stati del Sud, spesso guidati da governatori repubblicani vicini al populismo dell’ex presidente Donald Trump e contrari a imporre misure anti-Covid, sono diventati autentici volani di infezioni e emergenze. La Florida svetta con una media di 17mila pazienti ricoverati e record assoluti di ricoveri e decessi, il Texas segue con oltre 13mila. Il governatore texano, Greg Abbott, ha ingaggiato prolungate battaglie legali con numerosi distretti scolastici locali, i più popolosi, che hanno richiesto l’uso di mascherine per gli studenti all’inizio dell’anno scolastico al fine di scongiurare ulteriori e gravi focolai della pandemia. Un distretto ha sperimentato con l’introduzione della maschera quale «dress code», divisa scolastica, per aggirare le obiezioni del governatore, che rivendica invece il diritto individuale a scegliere se vaccinarsi e se indossare coperture facciali anche in presenza di sfide di salute pubblica.
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