Vaticano, il cardinale Müller (ex Dottrina della Fede): «Attorno a Francesco un cerchio magico»
Il libro-intervista della giornalista Franca Giansoldati. Sul caso Becciu: «Non si può punire qualcuno senza avere in mano le prove della sua colpa»
di Carlo Marroni
I punti chiave
3' di lettura
«È evidente che non si può parlare di “dittatura”, come è stato fatto in alcuni libri piuttosto critici verso Papa Francesco. Tuttavia non si possono tacere gli effetti che producono certi orientamenti. Molte di queste scelte sono state suggerite al Papa da alcuni suoi strettissimi consiglieri. Vi è come una sorta di cerchio magico che gravita attorno a Santa Marta formato da persone che, a mio parere, non sono preparate dal punto di vista teologico».
Critico con il pontificato di Francesco
Chi parla non è un qualsiasi teologo tradizionalista nostalgico del rito tridentino, ma un peso massimo della Chiesa. È il cardinale Gerhard Müller, già prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede fino al 2017, per cinque anni, e prima ancora Arcivescovo di Ratisbona, dove ha insegnato teologia. Müller, alla fine del quinquennio dentro la Santa Sede dove era stato chiamato da Benedetto XVI, non fu rinnovato nell’incarico da Papa Francesco. Senza preavviso, precisa. Da allora scrive libri, tiene conferenze e non manca di avanzare critiche al pontificato - lo faceva anche quando era in carica - ma sempre in prima persona, non manda altri avanti. Ha esposto le sue idee sulla Chiesa e sul pontificato nel libro-intervista “In buona fede” (Solferino) con Franca Giansoldati, vaticanista de “Il Messaggero”. Il dialogo è a tutto campo sulla religione nel XXI secolo.
Caso Becciu: «Non si può punire qualcuno senza le prove»
Interviene anche sul caso Becciu, il cardinale cui il Papa ha tolto le prerogative della porpora per fatti legati alla gestione delle finanze della Santa Sede (si presume): «Non si può punire qualcuno senza avere in mano le prove della sua colpa. Questo modo di agire è capitato di frequente in Vaticano e non riguarda solo il singolare caso Becciu, ma è accaduto persino dentro la Congregazione per la Dottrina della Fede quando furono mandati via alcuni sacerdoti senza ragioni, dall’oggi al domani. Per il cardinale Becciu la questione è macroscopica anche perché amplificata dai mass media: è stato umiliato e punito di fronte al mondo senza che gli sia stata data alcuna possibilità di difesa. Ora si aspetta la fine del processo in corso al tribunale vaticano. Eppure dovrebbe valere per chiunque la presunzione di innocenza, un diritto sacrosanto dai tempi degli antichi romani», dice Müller.
Pedofilia, «sono rimasto scioccato»
La Germania, così come ogni Paese del mondo - chiede Giansoldati - è attraversata dallo scandalo degli abusi sessuali. Lei che è stato vescovo nella diocesi di Regensburg ha mai dovuto affrontare casi di pedofilia, li ha mai insabbiati? «In Germania si è iniziato a parlare seriamente di questo problema circa vent’anni fa, anche se solo nel 2010 la discussione si è fatta piuttosto intensa, sotto la pressione dell’opinione pubblica. Prima di allora non c’erano quasi investigazioni previe nelle diocesi. Anche io stesso mi sono trovato a gestire alcuni casi, con l’aiuto dei miei collaboratori esperti, e l’ho fatto seguendo fedelmente il Codice di Diritto Canonico. Quando sono iniziate a uscire le prime cifre sul numero delle vittime a livello nazionale sono rimasto scioccato, non avevo mai avuto la percezione di un fenomeno del genere, anche perché non mi era mai accaduto nulla da vicino, pur avendo avuto contatti con decine di sacerdoti nella mia vita, dal seminario a ogni altro ambito sacerdotale. L’effetto di questa ferita sulla gente è terribile. Mi chiedo come possa un sacerdote consacrato a Dio arrivare a colpire dei minori, dei ragazzi, condannarli a traumi psicologici enormi. Non si tratta solo di un peccato grave, ma di un crimine abominevole contro la persona».
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