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Vendemmia anticipata e previsioni che lasciano perplessi

Meglio attendere l’assaggio del vino prima di emettere sentenze sull’annata

di Cristiana Lauro

2' di lettura

Quest'anno, un po' ovunque in Italia, la vendemmia è anticipata a causa del protrarsi di temperature molto calde e di una stagione estiva impetuosa che si è sporta prima del solito. Fanno eccezione poche zone fra le quali quella dell'Etna che promette veramente bene anche quest'anno. L'irregolarità in natura rientra nella norma e, soprattutto se parliamo di clima, l'unica vera costante è l'incostanza. Ma il cambiamento climatico – sulla bocca di tutti negli ultimi tempi – è una cosa molto seria che occorre affrontare con approccio scientifico, avendo cura di mantenere le distanze dal registro inutile delle opinioni prevalenti.

C'è chi prevede una pessima vendemmia conseguente alla stagione torrida, con scarse escursioni termiche fra il giorno e la notte – molto importanti per la vite soprattutto nei mesi estivi – e chi, di contro, batte il chiodo sull'ennesima annata del secolo. Per ora di certi ci sono l'anticipo della vendemmia e quello del rientro dalle ferie di chi produce vino. L'unica previsione sull'annata che possa riferirsi a parametri sensati è dunque legata alle quantità prodotte che, comunque, poco raccontano sulla qualità del vino. Occorre agire con cautela prima di indurre aspettative attraverso valutazioni precoci.

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Il mio suggerimento è di attenersi ai riscontri empirici, quelli che ricaviamo attraverso l'assaggio dei vini a seguito del loro corretto riposo in cantina.Il vino è un prodotto della vigna e della cantina. Non solo dell'una, o dell'altra. Senza l'intervento della mano dell'uomo la pianta chiamata vite non è destinata alla produzione del vino, bensì alla propria riproduzione. E quando il frutto, chiamato uva, cade naturalmente a terra si trasforma in aceto (quello cattivo, sia ben chiaro).Un bravo produttore di vini si distingue principalmente nelle annate difficili e non di rado capita di doverci ricredere su previsioni azzardate che si basano soltanto sull'osservazione dell'andamento climatico.

A mio avviso questa annata sarà più che discreta, in alcune zone e per certi vitigni anche molto interessante. Fino alla maturazione dei vitigni più precoci, tuttavia, è stata troppo calda e siccitosa ma potrebbe dare vita a vini più “potenti”, un po' più ossidativi. Molto dipenderà dai gusti e dalle preferenze del pubblico il quale, per inciso, riguardo alle annate ha scarsa memoria mentre, invece, le annate contano e fanno la differenza.

Sui vitigni più tardivi come il Nerello, il Sangiovese, il Nebbiolo o il Montepulciano – ma non solo – l'annata 2022, a mio avviso, sorprenderà le aspettative dei più pessimisti. La stagione, infatti, è cambiata e ha portato piogge ed escursioni termiche fra il giorno e la notte, fattori importanti per le vigne. Osservando l'evoluzione di vini con dati chimici e organolettici molto equilibrati (quasi perfetti direi) mi sono spesso resa conto che il primo anno – pochi mesi dopo l'imbottigliamento – erano chiusi, inodori, silenti. Vini inizialmente inespressi – nonostante struttura e spessore notevoli – divenuti, successivamente, molto interessanti. Una volta che il vino è andato in bottiglia e ha riposato in cantina infatti, il suo assaggio può sovvertire qualsiasi previsione.Ecco perché, per concludere, il mio suggerimento è di aspettare a giudicare e fidarsi più dell'assaggio che delle aspettative. È un approccio concreto, laico e decisamente affidabile.

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