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«Vendere funzionalità delle reti intelligenti agli Over the top apre nuove opportunità per le telco»

Una dimostrazione per i clienti Ericsson ci sarà al Mobile Congress di Barcellona, anticipa Andrea Missori, ceo del gruppo svedese in Italia

di Simona Rossitto

Andrea Missori, responsabile area Sud Est Mediterraneo ed Eurasia di Ericsson e amministratore delegato di Ericsson in Italia

5' di lettura

Vendere le funzionalità delle reti intelligenti agli Ott attraverso Api (un interfaccia di programmazione delle applicazioni): è questa una strada, in attesa del fair share, per riequilibrare i rapporti tra il mondo telco e gli Over the top tipo Google e Meta. «Al Mobile World Congress di Ericsson – anticipa Andrea Missori, responsabile area Sud Est Mediterraneo ed Eurasia di Ericsson e amministratore delegato di Ericsson in Italia, a DigitEconomy.24, report del Sole 24 Ore Radiocor e di Digit'Ed, gruppo attivo nella formazione e nel digital learning - si potrà assistere a una prima dimostrazione delle potenzialità. Per Ericsson, le Api rappresentano una nuova opportunità di crescita per l'intero settore telco». Rapporti con gli Ott a parte, il settore telco è comunque in difficoltà, stretto tra ricavi decrescenti e investimenti crescenti. Di fronte a questo scenario per Missori il consolidamento del mercato può essere una strada: consolidamento che dove c'è stato, «sta portando risultati». Dal punto di vista di un vendor come Ericsson, il consolidamento riduce il numero di clienti, ma è preferibile «avere tre clienti in buona salute anziché cinque che non hanno certezze sugli investimenti. Conseguentemente se loro investono sulla rete, noi possiamo investire sulla ricerca e lo sviluppo e fornire prodotti sempre più efficienti».

Il settore telco con quale lavorate è in difficoltà e nel frattempo ci sono stati tanti tavoli al governo per cercare delle soluzioni. Favorire il consolidamento degli operatori può essere una strada?

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Il governo è attento, è un governo che si sta muovendo, secondo me si stanno anche prendendo un po' di tempo per valutare bene. Occorre tuttavia tener a mente che, ci piaccia o meno, siamo autonomi fino a un certo punto. L'Italia è inserita nel contesto europeo e quello delle tlc è un settore fortemente regolato e gestito dall'Europa. Certamente su alcune delle tematiche l'Italia può sicuramente dire la sua, ma al tavolo in cui si prendono decisioni, si prendono decisioni per tutta l'Europa. L'arbitro, su alcuni snodi chiave, è la Commissione europea. Quali potrebbero essere i vantaggi del consolidamento? Io parto dai numeri. Il consolidamento sta portando dei risultati su mercati molto grandi, tipo gli Usa, dove a seguito del merger tra T-Mobile e Sprint, l'ebitda è salito per tutti e tre grandi operatori nazionali. Nel Brasile, ad esempio, il consolidamento da 5 a 3 ha avuto un effetto immediato: stanno crescendo Tim Brasil, Claro e Vivo. Ed è una crescita sana. Crescere non è solo un valore economico, ma è un valore perché dà possibilità di investire sulla rete. La finalità del consolidamento è anche, dunque, dare capacità agli operatori di costruire le reti. L'Italia è un mercato da questo punto di vista problematico, iper-competitivo. Un sano consolidamento permetterebbe agli operatori di continuare a investire.

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S arebbe auspicabile un consolidamento anche a livello europeo?

Nel mercato del mobile champion europei come Vodafone operano già trasversalmente; in Europa centro orientale, per fare un esempio, una serie di grandi gruppi, come 4iG, sta acquisendo trasversalmente in vari Paesi. Certo questo tipo di consolidamento va fatto cum grano salis; in alcuni mercati i grandi gruppi hanno, infatti, avuto un relativo successo. Sul fronte del consolidamento italiano, e interno in generale, invece, gli occhi sono puntati ora al merger in Spagna tra Mas Movil e Orange. Se l'Europa non darà remedies, come successo in passato, probabilmente si aprirà una stagione diversa. Nel mercato dell'infrastruttura di rete, invece, l'idea di un'infrastruttura trasversale nazionale è sana e non solo italiana. L'Italia, con Tim, è uno dei primi Paesi in cui si sta provando questo modello. Da noi avere un'unica rete costituirebbe un beneficio che contribuirebbe a risolvere un problema. Per esemplificare, costruire due autostrade uguali Roma-Milano mentre il digital divide è ancora un problema, non aumenta la competitività. Lato nostro, noi vediamo il consolidamento secondo due prospettive: la prima è quella di avere meno clienti, la seconda è avere clienti più grandi. Certo si riduce il possibile mercato nel breve periodo, ma io preferisco avere tre clienti in buona salute anziché cinque che non hanno certezze sugli investimenti. Conseguentemente se loro investono sulla rete, noi possiamo investire sulla ricerca e lo sviluppo e fornire prodotti sempre più efficienti.

È auspicabile che le telco cerchino di rivalersi nei confronti degli Over the top che utilizzano la loro rete?

L'operatore di tlc ha accesso a funzionalità di rete e informazioni che nessun altro ha. Possono essere sfruttate per iniziare a monetizzare il 5G.L'operatore potrebbe offrirle a un mondo più ampio, anche agli Over the top .

In Ericsson state cercando simili soluzioni?

Per noi è stata molto l'importante acquisizione di Vonage, azienda americana, leader nelle piattaforme di comunicazione. In attesa di decisioni sulla "fair share" da far pagare agli Ott, questa acquisizione potrebbe permettere agli operatori mobili, clienti di Ericsson, di esporre e vendere le funzionalità delle loro reti intelligenti (5G) attraverso Api (un interfaccia di programmazione delle applicazioni) agli sviluppatori di applicazioni e servizi. Al Mobile World Congress di Ericsson si potrà assistere a una prima dimostrazione delle potenzialità. Per Ericsson, le Api rappresentano una nuova opportunità di crescita per l'intero settore telco. L'attuale mercato delle Api per le comunicazioni - come video, gaming, voce e sms - cresce del 30% l'anno e si prevede che raggiungerà i 22 miliardi di dollari entro il 2025. Con l'esposizione delle Api, sarà più facile per gli sviluppatori creare servizi innovativi che utilizzano funzionalità di rete avanzate come la qualità del servizio, la sicurezza avanzata o l'autenticazione degli utenti. Queste funzionalità sono componenti fondamentali della rete che finora non sono ancora state esposte in modo unificato e facilmente fruibile dalla comunità globale degli sviluppatori. Con le Api le caratteristiche delle reti del futuro, come ad esempio la velocità, la latenza, la qualità del servizio, ma anche l'autenticazione, possono essere monetizzate. Bisogna essere in grado di presentare le funzioni della rete agli sviluppatori, come ad esempio la garanzia di una certa velocità tramite Api. Quello che speriamo è che gli operatori siano in grado di monetizzare le funzionalità del 5G. Perché se le telecomunicazioni non possono monetizzare il 5G, sarà molto difficile per loro fare nuovi investimenti significativi sulle reti. L'esposizione delle funzionalità delle telco in modo aperto, intuitivo e programmabile tramite Api globali aperte consentirà alle comunità di sviluppatori di innovare nuove applicazioni e funzionalità per qualsiasi dispositivo che benefici di una connessione alla rete.

Un altro problema per il mondo telco, anche in vista degli investimenti nelle reti, è quello di tutelare l'efficienza energetica. Studiate nuove soluzioni anche per questo?

Il tema dell'efficienza energetica è congiunturale e strategico. Noi in Ericsson siamo pionieri sul versante della sostenibilità, ne parliamo da tanto tempo, il primo rapporto risale al 1992. È un problema importante perché il 5G richiede enormi capacità di traffico e trovare un modo per ridurre il costo dell'energia per giga è assolutamente necessario. Sempre a Barcellona daremo un'ulteriore serie di annunci dal punto di vista del prodotto. Presenteremo cioè prodotti più piccoli che consumano di meno e software che permettono l'utilizzo efficiente delle risorse.

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