Vendite vivaci ad Art Basel Miami Beach
Nonostante l'assenza fisica degli stand, gli acquisti si sono svolti online in tutte le fasce di prezzo e galleristi e musei hanno organizzato eventi reali per incontrare di persona i ricchi collezionisti della Florida
di Silvia Anna Barrilà
3' di lettura
Tradizionalmente Art Basel Miami Beach chiude l'anno come ultimo appuntamento fieristico in calendario, celebrando la fine con feste e mondanità. Se l’anno scorso “Comedian” di Maurizio Cattelan, la banana appiccicata al muro pagata 120mila dollari, aveva fatto parlare della fiera su tutti i media nel mondo, quest’anno ci si accontenta dei buoni risultati di vendita, non poco cosa di questi tempi. Il 2020 doveva essere un anno di celebrazioni per il cinquantesimo compleanno della fiera e, invece, rimarrà nella storia come l'anno più triste, in cui tutti e tre gli appuntamenti con l’arte del gruppo svizzero MCH sono stati cancellati. C'è da dire, però, che alla versione online di Art Basel Miami Beach (3-6 dicembre) i collezionisti, almeno, sono arrivati preparati. Avvezzi, oramai, ad un anno di fiere online, hanno acquistato e i galleristi hanno registrato vendite soddisfacenti in tutti i segmenti di prezzo. Anzi, l'online ha il vantaggio di abbattere le frontiere, tanto che tra i compratori c'erano anche i collezionisti asiatici che solitamente, invece, non sono tra i clienti di Art Basel Miami Beach. Per esempio, Thaddaeus Ropac ha venduto in Asia un Rauschenberg su carta del 1969 da 450mila, un olio di David Salle da 300mila dollari e un olio di Jules de Balincourt di quest'anno da 150mila dollari.
Vendite milionarie
Un altro dipinto di George Condo di quest'anno, nato sull'onda del distanziamento sociale (“Distanced Figures painting”, 2020) è stato tra le vendite milionarie di Hauser & Wirth , con un prezzo di 2,2 milioni di dollari. “SUPERSTARMARTINI” di John Chamberlain del 1999 è stato acquistato per un milione di dollari. La galleria ha anche creato un nuovo strumento di realtà aumentata per consentire ai clienti di visualizzare come potrebbero apparire i singoli lavori a casa loro. Cifre milionarie anche da David Zwirner con una prevalenza di nomi femminili come Ruth Asawa (2,5 milioni di dollari per una tipica scultura pendente fatta di filo del 1954-58), Yayoi Kusama (1,8 milioni di dollari per “Flowers That Bloom at Midnight” del 2009), Joan Mitchell (1,2 milioni di dollari per “Untitled” del 1956) e Bridget Riley (1,2 milioni di dollari per “Intervals 4”, 2019).
Iniziative reali e parallele
Le gallerie, che pagavano 6.500 dollari per partecipare alla fiera online e potevano presentare fino ad un massimo di dieci opere, hanno anche oramai imparato bene a sviluppare format e iniziative per integrare la programmazione virtuale con eventi di persona e digitali. Per esempio, le dieci gallerie messicane che hanno partecipato alla fiera digitale si sono unite per la prima volta per mostrare le opere di persona in una villa di Città del Messico ai collezionisti locali, “Miami Basel Selections”, un'iniziativa guidata da kurimanzutto . Altre hanno organizzato incontri e presentazioni su Zoom, Instagram Live, piccoli video degli artisti per per presentare le loro opere, come Marina Abramović per Galerie Krinzinger . La galleria brasiliana Fortes d'Aloia Gabriel ha sfruttato le Online Virtual Room di Art Basel Miami Beach per lanciare una piattaforma tutta dedicata al video e film d'artista (un formato che è certamente più godibile a casa che in una fiera reale), che rimarrà parte integrante della programmazione della galleria. Incluso c'era anche il nuovo video di Bárbara Wagner & Benjamin de Burca, che è stato mostrato a Manifesta 13 a Marsiglia, ma visto ancora da poche persone.
Galleristi e collezionisti a Palm Beach
Nonostante l'assenza della fiera, alcuni galleristi come come Levy Gorvy, Salon 94 e Mitchell-Innes & Nash si sono avventurati da New York, o anche dal Sud America, per organizzare mostre pop-up e incontrare i ricchi collezionisti della Florida di persona. I musei come il Peréz o anche il Rubell erano aperti e sono state lanciate anche varie iniziative in spazi all'aperto, nelle hall degli alberghi o in vetrine di spazio abbandonati. La città ha finanziato un progetto chiamato “No Vacancy”, che ha dato a dieci artisti 10mila dollari ciascuno per dare vita a un progetto in dieci hotel di South Beach, tutti colpiti molto duramente dal calo del turismo.
Anche Palm Beach è diventata sempre di più una destinazione per le gallerie a caccia di clienti. Negli ultimi nove mesi hanno aperto sedi a Pace, Acquavella, Paula Cooper Gallery e Lehmann Maupin , è presente anche Sotheby's , e nelle prossime settimane apriranno anche White Cube e Lévy Gorvy , secondo quanto riporta Artnet News. Anche Steve Wynn , il magnate del casinò caduto in disgrazia, accusato di molestie da numerose donne, ha una galleria qui in cui sta dismettendo parte della sua collezione. Per questa occasione ha allestito una mostra di Lichtenstein. Già nei mesi passati era stato attivo sul mercato dell'arte secondario in transazioni milionarie.
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