new york in remoto

Vendite vivaci a Frieze online nella fascia alta

La trasparenza dei prezzi sembra agevolare gli acquisti. I collezionisti dalla fiera poi si spostano in galleria: Il digitale non frena nessuno

di Silvia Anna Barrilà

George Condo, Distanced Figures 3, 2020, acrilico e tecnica mista su lino, 198,1 x 274,3 cm © George Condo, Courtesy the artist and Hauser & Wirth

4' di lettura

Siamo oramai abituati da qualche anno alle comunicazioni entusiastiche delle mega-gallerie sulle vendite di opere d'arte da centinaia di migliaia e milioni di dollari nei primi giorni di apertura delle fiere, un modo efficace per trasmettere un'immagine di successo. Anche in questa situazione di crisi globale, con le manifestazioni chiuse e il mercato dell'arte fermo per tanti player, arrivano notizie di transazioni vivaci in occasione delle anteprime delle fiere online, difficili da immaginare nell'ambiente freddo di una viewing room digitale. Certamente fa parte di una strategia di comunicazione, ma è anche vero che l'appetito per l'arte c'è, soprattutto nella fascia alta del mercato e il web oramai rappresenta una modalità sdoganata per acquistare arte, a maggior ragione se si parla di artisti noti. Già prima del Coronavirus tante vendite erano siglate ancora prima di arrivare in fiera attraverso l'invio di Jpg, soprattutto per quegli artisti molto richiesti dal mercato.

Contenuti e trasparenza per Pace Gallery
Così, in occasione della prima edizione di Frieze Viewing Room , l'iniziativa digitale che sostituisce, per quanto possibile, l'edizione newyorkese di Frieze Art Fair dall'8 al 15 maggio, una galleria come Pace ha dichiarato la vendita di 13 opere durante il primo giorno di preview, tra cui due nuovi dipinti di Loie Hollowell e di Nigel Cooke, entrambi con un prezzo di 250mila dollari, un'opera di Adam Pendleton da 135mila dollari, una scultura di Kohei Nawa da 75mila dollari, un dipinto di Torkwase Dyson da 70mila dollari, tre opere di Nathalie Du Pasquier tra 10mila e 28mila dollari e tre fotografie di Nina Katchadourian da 3.800 dollari.
“Da Art Basel Hong Kong a oggi abbiamo osservato una crescente dinamicità de nostri visitatori nell'esplorare l'arte online e ciò si riflette nelle vendite a Frieze” ha dichiarato Samanthe Rubell, Senior Director presso Pace a New York, responsabile per le iniziative di vendita online della galleria. “Nella programmazione delle nostre mostre online abbiamo imparato a conoscere le potenzialità offerte da internet nel fornire al nostro pubblico una narrativa, con dietro le quinte e informazioni di artisti e curatori sui processi di creazione dell'opera e le fonti di ispirazione. Il livello di qualità proposto è lo stesso di una fiera fisica e le richieste che abbiamo ricevuto sul nostro sito o sulla piattaforma di Frieze sono arrivate prevalentemente da nuovi clienti”.
“L'incontro con nuovi collezionisti è uno dei principali motivi per partecipare ad una fiera e incontrarsi anche nella fiera online è molto importante – continua Samanthe Rubell. - Anche la trasparenza dei prezzi ha giocato un ruolo fondamentale sulle nostre piattaforme online: segnalare i prezzi e la disponibilità delle opere si è dimostrato vantaggioso sin dalla nostra prima mostra online dedicata a Saul Steinberg. Dà uno standard di fiducia e accessibilità che ha portato a dialoghi proficui con i clienti. Infine, le fiere costituiscono un trampolino di lancio per le mostre sulla nostra piattaforma: questa settimana abbiamo presentato una mostra di nuovi dipinti dell'artista inglese William Monk che è stata un enorme successo, abbiamo osservato collezionisti passare dalla piattaforma di Frieze al nostro sito per cercare gli artisti. Quello con le fiere è un dialogo necessario e costruttivo”.

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A Frieze sul digitale c'è business

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Opere in quarantena da Hauser & Wirth
Anche Hauser & Wirth ha comunicato la vendita di 16 opere il primo giorno di Frieze Viewing Room, tra cui “Distanced Figures 3” di George Condo, ceduta a 2 milioni di dollari ad un'importante collezione americana. “Abbiamo avuto un'incredibile risposta ai lavori proposti, tutti realizzati dai nostri artisti durante il periodo di quarantena, come risposta in tempo reale a questo periodo difficile” ha dichiarato Marc Payot, presidente della galleria. “I nostri artisti esprimono il mix di urgenza, ansia e speranza che stiamo vivendo in questo momento. Non esiste alcun sostituto alla vista dell'opera d'arte di persona, ma di fronte all'entusiasmo dei collezionisti a Frieze New York online, è chiaro che il digitale è qui per restare”.
Oltre al George Condo, Hauser & Wirth ha venduto un'opera su carta di Paul McCarthy a 495mila dollari, “Chicago” di Lorna Simpson a 350mila dollari, opere di Rashid Johnson tra 245mila e 600mila dollari e altre ancora di Jenny Holzer, Henry Taylor, Matthew Day Jackson, Avery Singer, Nicolas Party tra 60mila e 225mila dollari.

Altre vendite delle prime ore
Gagosian ha dedicato la sua presentazione a Katharina Grosse, vendendo più della metà delle opere nelle prime ore della fiera a prezzi tra 40mila e 145mila euro. Lehmann Maupin ha venduto nella prima ora “Rainbow Falls #2” (2015) di Catherine Opie a 30mila dollari. Ortuzar Projects un dipinto del 1972 di Dororty Iannone, che nel 2021 avrà una personale in galleria, a 150mila dollari. David Zwirner ha venduto un set di dieci xilografie del 1988 di Donald Judd, già in mostra al MoMA, per una somma non dichiarata, così come un'opera in quattro parti di Wolfgang Tillmans a 220mila dollari e un nuovo dipinto di Suzan Frecon a 400mila dollari. Per le grandi gallerie e gli artisti blue-chip le fiere sembrano, quindi, rappresentare ancora un momento favorevole per le vendite. Bisogna vedere se lo sono anche per le gallerie che non lavorano con i grandi nomi immediatamente riconoscibili e con quegli artisti di tendenza richiesti da un gruppo ristretto di collezionisti milionari.

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