Veneto capofila delle imprese familiari
A Treviso la due giorni per approfondire il modello e le sue sfide. Bonomi: «Opportunità dalla riconfigurazione delle imprese delocalizzate»
di B.Ga.
3' di lettura
«È evidente che ci sarà una riconfigurazione delle imprese delocalizzate nei mercati più lontani. Le scelte geostrategiche dei governi influenzeranno questa riconfigurazione, che rappresenta per le imprese italiane è una grande opportunità». Lo ha detto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, in chiusura della prima giornata del Family Business Forum in corso a Treviso. «Il record di esportazioni del 2021 - ha proseguito - con 581 miliardi di euro, per due terzi dalla manifattura, è la testimonianza di come le imprese italiane, grazie alla flessibilità e alla capacità di far bene e far bello, abbiano conquistato quote di mercato rispetto ai competitor. Così come sapranno mantenere queste quote e acquisirne nuove, in una ristrutturazione totale del valore aggiunto. Bisognerà studiare le dinamiche e le caratteristiche tradizionali delle nostre imprese, ma imparare anche a leggere la geopolitica, perché condizionerà le scelte strategiche».
Le imprese familiari
È del Veneto il primato nazionale delle imprese a controllo familiare: appartiene a questa tipologia oltre il 74% delle realtà regionali. Una punta di diamante per una tipologia di imprese che costituiscono la spina dorsale dell'economia del Paese: quelle con un fatturato superiore a 20 milioni di euro rappresentano il 65% del totale delle imprese nazionali, consolidando un fatturato complessivo di oltre 730 miliardi di euro e impiegando circa 2,4 milioni di lavoratori. La fotografia è stata scattata dall'Osservatorio AUB dell'Università Bocconi, Aidaf e Unicredit e presentata all'edizione 2022 del Family Business Forum, organizzato ideato e diretto dalla giornalista Maria Silvia Sacchi, in collaborazione con Assindustria Venetocentro e Community e con il Patrocinio della Provincia di Treviso.
Nella prima giornata, oggi 20 ottobre, hanno portato la propria testimonianza fra gli altri Fabio Innocenzi, ad di Banca Finint, Cristina Scocchia, ad Illy caffè, Luca D'Alessandro, co-fondatore e ceo di Phononic Vibes, Stefano Beraldo, ad OVS Spa (nella doppia veste di manager e azionista), Veronica Squinzi, co-amministratrice delegata di Mapei, Arianna Alessi e Renzo Rosso (rispettivamente vicepresidente e presidente OTB Foundation).
Nel programma della due giorni dedicata al capitalismo familiare che si conclude domani, 21 ottobre, a Treviso, le dinamiche di questo particolare cluster di imprese sono state affrontate di imprenditori, manager ed esperti con riguardo a temi cruciali quali il passaggio generazionale, l'apertura del capitale al private equity e alla finanza alternativa, i percorsi di quotazione e la gestione della leadership aziendale.
I numeri
A portare l’attenzione sul fenomeno demografico il presidente di Confindustria Veneto Enrico Carraro, che sottolinea come «ai tavoli degli imprenditori manchino sempre più i giovani». Se quasi l'80% delle Pmi del Veneto ha una leadership familiare, va considerato che il 33,9% dei leader della regione ha oltre 70 anni (contro il 27,8% del dato nazionale) e i leader con meno di 50 anni rappresentano solo il 10,9% del totale (rispetto al 16,1% della media nazionale). Un dato che a livello nazionale e locale introduce l'urgenza di trovare risposte e supporto per la gestione del passaggio generazionale, mentre le formule imprenditoriale richiedono di adattarsi al nuovo contesto competitivo.
Parlando di leadership, l'Osservatorio sottolinea come le imprese familiari italiane, già da alcuni anni, stiano adottando modelli sempre più variegati con una accelerazione nella diffusione del cosiddetto “modello collegiale”, dove due o più amministratori delegati - con funzioni e deleghe di simile ampiezza - affiancano l'imprenditore e la famiglia nelle scelte e nei momenti cruciali della vita dell'azienda. Anche in questo caso al Veneto spetta un primato: qui la diffusione di tale modello agli inizi del 2021 ha raggiunto quasi il 50% (un dato superiore di ben 14 punti rispetto alla media nazionale), a discapito soprattutto del modello dell'amministratore unico (presente nel 19% dei casi, contro una media nazionale del 27%).
Il modello
Così la regione si conferma un territorio capace di anticipare e interpretare le dinamiche evolutive del mondo imprenditoriale, adattando i propri modelli di governance per rispondere alle sfide e alle opportunità dei mercati internazionali. Non solo: già oggi, le aziende venete che hanno avuto il coraggio di aprire i loro Cda a una maggioranza “non familiare” sono le più dinamiche: il 50% ha realizzato investimenti all'estero e il 43,8% ha avviato acquisizioni.
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