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Veneto, la corsa al raddoppio delle aziende enoturistiche

Nella regione censite oltre 260 attività di cui oltre cento si sono aggiunte nell’ultimo anno Il picco nella provincia di Verona dove sono attive un centinaio di imprese e a Treviso che conta 93 realtà

di Enrico Netti

 La provincia di Treviso è la terra delle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene. Dal 2019 questo paesaggio è diventato patrimonio dell’Umanità Unesco

4' di lettura

È in crescita in Veneto il numero delle aziende enoturistiche. Nell’ultimo anno se ne sono aggiunte oltre cento portando il totale regionale a 260. La maggioranza si concentra tra la provincia di Verona, dove sono attive cento imprese enoturistiche e quella di Treviso con altre 93. Questi i due poli hanno territori dove si producono vini come il Franciacorta, l’Amarone della Valpolicella e il Lugana, nel primo caso, mentre la provincia di Treviso è la terra delle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, patrimonio dell’Umanità Unesco.

L’accelerazione che va di pari passo con l’aumentato interesse verso questa forma di turismo slow che si interseca con l’enologia. In Italia il settore dell’enoturismo vale 2,5 miliardi di euro e gli enoturisti che scelgono dei tour per visitare le cantine della Penisola sono 14 milioni. Questi i dati presentati da Angelo Radica, presidente di Città del Vino mentre Luigi D’Eramo, sottosegretario all’Agricoltura, Sovranità alimentare e delle foreste sottolinea: «Il turismo enogastronomico è in forte ascesa con circa il 20% di turisti che decide di passare uno o più giorni di vacanza in un determinato posto, piuttosto che in un altro e lo fa esclusivamente per quello che dal punto di vista dell’agroalimentare viene prodotto o trasformato in piatti unici. Quindi continuiamo a pensare quanto sia importante potenziare e unire turismo, buon cibo e ottimi prodotti perché questo ci dà la possibilità di moltiplicare anche le presenze turistiche e far conoscere sempre più le nostre bellezze artistiche, architettoniche e paesaggistiche».

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Non a caso tra le esperienze più gettonate troviamo la visita alle aziende agricole, a seguire quella ai caseifici e alle cantine. Queste tenute sul collaudato modello dei colleghi francesi e americani della Napa Valley offrono la possibilità di visitare le cantine spesso storiche o realizzate da archistar, acquistare bottiglie e merchandising, sostare nel ristorante per esperienze di degustazione e alloggiare nei resort. Ovvero non solo vino perché in Veneto si punta a fare gioco di squadra con le diverse realtà del territorio come aziende agricole, caseifici e cantine. «Il binomio turismo e vino è in grado di generare benefici diffusi per le filiere dell’agroalimentare e si conferma di grande appeal tra i turisti - spiega Federico Caner, assessore al turismo, fondi Ue, agricoltura e commercio estero della Regione Veneto -. Cresce l’interesse per la scoperta delle produzioni locali di cibi e vini che rappresentano l’espressione di un territorio e contribuiscono ad arricchire, diversificare l’offerta turistica e a destagionalizzare».

Da qui l’accelerazione nella crescita delle aziende enoturistiche. Masi ha varato la formula della Wine Experience e il Wine Tour con ben quattro cantine in Italia come le Cantine Masi e Serego Alighieri a Sant’Ambrogio di Valpolicella, la Tenuta Canova a Lazise e Canevel Spumanti in Valdobbiadene. «Dopo il Covid si è vista una immediata ripresa delle visite perché l’abbinamento cibo e vino è un must sempre più apprezzato dai visitatori - sottolinea Sandro Boscaini, presidente di Masi Agricola -. Un modello innovativo che guarda al futuro del vino e alla riscoperta del territorio e di un metodo antico come quello dell’appassimento». Riti antichi che affascinano i turisti stranieri che scelgono questi tour. «Arrivano soprattutto dalla Germania oltre a tanti danesi e olandesi - continua Boscaini -. Buone le presenze dal Nord America, mancano russi e cinesi in parte sostituiti da altri visitatori dal Far East».

Non mancano poi cantine che scelgono un percorso elitario: selezionare e invitare personalmente i visitatori per un tour della cantina che non prevede la possibilità di acquistare il prodotto. «Si tratta di clienti prestigiosi che serviamo da anni oppure può trattarsi di un personaggio pubblico di comprovata notorietà che è un amico e affezionato consumatore del nostro Amarone - spiega Giancarlo Aneri, presidente della Cantina Aneri. L’Amarone Aneri è un vino prodotto in tiratura limitata -. Il nostro Amarone è stato servito a tutti i capi di Stato e in grandi eventi come il G20 del novembre 2021 a Roma».

Elevata l’offerta del Valdobbiadene, terra del Prosecco. Qui Villa Sandi negli anni ha sviluppato una offerta in chiave enogastronomica diversificata per venire incontro ai molteplici interessi degli oltre 20mila ospiti che ogni anno scelgono di alloggiare una delle sei camere di Locanda Sandi. I mesi di maggiore affluenza sono quelli tra aprile e giugno e settembre e ottobre. Il 40% degli ospiti arriva dall’estero: Germania e Austria sono i principali paesi di origine anche per contiguità geografica e per facilità di raggiungere Villa Sandi in auto. Quest’anno è anche stato registrato un incremento degli arrivi da Regno Unito, Usa e Nord Europa. «Da sempre crediamo nel valore dell’accoglienza ed è per questo che continuiamo a potenziare i nostri servizi, aumentare il numero di guide e personale dedicato alle iniziative ed esperienze che ruotano attorno alla cantina e non solo - spiega Giancarlo Moretti Polegato, presidente di Villa Sandi -. Investire in questa direzione significa anche avere l’opportunità di entrare in contatto diretto con i nostri consumatori».

Questa estate è stato inaugurato il visitors center di Borgo Mionetto, nella storica sede dell’azienda con i suoi edifici che risalgono al 1400. Mionetto, dal 2018 al 2023, investito circa 30 milioni complessivi nella sola area di Valdobbiadene per il rinnovo della cantina e del sito produttivo, il nuovo visitor center e l’acquisizione di Villa Morona De Gastaldis sempre nel Valdobbiadene dove si possono fare delle degustazioni esclusive. Dal Visitors Center si accede al sito produttivo di oltre 15mila metri quadri che si sviluppa su differenti livelli. «Invitiamo i nostri visitatori ad un viaggio alla scoperta del nostro mondo, accompagnati dallo stile e dalla gioia di vivere che da sempre contraddistinguono il nostro brand» conclude Paolo Bogoni, Chief marketing officer e Management board executive.

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