Venezia. Contro l’acqua alta il progetto di un’Agenzia
L’organismo avrebbe un ruolo anche sul Mose. Le indecisioni di Natale sull’uso delle dighe mobili. Il turismo riparte dopo il crollo di prenotazioni
di Jacopo Giliberto
4' di lettura
L’alta marea in piazza San Marco, con la basilica riflessa su un velo d’acqua agitato dai brividi della bora, era un evento che fino a un mese fa attirava turisti a Venezia. Ora li respinge.
Dal 12 novembre quando — invece di un velo di pochi centimetri in piazza — l’acqua alta ha paralizzato l’intera città con 187 centimetri di altezza sul livello medio mare, sono stati censiti una decina di livelli di marea sopra il metro e una vagonata di disdette dai turisti stranieri e italiani che hanno rinunciato alla prenotazione dopo gli articoli di giornale e i video ad effetto.
Le stime allarmiste parlano di danni complessivi attorno a un miliardo di euro. Ma la fuga di turisti pare rientrata e il Capodanno veneziano si annuncia con in ritorno in questi giorni della consueta folla ingestibile di visitatori. Intanto dopo l’acqua alta di Natale (140 centimetri il 24 dicembre) i veneziani si chiedono: ma il Mose?
Un’Agenzia per Venezia
A metà gennaio la convocazione di un Comitatone (cioè il comitato interministeriale per attuare la legge sulla salvaguardia di Venezia) potrebbe esaminare una prima bozza per istituire un’Agenzia per Venezia.
Il nuovo organismo avrebbe più o meno il ruolo che aveva un tempo lo storico Magistrato alle Acque, soppresso pochi anni fa, cioè dovrebbe sovrintendere tutti gli aspetti della salvaguardia, compreso il Mose.
In particolare, l’Agenzia per Venezia deciderà sul funzionamento del Mose in gestione ordinaria, come dovrà avvenire fra due anni quando quando il Consorzio Venezia Nuova consegnerà l’opera al committente (lo Stato).
Ma l’agenzia potrebbe essere l’istituzione che finalmente prende le decisioni urgenti in caso di emergenza, quelle decisioni che4 non sono state prese nei giorni prima di Natale.
Difficile decidere
Dopo l’acqua alta del 12 novembre c’erano stati annunci e promesse: la prossima volta in cui sarà annunciata acqua alta disastrosa — si assicurò — alzeremo le dighe incomplete del Mose.
Le previsioni erano arrivate ma nei giorni che avevano preceduto Natale nessuno aveva osato dare l’ordine di attivare in via provvisoria le paratoiecontro l’alta marea, ancora incomplete.
Non ha osato l’esecutore operativo del progetto, il Consorzio Venezia Nuova guidato da Elisabetta Spitz.
Non il Provveditorato alle opere pubbliche, titolare dell’opera.
Non ha osato il prefetto Vittorio Zappalorto, il quale è coordinatore della sicurezza pubblica e della protezione civile dei cittadini di Venezia e che — finché non ci sarà il nuovo organismo — è il titolare della decisione ultima sull’eventuale emergenza.
Così nell’antivigilia di Natale migliaia di persone sono rimaste bloccate, negozi chiusi, uffici irraggiungibili e turisti isolati, isolati in senso non figurato.
Il Mose non è completo e per farlo funzionare servono ore; le ultime sperimentazioni hanno mostrato fra i battibecchi e le polemiche che durante il funzionamento gli alloggiamenti subacquei si riempiono di sabbia e impediscono alle paratoie di tornare in posizione di riposo.
I dubbi in caso di danni
Nell’imminenza dell’acqua alta di Natale l’ipotesi di mettere al lavoro il Mose anche se incompleto era stata presa in considerazione, «ma i rischi sarebbero stati superiori ai benefici» e quindi non attivarlo «è stata la decisione giusta perché si sarebbe forzata la mano», ha osservato Cinzia Zincone, che coordina il Provveditorato interregionale alle opere pubbliche.
● Se il Mose venisse usato, chi è il responsabile in caso di avarie al Mose, di manovre che peggiorino l’onda di marea su Venezia o del blocco al passaggio delle navi se le paratoie non rientrassero a riposo?
● Se il Mose non venisse usato, chi è responsabile dei danni e del mancato incasso delle attività veneziane a causa del Mose lasciato dormire sul fondo del mare?
Zaia: sul Mose decida il sindaco
Il dibattito su chi debba governare il Mose ha visto un intervento del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Andrea Martella, il quale ha anticipato alcuni dettagli sull’Agenzia per Venezia.
Quasi a voler stoppare l’intervento centrale dello Stato subito si è fatto avanti il presidente del Veneto, Luca Zaia: «Per me, sul Mose vanno dati pieni poteri al sindaco di Venezia, che governa la salute e la sicurezza dei cittadini. Meno lunga è la catena decisionale più veloci possiamo essere. Fermo restando che, sul fronte della spesa, a pagare deve essere il Governo».
Le disdette dei turisti
Se l’associazione veneziana degli alberghi Ava ha rilevato un crollo del 45% delle prenotazioni, i turisti paiono tornare e per Capodanno è previsto per il Comune l’incasso di 232mila dall’imposta di soggiorno. Nei giorni attorno a Natale le strade di maggiore calca erano sgombre di passanti.
Da un mese in qua le principali riviste estere e i grandi giornali internazionali di opinione hanno documentato con reportage allarmati e con grandi fotografie impattanti i problemi da alta marea e i danni degli allagamenti di novembre. Si registrano cancellazione di eventi, mostre e convegni.
Secondo Vittorio Bonacini dell’Ava il Capodanno 2019 aveva segnato alberghi pieni al 100% con travaso anche sugli alberghi di Mestre e della terraferma, mentre per il Capodanno 2020 «è sotto il 50%».
Il turismo riparte
Ma in questi ultimi giorni con l’avvicinarsi di Capodanno la città si sta riempiendo di turisti occasionali ma anche di visitatori più stanziali, quelli delle seconde case e il rientro dei molti “emigrati” in terraferma.
I dati dell’assessorato regionale al Turismo dicono che il Veneto — prima regione turistica d’Italia — nel periodo tra gennaio e settembre ha fatto registrare un nuovo aumento di turisti: +2,6% negli arrivi e +2,5% nelle presenze rispetto all’anno scorso.
- Argomenti
- Mose
- Venezia
- Andrea Martella
- Ava
- Ava
loading...