Venezia dentro e oltre la Biennale, nuova capitale di arte e cultura materiale
Una due-giorni in Laguna non esaurisce l'offerta di mostre, eventi, musei, iniziative che animano la città. Ma regala un'experience di bellezza a tutto tondo.
di Redazione
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KAPOOR, KIEFER E LE DONNE DI CECILIA ALEMANI
Se il tempo è poco e si deve scegliere un percorso che possa sintetizzare in poche ore la direzione della curatrice della Biennale d'Arte di Venezia, Cecilia Alemani, il consiglio è di andare direttamente ai Giardini nel Padiglione Centrale. L'enorme elefantessa-matriarca all'ingresso, opera dell'artista tedesca Katharina Fritsch, sotto la volta affrescata da Galileo Chini, anticipa l'impegnativo, mastodontico lavoro di riflessione sull'umano e sul corpo, dal punto di vista femminile. In una sala sotterranea del Padiglione, una raccolta di opere di artiste delle avanguardie storiche, tra cui Eileen Agar, Leonora Carrington, Claude Cahun, Leonor Fini, Ithell Colquhoun, Loïs Mailou Jones, Carol Rama, Augusta Savage, Dorothea Tanning e Remedios Varo rappresenta il cuore e il fulcro del “latte dei sogni”, un excursus su desiderio e metamorfosi, emancipazione e anatomia. La riflessione continua con i corpi mutanti messi in scena da Aneta Grzeszykowska, Julia Phillips, Ovartaci, Christina Quarles, Shuvinai Ashoona, Sara Enrico, Birgit Jürgenssen e Andra Ursuţa che immaginano nuove combinazioni di organico e artificiale. Il corpo si reinventa, i generi si mescolano, i rapporti fra umani e macchine si stringono (fino al 27 novembre).
Oltre alla Biennale, due appuntamenti assolutamente da non perdere: la spettacolare mostra di Anselm Kiefer grazie alla quale, per la prima volta, l'arte contemporanea entra a Palazzo Ducale e la grande retrospettiva di Anish Kapoor alle Gallerie dell'Accademia. La prima si apre con il sigillo di un titolo preso a prestito dal filosofo veneziano Andrea Emo (“Questi scritti, quando verranno bruciati, daranno finalmente un po' di luce”) ed è un ciclo di dipinti creati appositamente per la Sala dello Scrutinio: un'imponente, epica metafora di transiti e passaggi, dalla terraferma al mare, che riflette le infinite stratificazioni di miti millenari (fino al 29 ottobre).
La seconda raccoglie una serie di lavori fondamentali dell'artista britannico dalle sculture degli esordi eseguite col pigmento, come 1000 Names, alle opere sul vuoto, fino a sculture mai viste prima create con il Kapoor Black, un materiale nanotecnologico innovativo, una sostanza talmente scura da assorbire più del 99,9% della luce visibile (fino al 9 ottobre).
VIAGGIO FRA I MESTIERI D'ARTE - Il 10 aprile la seconda edizione di Homo Faber è tornata ad animare la Fondazione Giorgio Cini, sull'isola di San Giorgio, con la celebrazione di chi sa sognare e far sognare con le mani. Una staffetta con la Biennale e suo ideale completamento. Fino al primo maggio, sarà possibile entrare nel dettaglio di materiali, competenze, mestieri tradizionali o tecniche all'avanguardia attraverso 15 mostre, ideate da 22 curatori internazionali, ognuna dedicata a diversi aspetti dell'alto artigianato. Un'attenzione particolare è riservata ai maestri d'arte giapponesi e alla loro influenza sulla creatività europea. Per celebrare questo scambio prende vita The Artisan, una sala da tè fatta a mano, a cura di Tapiwa Matsinde: una vera sala da tè, allestita presso il Padiglione delle Capriate, arredata con pezzi iconici di artigiani, designer e artisti di tutto il mondo. Fra questi spicca la “follia pratica” di Fornasetti, declinata su un set da giardino realizzato in collaborazione con Giovanni Bonotto. La chaise longue e il paravento, che invitano a sedersi all'ombra della fantasia, sono realizzati con i filati della collezione Bonotto Gardening The Trash, derivanti da materie plastiche riciclate certificate GRS e cotoni biologici Gots. Evocano meraviglia e richiamano l'attenzione sul valore dell'otium gli arredi Visionnaire: le poltroncine Pavone, disegnate da Marc Ange e ispirate alla seducente ma fragile bellezza dell'animale, e il divano Donovan Roll, su progetto di La Conca, un incontro di linee e geometrie. Chi si muove verso la mostra Next of Europe, faccia attenzione alla seduta firmata dal designer e artista Cosimo De Vita per Savio Firmino. Diciassettesimo pezzo della collezione Citying, che riproduce i più iconici monumenti delle principali città del mondo sullo schienale in legno massello, è in primo luogo un'eccezione: per accogliere in tutta la sua monumentalità i profili della Basilica di San Marco, la sedia è diventata panca, decorata con un pantografo a controllo numerico. Insieme alle più tradizionali, ma ugualmente sorprendenti, sezioni dedicate alla porcellana e all'intarsio del legno, la mostra Meccaniche prodigiose esplora il ruolo degli automi di nuova generazione, mentre Magnae Chartae, a cura di Michele De Lucchi e del suo studio Amdl Circle, rende omaggio alla varietà di mestieri legati alla lavorazione della carta con una serie di installazioni, opere d'arte e un focus sulla scrittura, con una penna stilografica realizzata in loco dagli artigiani Montblanc. Da quasi 150 anni l'atelier Lemairé realizza piume, creazioni floreali e delicati intarsi. Nella sezione Dettagli: genealogie dell'ornamento curata da Judith Clark, alla Scuola Nautica, sarà possibile osservare i suoi artigiani al lavoro nelle specialità della maison: fiori, piume, cucito couture e plissé, e ammirare l'enorme installazione di fiori realizzata al momento (fino al 1 maggio).
CIRCUITI CITTADINI - Se Venezia è animata dall'artigianato, questo secondo Homo Faber si spinge oltre le mura della Fondazione Cini con il progetto In Città, che traccia itinerari alla scoperta di laboratori, atelier, musei, negozi speciali. Utilizzando la guida interattiva sul sito, è possibile creare il vostro tour su misura, oppure fidarvi del nostro, attraverso le botteghe scelte come ambientazione del servizio di queste pagine. A Murano, da AAV Barbini, vengono mostrate le fasi attraverso le quali è realizzato uno specchio veneziano: disegno, taglio, molatura, incisione, argentatura e assemblaggio finale. Entrando nel laboratorio di serigrafia artistica Fallani, a Cannaregio (la cui foto compare nel sommario del numero), si scopre la tecnica serigrafica, un processo di stampa che rende un'opera riproducibile, ma allo stesso tempo unica. A poca distanza si trova il laboratorio dell'ultimo battitore di foglie d'oro in Europa, Mario Berta. Una visita alla sua piccolissima bottega, all'interno del palazzo dove Tiziano visse fino alla sua morte, è una rara occasione per assistere alla realizzazione, al taglio e al confezionamento delle foglie d'oro, impiegate da mosaicisti, vetrai, restauratori, doratori e artisti. Il seicentesco palazzo Ca' Zenobio degli Armeni, nel Sestiere Dorsoduro, ospita la legatoria artistica di Paolo Olbi. Qui, gli strumenti d'epoca, ancora in uso, tracciano l'evoluzione di questo antico mestiere come in un museo: dalla macchina per rilegare i libri alla pressa, ai battidorsi. La storica fabbrica di tessuti fondata da Mariano Fortuny, alla Giudecca, schiude ai visitatori il suo processo di tintura manuale e lo showroom è come un'enciclopedia di trame, fantasie, colori in cui immergersi, grazie al sistema brevettato di esposizione dei tessuti. Il completamento ideale della visita è il rinnovato Palazzo Fortuny, a San Marco, riaperto a inizio marzo e oggi casa-museo permanente. Al suo interno, gli oggetti, le creazioni, gli arredi dell'eclettico artista e imprenditore, nel suggestivo allestimento curato dal regista e scenografo Pier Luigi Pizzi. L'itinerario si chiude al Sestiere di San Polo, nel laboratorio di restauro di Alvise Boccanegra. Dopo studi universitari di chimica, la scelta di una vita diversa. Seguono sette anni a bottega dal Maestro Maximilian Leuthenmayr e poi l'avventura in proprio, per rinnovare e prendersi cura di una delle più grandi tradizioni artigianali della città, un pezzo alla volta.
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