Venezia vuole raddoppiare la popolazione universitaria
In Veneto il rapporto tra immatricolati e popolazione è del 2,3%, sotto la media nazionale. Dagli affitti ad hoc alle guide i progetti per i giovani
di Barbara Ganz
3' di lettura
Una città centro di sapere e di eccellenza, che attrae e forma giovani talenti con conoscenze avanzate, attraverso la qualità dell’offerta e dei servizi correlati tali da creare «un ambiente inclusivo e una esperienza trasformativa». Il tutto in un campus naturale qual è Venezia, la cui anima culturale è schiacciata fra quella del turismo e quello della produzione.
È questo uno dei tavoli di lavoro della Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità, presentata al mondo durante la Conferenza sul Clima tenutasi proprio in laguna l’11 luglio 2021.
Il quadro europeo
I dati sulla percentuale di laureati nella fascia tra i 30 e i 34 anni sono allarmanti per l’Italia, penultima tra i 27 dell’Unione Europea per numero di laureati davanti alla sola Romania. È un dato in peggioramento: nel 2004 l’Italia era quartultima (seguita da Slovacchia, Repubblica Ceca e Romania). La Commissione europea - si legge nel documento tecnico alla base del progetto Città campus - ha fissato degli obiettivi per il 2020 e il 2030 puntando nel suo complesso a raggiungere almeno il 40% di laureati attraverso target differenziati, scelti autonomamente, per ognuno dei Paesi UE. Otto nazioni hanno scelto un target superiore al 40%; l’Italia non solo è tra le dieci nazioni il cui target è inferiore al 40%, ma presenta il target più basso dell’intera Unione: 26-27%, partendo dal 21,7% del 2012. Un target decisamente meno ambizioso di quello di altre nazioni come Malta, Croazia e Slovacchia, il cui dato di partenza supera di poco quello italiano. Quasi la metà degli Stati membri inoltre, ha già raggiunto l’obiettivo prefissato al 2030: l’Italia, che partiva in ultima posizione, pur avendo realizzato il proprio target ha paradossalmente perso terreno.
Il confronto regionale
In una condizione generale così problematica il Veneto occupa una posizione di ulteriore subalternità sia per numero di laureati che per capacità di trattenere e attrarre persone con conoscenze avanzate: qui il rapporto tra immatricolati e popolazione totale si aggira attorno al 2,3%, ben sotto la media nazionale di 2,97% e i valori di regioni leader come la Campania (4%) e l’Emilia Romagna (3,67%).
Lo scenario peggiora se si osserva la capacità del sistema economico veneto di trattenere e attrarre i pochi laureati che produce: tra il 2002 e il 2015 il saldo di laureati tra Veneto e estero segna un eloquente -2.026.contro una crescente attrattività di Lombardia (+14,6 per mille, mobilità laureati della stessa fascia d’età), e il +15,5 dell’Emilia Romagna, gli altri due vertici del “nuovo triangolo industriale”.
Il raddoppio
Secondo il progetto, l’aggiunta di studenti a Venezia consentirà alla città di divenire un vero e proprio centro universitario di eccellenza raggiungendo un rapporto tra popolazione studentesca e abitanti simile a quello delle più importanti città universitarie europee e globali; fra quelle riconosciute per il prestigio delle sedi universitarie il rapporto tra studenti e abitanti si attesta in media al 23%, il dato si muove tra il 12-16% di Montpellier (Francia) e Heidelberg (Germania) passando per il 30% di Cambridge (Inghilterra) e Leuven (Belgio) per arrivare oltre il 40% nei casi di Urbino e Saint Andrews (Scozia).
Il dato del rapporto tra popolazione residente e popolazione studentesca a Venezia è del 9% mostrando come le istituzioni attualmente presenti in città siano di fatto troppo piccole per poter aspirare a costruire un centro di sapere rilevante a scala globale. «Per poter attrarre nuovi studenti occorre immaginare nuovi corsi di studio che integrino l’offerta esistente e la estendano in maniera significativa. Un conto approssimativo prevedere di stabilire entro 5 anni dal lancio dell’iniziativa 100 corsi di studio», segnala il documento. In particolare, si punta ad aumentare gradualmente le strutture universitarie dedicate a ricerca, didattica e servizi, incrementando progressivamente l’attuale numero di studenti - oggi intorno ai 27mila - fino ad aggiungere 30mila nuove unità. Un cambiamento di scala e di atteggiamento rispetto alla centralità della formazione del capitale umano, a Venezia che farà da volano per l’attrazione e sviluppo di attività imprenditoriali innovative oltre che generare un nuovo mercato residenziale alternativo all’affitto breve di tipo turistico. Sotto il profilo urbano, il progetto prevede la trasformazione di intere aree della città: quelle individuate tra Venezia e Mestre sono pari a 2 milioni di mq totali corrispondenti a operazioni di grande portata come Barceloneta (Barcellona) o Hafen City (Amburgo).
Riguardo al centro storico, Santa Marta - che potrebbe ospitare il grosso delle strutture didattiche e residenziali - si configura come un vero e proprio “settimo sestiere” in dialogo tra tradizione e futuro, mentre a Mestre la somma degli interventi su Via Torino consentono di pianificare uno sviluppo misto con aree didattiche, uffici, laboratori di ricerca, servizi pubblici e zone verdi che porteranno a un ridisegno dell’intero spazio urbano e di parti rilevanti della gronda lagunare a beneficio dell’intera comunità.
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