Venti ritratti di donne per guardare al futuro
«Le vittoriose», in vendita dal 7 marzo con Il Sole 24 ore, propone le storie di economiste, scrittrici, politiche, attiviste che ce l’hanno fatta, ciascuna nel proprio campo: un esempio per le nuove generazioni
di David Bidussa
3' di lettura
In Le italiane si confessano (1966) Gabriella Parca scrive: «In questa nostra Italia, fatta dagli uomini e per gli uomini, la donna è soltanto un’ospite».
Quanto siamo cambiati da allora? Molto per certi aspetti, poco per molti altri.
Considero la storia fisicamente più drammatica quella di Iram Saeed, una donna pakistana il cui volto è stato distrutto dall’acido che un pretendente respinto le aveva lanciato sul volto nel 1996 (aveva 18 anni), a Rawalpindi. Che esordisce così: «Non bisogna arrendersi. Oggi lavoro all’Università, nell’amministrazione. (…) voglio dire a chi subisce un’aggressione del genere: non perdere la tua forza, il tuo coraggio, sii consapevole di quel che sei, pensa a migliorare la tua istruzione, pensa che se sei istruito non sei meno di nessun altro, puoi fare quel che vuoi solo se ci credi». [pag. 72]
La storia di Iram sta esattamente al centro del libro. Forse non è casuale. Intorno a quelle pagine è bene «fare compasso» per capire anche che cosa significa oggi ritornare su quelle storie.
Ne ricordo alcune che l’autrice propone: quella di Pinar Selek, che ci fa riflettere sulla lotta per i diritti nella Turchia di Erdogan; quella di Zita Gurmai, che ci fa capire che cosa sia l’Ungheria di Viktor Orbán; quella di Nemat Shafik, direttrice della London School of Economics, che in poche parole “puntute”, soprattutto non autoriferite (altro grande pregio di tutte queste storie di riscatto e di dignità) descrive come è stato possibile farcela.
«Le donne – sottolinea Shafik - vengono relegate in determinate categorie, non hanno molte opportunità per crescere e con la maternità le cose si complicano perché devono occuparsi di tutto. Hanno bisogno di tre condizioni decisive per fare strada: un ottimo capo, un buon marito, qualcuno che curi i bambini. Quando manca o non funziona uno di questi tre elementi cominciano i problemi» (pagg. 125-126).
Tutte le storie che Eliana Di Caro ha raccolto e che ci vengono proposte in questo libro, raccontano di uno sguardo indietro come occasione per ripartire, non come ripiegamento su se stessi.
Non tutte sono storie segnate da una tragedia fisicamente sperimentata (anche se per molte è stato così: c’è per esempio Taty Almeida, una delle prime madri coraggio di Buenos Aires), ma tutte hanno dovuto cercare di emergere contro i pregiudizi del proprio ambiente per avere diritto di accesso al futuro. Una condizione ancora diffusa nel nostro tempo.
Può stupire che nell’intervista che apre il libro Luciana Lamorgese, ministra degli Interni del governo in carica, pronunci un’antipredica, forse il tipo di discorso di cui oggi abbiamo più bisogno. Nelle sue parole c’è molto delle nuove forme di riscatto di questo XXI secolo, con cui si deve ancora prendere le misure. Dice Lamorgese: «Non sono mai stata d’accordo sulle quote (...). Quello che dovremmo fare noi donne, e non solo, è porre l’accento sulla competenza e la professionalità delle persone, uomo o donna non ha alcun rilievo». [pagg. 8-9].
Se a lungo il discorso sulle donne, così come su tutte le figure che hanno subìto discriminazione o oppressione, è stato un profilo di lotta riparativa per acquisire diritti, Lamorgese indica invece una nuova stagione dei diritti nel XXI secolo. La lotta per i diritti non è per riparare ma per progettare, riguarda non rimettere le cose al loro posto oggi contro le discriminazioni o gli svantaggi o i soprusi subiti ieri: l’impegno a “non mollare” implica uno sguardo su come pensare una società giusta, equa e sostenibile
Il sugo di tutte queste venti storie è proprio qui. Sono i percorsi in cui non c’è il rancore, o dove il rancore ha poco spazio. Moltissimo, invece, lo ha la determinazione a esserci per partecipare a fare futuro. Lì, alla fine, sta il senso della soddisfazione per il “corpo a corpo” sostenuto nella sfida al pregiudizio. E lì si capisce chi ha vinto. Senza retorica.
Eliana di Caro, Le vittoriose. Storie di donne tenaci,
prefazione di Francesca Rigotti, Il Sole 24 Ore, pagg. XVI -144. € 12,90
oltre al prezzo del quotidiano (il 7 e l’8 marzo, presentando il coupon che si trova sulla campagna o sul digitale, in edicola ci sarà uno sconto di 2 euro); in libreria a € 14,90 e online a questo link.
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