Vento e adrenalina in Costa Smeralda con la Maxi Yacht Rolex Cup
Cinquanta barche, venti nodi e cielo limpido: al via la regata per eccellenza di fine estate, competizione ad alta performance tecnica. La parola al campione Flavio Favini
di Luca Bergamin
5' di lettura
Quali sono le migliori qualità di chi va per mare? La duttilità e la velocità di cambiare idea. Non c'è niente di più mutevole del vento: competere con la velocità e la natura, significa saper cogliere il contesto e adattare la volontà alla necessità. Consigli strategici di Flavio Favini, un fuoriclasse della vela, con 9 titoli mondiali, 3 europei, 20 italiani, la vittoria all'Admiral's Cup '95, le campagne di Coppa America (nel 2003 e 2007), per citare solo le conquiste più note. Quest'anno torna come tattico alla Maxi Yacht Rolex Cup, in Costa Smeralda dal 4 al 10 settembre, a bordo della favorita Capricorno. «Non chiedetemi pronostici, sono un marinaio con una sana dose di scaramanzia!», dice ridendo. «Però abbiamo una barca molto buona, un po' datata, perché è del 1995, ma che è stata modificata e aggiornata dall'armatore e timoniere Alessandro Del Bono. A bordo abbiamo uno “squadrone”, un equipaggio affiatatissimo perché insieme da tanti anni, con alcuni innesti di giovani talentuosi che abbassano l'età media. Io mi avvicino ai 60 e vorrei ancora avere i riflessi di quando ne avevo 30!». Al di là di scaramanzia e autoironia, le premesse ci sono tutte, ma – ribadisce Favini – «vincere non è affatto scontato».
La Maxi Yacht Rolex Cup è una sfida complessa. Innanzitutto, è la regata per eccellenza di fine estate: avvenimento insieme sportivo e mondano, competizione ad alta performance tecnica, ma anche sfilata delle più belle barche in circolazione, richiama da sempre l'élite della vela e gli habitué di Porto Cervo e della Sardegna. Insieme alla Rolex Giraglia e alla Rolex Swan Cup, rappresenta uno dei momenti più esclusivi della stagione velistica. «Questa regata resta una grande incognita, ed è proprio la variabilità delle condizioni della gara a darle un fascino senza pari, inclusa l'incertezza dell'esito finale», continua Favini. «Le condizioni meteo possono variare moltissimo. Ti puoi trovare una situazione di vento praticamente inesistente, oppure può entrare il maestrale, o subentrare il libeccio. Bisogna essere pronti a tutto. Inoltre, è una regata costiera, quindi occorre una profonda conoscenza degli scogli presenti nel campo di gara, serve un navigatore molto preparato, che sappia dove e come passare. Certo, queste acque sono ben note a noi velisti, tutti sanno dove si celano le peggiori insidie. Ma l'esperienza non basta mai e non bisogna essere troppo sicuri di sé. Io qui mi sento come un pilota di Formula 1, quando in curva accarezza un cordolo: serve girare molto stretti, vicini al limite del fondale. Ed è questa adrenalina a rendere la Maxi Yacht Rolex Cup una delle competizioni più emozionanti. Oltre allo scenario che ti circonda: siamo in uno dei posti più belli del mondo!».
È la stessa convinzione che spinse S.A. l'Aga Khan a vedere in questo paradiso di mare, incastonato tra monoliti modellati dal vento, una destinazione per il jet set. La fondazione dello Yacht Club Costa Smeralda, nel maggio del '67, accompagnò l'investimento del magnate persiano e la creazione dell'Hotel Cala di Volpe, ora gemma della catena Marriott, il cui design venne affidato a Jacques Couëlle, membro onorario dell'Accademia di Belle Arti dell'Institut de France. L'Aga Khan, insieme ad André Ardoin, Giuseppe Kerry Mentasti e Luigi Vietti, fondò questa associazione sportiva senza fini di lucro, che da allora riunisce qui lo yachting internazionale. Da queste stesse acque trasparenti è salpata la prima sfida italiana all'America's Cup con Azzurra. E, sempre sotto la sua egida, nel 1992 Destriero ha compiuto in 58 ore, 34 minuti e 50 secondi la mitica traversata dell'Atlantico dall'Ambrose Light, il faro di New York, alla lanterna inglese di Bishop Rock nelle isole Scilly (3.106 miglia alla media di 53,09 nodi, ovvero 8,323 km orari). «Si capisce dalla sua storia che questo club è garanzia di organizzazione perfetta, e poi qui, quando soffia il maestrale, si gareggia in un dipinto», aggiunge Favini. Lo Yacht Club Costa Smeralda è un simbolo dell'eccellenza velica, la sua clubhouse è un tributo alla nautica e la marina di Porto Cervo gareggia con quella di Virgin Gorda, nelle Isole Vergini britanniche, quanto a imbarcazioni di pregio. Rolex è partner dello YCCS dal 1985 e, prima ancora, del New York Yacht Club (dal lontano 1958) e del Royal Yacht Squadron a Cowes, nel Regno Unito. «Ma in regata guai a farsi distrarre dal paesaggio», sorride Favini. «Occorre stare concentrati, esaltare lo spirito di squadra ed esercitare quell'elasticità mentale che rappresenta, insieme alla buona preparazione atletica dei 22 componenti dell'equipaggio, la qualità principale per vincere. Un ottimo velista sa reagire in una frazione di secondo. Magari parti con un tuo piano strategico in testa, ma poi il vento, gli altri fattori climatici, gli avversari, la posizione ti inducono a modificare tutto. Se fai bene, allora puoi festeggiare i risultati con una bella cena a base di pesce al Clipper!».
Per chi vive Porto Cervo da appassionato del mare, e non da velista, vale la pena di ricordare che un bagno nell'acqua cristallina vanta la piacevole garanzia certificata della bandiera blu. Superata la chiesa Stella Maris, opera dell'architetto Michele Busiri Vici e simbolo del luogo, è naturale stendersi sulla sabbia candida del Grande Pevero, alle cui spalle sorge il Pevero Golf Club. Anche il Romazzino e la spiaggia del Principe ispirano nuotate infinite. In questo spicchio di Gallura, non solo il meteo, ma le tonalità dell'acqua e delle rocce sono cangianti: a Cala di Volpe, Liscia Ruja o, più a sud, nella Cala Capriccioli, il granito ha sfumature giallo, rosa e rossastro. I massi sono levigati, a lungo accarezzati dalle onde. Poco più al largo, si vedono gli adamantini isolotti di Li Nibani. Altro scenario nell'area marina di Tavolara-Capo Coda Cavallo, oltre gli scogli lucidi di Molara e l'isolotto di Proratora, tra pareti vertiginose, spaccature e grotte dove si avvistano con una semplice maschera da snorkeling stelle marine rosse e gorgonie gialle, oltre a migliaia di pesci. La sera in Piazzetta è un classico, così come l'après-beach al nuovo Meraviglioso, per un aperitivo, o al Meraviglioso Terrazza per la cucina stellata di Andrea Berton. Il tutto tenendo a mente la storia del luogo, visto che proprio nel 2022 ricorre il sessantesimo anniversario della Costa Smeralda.
Settembre è il mese delle regate più caratterizzanti del calendario sportivo dello YCCS. Prima la Maxi Yacht Rolex Cup, dal 4 al 10 settembre, alla sua 32esima edizione, poi esordirà la prima edizione della Porto Cervo-Monaco IMA 24 Hour Challenge. Dopo quattro anni di assenza a causa della pandemia, ritornerà anche la Rolex Swan Cup, dall'11 al 18 settembre, con i “cigni del mare” al largo della Maddalena. A chiudere la stagione, il tradizionale Vela & Golf, in cui i team si affrontano dapprima sul green del Pevero Golf Club e poi in regata nelle acque antistanti Porto Cervo. La Maxi Yacht Rolex Cup è, fra tutte, forse la più spettacolare, bella da seguire anche per i non addetti ai lavori. Qui, a colpi di virate, si sfidano giganti che rappresentano l'avanguardia dello yacht design e della cantieristica nautica: i giri di boa tengono con il fiato sospeso e, con 20/25 nodi di vento, gli scafi sembrano volare. Non ultimo motivo di interesse è la Charta Smeralda, promossa durante questa come le altre regate. Il codice etico della One Ocean Foundation per la salvaguardia del mare detta alcuni principi chiave a cui aderiscono velisti, yacht club, marina e comunità costiere: proteggere e preservare l'habitat, promuovere azioni di bonifica e di riduzione delle emissioni, eliminare la plastica usa e getta. Perché amare il mare significa proteggerlo.
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