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Venture capital per il climate tech, un settore resiliente alla crisi

Un dato ancora più interessante è quello relativo allo stadio di investimento nell'ampio segmento iniziale del ciclo di finanziamento delle nuove imprese

(Funtap - stock.adobe.com)

4' di lettura

Da qualche mese si parla di crisi del Venture Capital (VC) e i dati macroscopici sui cambiamenti di asset allocation a monte (Limited Partner) e a valle (investimenti e valutazioni delle startup) sono evidenti.

Gli ultimi dati pubblicati da Dealroom (settembre e ottobre 2022) raccontano tuttavia di una storia tanto interessante quanto inattesa. Infatti, nonostante gli investimenti in Venture Capital nel loro complesso oggi segnino il passo, a causa di fisiologiche correzioni del mercato rinforzate dal timore della recessione incombente e dalle tante incognite di carattere geopolitico, i dati di investimento su alcuni settori industriali specifici invece crescono, addirittura con ritmo sostenuto.

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Da un lato, i settori Fintech e Healthcare, che raccolgono la maggior parte dei capitali in Europa per il VC (circa 150 bn$ negli ultimi 7 anni), hanno subito negli ultimi 12 mesi una contrazione rispettivamente del 7% e del 34%, e il sentiment generale è che il calo non sia ancora a fine corsa. Dall'altro, i settori “Industrial Tech” (che include tecnologie innovative per la manifattura, la logistica, la robotica, ecc.), e “Climate Tech” (al cui interno vanno compresi materiali innovativi, energie verdi, tecnologie per la conservazione dell'ambiente naturale, e molto altro) registrano nel 2022 investimenti crescenti: ”Industrial Tech” per circa 6.1 bn$, contro i 4.9 bn$ del 2021 (+20%); le tecnologie di contrasto al cambiamento climatico, con l'Europa che si candida a diventare il primo dei 5 grandi continenti a raggiungere la neutralità climatica entro il 2030, coinvolgeranno nel 2022 capitale di rischio per un controvalore di 1.4 bn$ rispetto ai 1.2 bn$ complessivi del 2021 (+14%). Ed è l'energia – non sorprende affatto – a rivelarsi il mercato più attrattivo e dinamico per il VC, nonostante in questo ambito i capitali necessari a sostenere nuove iniziative siano mediamente superiori rispetto ad altri, caratterizzati più dalla componente SW che da quella HW. Basta pensare alle applicazioni per l'efficienza energetica o ai i nuovi vettori energetici come l'idrogeno nelle sue varie forme, i biocombustibili, oppure all'ampio spettro di soluzioni in sperimentazione per l'accumulo di energia.

Un dato ancora più interessante è quello relativo allo stadio di investimento nell'ampio segmento iniziale del ciclo di finanziamento delle nuove imprese (il cosiddetto early stage). Le operazioni di Pre-Seed capital, Seed e Series-A (i primi 3 segmenti evolutivi delle startup) nel Q3-2022 hanno registrato in Europa un calore complessivo di circa 5.6 bn$: un incremento del 12% rispetto al 2021 e che, senza differenziazioni settoriali, risalta invece rispetto al calo del 21% degli investimenti negli stadi successivi (Series-B e successivi).

La lettura congiunta dei dati consente di trarre indicazioni chiare e riflettere su alcune implicazioni.

1. Anche alla luce di un contesto segnato da incertezza e volatilità, il settore degli investimenti a servizio dello sviluppo di tecnologie innovative (il cosiddetto science-equity) non conosce battute d'arresto, soprattutto per quelle tecnologie che serviranno a “rifare il mondo”, per rispondere alle pressanti emergenze planetarie che occorre urgentemente affrontare e recuperare resilienza e anti-fragilità di sistema. Gli investitori del mondo VC, con atto deliberato e razionale, tendono infatti a difendere (se non a sovrappesare) opportunità di allocazione del capitale per la soluzione di grandi sfide globali e introdurre forti discontinuità negli standard tecnologici futuri con ricadute applicative e industriali. Per la maturazione di ritorni economici coerenti con le attese degli investitori in questi campi sono necessari tempi relativamente più lunghi della media. E ciò spinge i gestori ad adottare un approccio più paziente, investendo competenze sempre maggiori sul fronte industriale più che su quello finanziario del Venture Capital, offrendo un supporto concreto alle sfide operative che gli imprenditori delle startup partecipate devono affrontare.

2. L'Europa si conferma un contesto d'elezione per i gestori di fondi di VC che intendono cogliere opportunità precoci attraverso investimenti in startup tecnologiche ad alto potenziale di creazione di valore (round Seed e dintorni). In Europa viene infatti investito (dato di giugno 2022) il 20% di tutto l'ammontare destinato al VC nel mondo (era il 10% nel 2015), e addirittura il 30% del capitale che il VC investe globalmente nei primi round di raccolta (Seed Capital, per l'appunto). Questo dato testimonia l'apprezzamento che gli investitori di tutto il mondo riservano al tessuto della ricerca scientifica e sviluppo tecnologico e alla qualità dell'innovazione che esso produce nel nostro Continente. Una qualità della ricerca scientifica e industriale che nell'Italia viene senz'altro rappresentata in modo eccellente (le misure sono note e davvero impressionanti), ponendola in qualche caso su posizioni di frontiera in molti degli ambiti tecnologici legati alla decarbonizzazione dei processi industriali.

3. Rimane ancora un differenziale importante da colmare: il valore degli investimenti effettuati da parte del VC a supporto dello sviluppo tecnologico locale all'interno delle grandi potenze mondiali. Nella prima metà del 2022, la quota di VC a supporto di tecnologie avanzate in ambito domestico vale circa il 16% in Europa, contro il 22% degli USA e il 35% della Cina. A livello globale il VC si conferma comunque una sorgente imprescindibile di supporto finanziario per l'innovazione tecnologica di medio-lungo periodo (secondo, per dimensione dei fondi erogati, solo al settore privato, ma davanti al settore pubblico nelle sue varie forme d'azione): un tema di riflessione importante anche per i policy-makers.

Insomma, occorre favorire, ancor più di quanto meritoriamente si sia fatto negli ultimi 5 anni, iniziative volte al rapido consolidamento del VC science-based anche in Italia. Ci sono molte opportunità e “storie di successo” che testimoniano della capacità di questo settore di produrre ritorni economici significativi through-the-cycle, che gli investitori e i gestori più attenti, come dimostrano i dati recenti, hanno già deciso di cogliere.

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