Venture capital, spiragli al Sud: dietro alla Lombardia spunta la Campania
di Chiara Bussi
3' di lettura
Punta sul Centro-Nord la bussola del venture capital in Italia, ma qualcosa, lentamente, inizia a muoversi anche a Sud. Nella mappa regionale delle operazioni realizzate tra il 2013 e il 2016 - come mostrano i dati Aifi, l’Associazione italiana del settore - si mette ancora una volta in luce la Lombardia: nel periodo considerato su 480 operazioni di “early stage”, ovvero nelle prime fasi di vita di un’azienda, una su tre (160) è stata realizzata qui e oltre il 70% ha riguardato start up o embrioni di impresa del Centro-Nord. Al secondo posto, però, spicca la Campania con 45 deal (circa il 9% del totale). Seguono, a pari merito con 42 operazioni, Emilia-Romagna e Sardegna. Se si guarda invece all’ammontare investito, è ancora la Lombardia a primeggiare con 97 milioni, seguita da Sardegna (39) ed Emilia-Romagna (32), mentre la Campania deve accontentarsi della quinta posizione.
I numeri del comparto sono ancora piccoli, se confrontati con le altre esperienze europee, ma il 2016 è stato contrassegnato da un aumento degli investimenti, con 118 deal messi a segno per un ammontare di 104 milioni. «Il settore del venture capital è ancora acerbo - afferma il direttore generale di Aifi, Anna Gervasoni -, anche se il governo, in quest’ultimo anno, ha messo in atto diverse iniziative a favore di uno sviluppo del mercato. In un quadro in cui sono pochi gli operatori, anche le operazioni supportate risultano limitate».
Quali sono le neoimprese che vengono finanziate con capitale di rischio? Il loro profilo cambia a seconda dell’area geografica. Così al Nord prevalgono le società di beni e servizi di consumo e quelle dell’Ict (telecomunicazioni, informatica ed elettronica), mentre al Centro-Sud sono ben rappresentate anche quelle di sanità e biotech.
Per intercettare e valorizzare le Pmi ad alto potenziale innovativo e in fase di crescita alcune regioni hanno scelto di fare gioco di squadra. «La Lombardia – spiega Luca Del Gobbo, assessore regionale a Università, ricerca e open innovation - ha promosso, insieme al Fondo europeo per gli investimenti (Fei), la piattaforma macroregionale Alpine growth investment platform, che sarà partecipata anche da Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta e Veneto».
La piattaforma si doterà di un Fondo dei fondi, ispirato ad altre esperienze già avviate in altri Paesi europei tra cui Germania e Polonia, che avrà un valore complessivo di 70 milioni di euro, di cui 40 immessi dalle amministrazioni regionali e 30 dal Fei. La Lombardia ha già deliberato di stanziare 15 milioni.
«La piattaforma – aggiunge Del Gobbo - avrà il compito di selezionare una serie di fondi specializzati in investimenti sulle imprese innovative, immettendovi risorse pubbliche. A loro volta, i fondi prescelti reinvestiranno queste risorse aggiungendone di proprie, garantendo così un effetto moltiplicatore che ricadrà sulle imprese dei territori coinvolti. In ogni regione che aderisce è garantito il rientro almeno dello stesso quantitativo di risorse apportate».
Intanto anche la Campania dà segnali di risveglio nel supporto alle imprese innovative con nove operazioni di venture capital realizzate lo scorso anno. La regione è ancora lontana dai 57 accordi siglati dalla Lombardia nel 2016, ma anche in questo caso è al secondo posto, insieme all’Emilia-Romagna. La Campania, fa notare Gervasoni, «ha avuto un grande slancio nel 2008 con il Fondo High-tech per il Mezzogiorno, terminato il quale si sono ridotte le operazioni sul territorio. In quest’ultimo anno qualche passo avanti è stato fatto e i numeri lo mettono in evidenza. Lì, come in altre Regioni del Sud, sono presenti centri universitari in cui si studia e si sviluppa l’innovazione».
Ne sa qualcosa Amedeo Giurazza, Ceo e fondatore di Vertis Sgr - una sede a Napoli e una più recente a Milano -, che nel 2009 ha lanciato Vertis Venture 1, uno dei tre fondi di venture capital dedicati al Mezzogiorno nell’ambito del fondo High-tech. «Al Sud non mancano le idee d’impresa, ma i capitali: prova ne sono le 54 operazioni siglate complessivamente dai tre fondi dedicati, tra cui il nostro, dal 2009 alla metà del 2013 nell’ambito dell’iniziativa del governo». Da fine luglio è inoltre operativo un nuovo strumento, Vertis Venture 2 Scaleup, con una dotazione iniziale di circa 30 milioni. Il fondo investe in start up che hanno già superato la cosiddetta “valle della morte”, ovvero il periodo iniziale più critico, fatturano già almeno un milione di euro e necessitano di capitali rilevanti (da 3 a 8 milioni) per effettuare la scalata a livello mondiale. L’iniziativa riguarda l’intero territorio nazionale, «ma - conclude il Ceo di Vertis - cercheremo di avere un occhio di riguardo proprio per il Sud».
loading...