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Verso il voto amministrativo: Pd-M5S uniti solo a Bologna e Napoli

A Roma, Torino e Milano nessuna intesa. Il centrodestra punta sui civici. Al voto 20 capoluoghi: otto vengono da giunte di centrodestra, sette di centrosinistra, tre

di Andrea Marini

Pd, Letta: "Alleanza con M5S? Non sono per isolamento ma per allargamento"

3' di lettura

Il gong è suonato sabato alle 12. Negli uffici comunali si sono chiusi i giochi per la presentazione delle liste, dei candidati sindaco e delle alleanze per le comunali del prossimo 3-4 ottobre. Tra gli oltre 1.300 comuni interessati (il 17% del totale, per quasi 12 milioni di elettori coinvolti) gli occhi saranno puntati sui 20 capoluoghi di provincia: otto hanno l’amministrazione uscente di centrodestra, sette di centrosinistra, tre dei cinque stelle e due vengono da esperienze civiche (tra cui Napoli, guidata dall’ex sindaco “arancione” Luigi de Magistris).

La sfida delle metropoli

Ma soprattutto le grandi metropoli Roma, Milano, Napoli, Torino e Bologna sono destinate ad avere un impatto nazionale, decidendo la sorte anche dei leader dei partiti. Dopo lunghe trattative, alla fine tra queste cinque grandi città, l’alleanza Pd-M5S (già consolidata a livello nazionale) è stata stretta solo a Napoli e Bologna. Mentre sul fronte centrodestra, tra Lega, Fi e Fdi, nessuno ha deciso di esporsi in prima linea con propri rappresentanti e si è deciso di puntare solo su candidati civici.

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LA MAPPA DEL VOTO
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Il veto di Raggi sull’intesa Pd-M5S

A Roma, non c’è stato nulla da fare: la sindaca uscente Virginia Raggi (M5S) non ha voluto fare un passo indietro per permettere a M5S e Pd di convergere su un candidato unitario. Così il Pd ha puntato sull’ex ministro dell’Economia del governo Conte 2 Roberto Gualtieri. A complicare lo scenario nel centrosinistra c’è la discesa in campo di Carlo Calenda, sostenuto dal suo partito Azione e dai renziani di Iv. Il centrodestra invece ha deciso di attingere dalla società civile, puntando su Enrico Michetti (sponsorizzato soprattutto da Giorgia Meloni), avvocato specializzato in diritto amministrativo e voce nota di Radio Radio.

LE AMMINISTRAZIONI USCENTI
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Il rebus alleanze, da Milano a Napoli

Anche a Milano, malgrado i tentativi di far convergere il M5S sul sindaco uscente Giuseppe Sala - sostenuto da Pd, Iv e altre liste, e di recente passato ai Verdi europei - alla fine i pentastellati hanno presentato la loro candidata: la manager Layla Pavone. Dopo aver depennato più nomi, il centrodestra ha deciso di candidare un altro civico, Luca Bernardo, primario di Pediatria al Fatebenefratelli. Quello che non è riuscito a Roma e Milano, è accaduto invece a Napoli: Gaetano Manfredi, ex ministro dell’Università nel Conte 2, ha ottenuto l’ok di Pd e M5S (nonché Iv). Ma qui nel centrosinistra la partita si complica con la discesa in campo dell’ex sindaco di centrosinistra Antonio Bassolino e di Alessandra Clemente, sostenuta dal primo cittadino uscente de Magistris. Il centrodestra ha invece puntato sul pm anticamorra Catello Maresca (voluto soprattutto da Salvini).

Anche a Bologna è stato trovato l’accordo: dopo aver vinto le primarie del centrosinistra, Matteo Lepore (Pd), da dieci anni nella giunta del sindaco uscente Virginio Merola, ha ottenuto l’ok anche dal M5S (oltre che Iv). Mentre il centrodestra ha deciso di convergere su Fabio Battistini, imprenditore gradito soprattutto dalla Lega. Anche a Torino il centrodestra ha puntato su un imprenditore (e anche qui con lo sponsor forte Matteo Salvini) Paolo Damilano. Mentre nel centrosinistra sono falliti i tentativi di un accordo Pd-M5S. Eppure il passo indietro della sindaca uscente pentastellata Chiara Appendino sembrava poter aprire la strada ad una intesa. Invece il Pd ha candidato Stefano Lo Russo, capogruppo Pd in Consiglio comunale, dopo la vittoria alle primarie (sostenuto anche da Iv). Il M5S alla fine ha scelto Valentina Sganga, 35 anni, capogruppo in Consiglio comunale.

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