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Verstappen si aggiudica il primo gran premio a Miami, con le due Ferrari subito dietro

Max Verstappen ha vinto ma non dominato ‘senza storia', anzi: è stata una gara davvero tiratissima sino in fondo

di Alex D'Agosta

F1, GP Miami: Ferrari in prima fila. Pole di Leclerc

6' di lettura

Un po' più di velocità degli avversari, qualche scelta discutibile: la Ferrari non conferma la prima fila delle qualifiche ma si fa superare ‘solo' da Verstappen, così Leclerc resta leader del mondiale. Ma la notizia più importante è questa gara così glamour nel cuore degli Stati Uniti d'America.
Bisogna infatti riconoscere che la Formula 1 ha di nuovo stupito il mondo proponendo un inedito gran premio in Florida, a Miami, realizzato intorno a uno degli stadi più belli di tutti gli States. Una pista strana e colorata, riprese mozzafiato anche con i droni, un parterre di vip mai visto in tempi recenti, un clima torrido e tanti ‘ingredienti' degni della migliore tradizione a stelle e strisce hanno animato una gara vivace e combattuta, dai protagonisti alle ultime fila.

Recupero meritato

E così all'Hard Rock Stadium dei Miami Dolphins il primo vincitore su questo nuovo tracciato è stato il campione in carica, Max Verstappen, che così continua a riavvicinarsi alla vetta della driver standing. Ha vinto ma non dominato ‘senza storia', anzi: è stata una gara davvero tiratissima sino in fondo. Comunque si tratta di un recupero meritato ma non senza una presa di posizione notevole da parte delle Ferrari, non a caso entrambe sul podio al secondo e terzo posto, con Leclerc e Sainz che hanno fatto il massimo e oltre: Leclerc fino a quando ha potuto è stato davanti, fiducioso nella sua partenza dalla pole position e nel supporto di un Sainz sempre più affidabile e capace di gestire la gara. A suo carico solo un errore nei primi metri che tuttavia ha gettato le basi per offrire a Verstappen la possibilità di costruire la vittoria finale.

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Gomme e clima tropicale

Comunque, entrambi gli uomini di Binotto, a fine gara, hanno lamentato dei problemi di ‘comportamento' delle gomme, sin dalle prime fasi della domenica. Uno dei disagi più comuni ai vari team con questo clima tropicale, temperature dell'aria molto variabili ma altissime per quanto riguarda l'asfalto. Ostacoli della location che si vanno ad aggiungere a una già riscontrata minor prevedibilità del comportamento delle nuove gomme rispetto a quando si poteva riscontrare nelle precedenti stagioni, con tanti anni di esperienza delle Pirelli con le misure più sperimentate e apprezzate in Formula 1. Senz'altro ci saranno analisi approfondite di diverse scelte del muretto: se le monoposto di Maranello hanno sofferto così tanto con le medie e il team non ha chiamato i piloti durante la presenza della safety car, iniziano a sommarsi una serie di concause che, fra setup e strategia, hanno penalizzato le chance di due piloti veloci e, apparentemente, al volante di due ‘rosse' apparentemente molto competitive.

Tante incertezze

Nell'insieme del gran premio, le incertezze erano comunque tante. Si temeva anche un ritorno della pioggia che, nella mattinata di domenica, si è vista a tratti, mentre nell'orario di gara era stata dichiarata probabile al 40 percento. Poi però i primi piloti che hanno ‘pittato' nella prima fase avevano messo le hard, non temendo quindi le precipitazioni (alla fine mai arrivate), allo scopo di non allungare troppo il primo stint e bilanciare bene i tre treni previsti. A metà gara, una volta delineate le posizioni principali, iniziavano a stupire o quantomeno ad attirare gli exploit di alcuni piloti non del tutto attesi: Russell si è visto già presto a ridosso dei big e, piano piano, si è conquistato un bel quinto posto, circa tre secondi meglio di un Hamilton che, al contrario, per arrivare lì ha dovuto scazzottare non poco e contro avversari vivaci e a lui assai avversi.

Basterebbe ricordare il contatto con Alonso già al primo giro: l'asturiano ha parecchi sassolini da togliersi sin da tempi in cui convivevano in McLaren nell'anno del debutto di Hamilton. Ma quello che più gli ha dato pensiero e meno avrebbe desiderato è stato Bottas: se già è difficile digerire il giovane Russell, emergente e sempre più competitivo con la sua stessa Mercedes, figuriamoci l'ex ‘servile' compagno di squadra, ora al volante di una scuderia satellite della Ferrari! Quando la gara è a due terzi, al giro 41, il più importante colpo di scena: un botto forte ma innocuo fra la McLaren di Norris e l'Alpha Tauri di Gasly ha fatto uscire subito la safety car a causa di una gomma staccata e tanti detriti, oltre che una monoposto intera impossibile da spingere fuori.

Anche se era zona di muretti stretti, non c'è aggravante della pista: si è ben visto infatti che, a seguito di un problema meccanico, forse al cambio, di Gasly, rientrando con un po' di titubanza in carreggiata dopo una digressione nelle vie di fuga completamente asfaltate, si è trovato risucchiato da un filotto di colleghi che, non immaginandolo così lento, se lo sono visti davanti troppo lento e inevitabile: Norris infatti lo ha toccato ed è carambolato in un brusco doppio testacoda. A proposito di contatti, ce ne sono stati per fortuna pochi. Ma un altro, ancora più sul finale, ha fatto sudare in tanti: Perez fa un grande attacco su Sainz fino a sfiorarsi, ma osa troppo e lo spagnolo è stato molto accorto ad approfittare del momento, riprendendosi subito la terza posizione.

Battaglie serrate

Da lì la conclusione è diventata molto interessante, perché finalmente si sono viste battaglie serrate in entrambe le coppie Verstappen-Leclerc e Sainz-Perez per giocarsi la prima e la terza posizione. Peccato però che intorno al giro 53, quando ne mancavano quattro, Leclerc prima lottava, poi ha tirato i remi in barca: alzato il piede, distacco oltre il secondo, ala chiusa e quindi zero chance di sorpassare. È lì che diversi osservatori potrebbero concordare sul fatto che ha perso l'ultima possibilità di riprendersi la leadership. Ma con uno sbaglio, il ferrarista, si era prima avvicinato molto a Verstappen, decimo su decimo, ma con un errore di valutazione e la perdita di alcuni decimi di ‘colpo' e, contemporaneamente, il giro veloce dell'olandese, Verstappen ha praticamente stordito l'avversario fino al punto di farlo arrendere ed evitare di rischiare.

D'altra parte il primo posto mondiale è ancora nelle mani del monegasco. Un'ultima amarezza di questa gara si registra anche a seguito del contatto fra Mick Schumacher e Vettel: i due sono grandi amici fuori dagli autodromi, ma il piccolo crash ha danneggiato entrambi facendoli scivolare dalla zona punti agli inferi degli ultimi posti. Peccato perché il giovane figlio del grandissimo campione in rosso di inizio millennio stava correndo forse la gara sinora più bella della sua carriera in Formula 1. Invece è finito ultimo mentre Vettel registra un DNF: un disastro per un ex campione del mondo che quest'anno ha raccolto ancora troppo poco.

In definitiva, il nuovo gran premio per certi aspetti non ha disatteso i rischi di ‘noia' per i pochi sorpassi previsti. Ma nel complesso si è rivelato un bel gran premio e, non di poca importanza, un bell'impianto capiente da 80.000 spettatori. Una struttura unica e quindi capace di diventare una ‘destinazione' ideale per il turista sportivo che, di questi tempi, visita la Florida forse anche per la pesca, la vela, i parchi tematici o per prendere una nave da crociera. La pista di Miami si può dire che sia piaciuta e abbia attirato molta attenzione dai media nel mondo per la sua originalità: non è né un tracciato permanente né un temporaneo né un ‘provvisorio permanente'.

Una pista moderna

Usa solo una breve parte di una strada, mentre la maggioranza delle infrastrutture sono montate e poi smontate velocemente dall'area di parcheggio. Ma non è paragonabile a come fu a Las Vegas nel 1980: il tracciato in sé è una pista moderna di alto standard che include le zone di accesso dell'Hard Rock Stadium ma non usa affatto la superficie di sosta come pista. L'apice della ‘originalità' di questo inedito percorso da 19 curve sta nel ‘marina a secco', con tanto di yacht esposti nella 8, una delle curve più difficili di tutta la pista. Il tutto sapientemente a favore di telecamera, in modo da attirare l'attenzione, ammiccando a Monaco e all'Australia, dove le auto passano davvero vicino al mare, raccontando però una vocazione diportistica ed espositiva di cui la Florida è indubbiamente ai vertici mondiali. Ricca di intrattenimenti e di diverse zone per ospitalità degne di ogni tasca (i migliori posti in tribuna hanno superato i 24.000 dollari), la nuova proposta di Miami si è dimostrata discretamente sicura nonostante i tanti muretti. Però ai piloti la totale assenza di dislivelli, le poche vie di fuga e il clima quasi tropicale hanno reso la nuova gara degli Stati Uniti una delle più difficili e impegnative dal punto di vista fisico.

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